Storia
di due romanzi
e una romantica romanza
1908: in Spagna viene pubblicato per la prima volta 'Sangre y arena', un romanzo di Vicente Blasco Ibáñez (1867-1928) parzialmente ispirato alla vita del torero sivigliano Manuel García Cuesta El Espartero, ucciso nel 1894 durante una corrida, nell'arena di Madrid.
Ambientato nel contesto delle corride di Siviglia, narra con acutezza psicologica una storia in cui si intrecciano vicende di riscatto, amore, tradimenti e morte del protagonista, Juan Gallardo, che riesce a realizzare l’ambizione di diventare un celebre e ricco matador ma, reduce da un precedente grave ferimento, muore nell’arena durante la sua ultima corrida, replicando così lo stesso destino del padre.
Dal romanzo 'Sangre y arena' furono tratte diverse versioni cinematografiche, tra cui spiccano quella muta del 1922 - remake di una pellicola spagnola del 1916 - con Rodolfo Valentino, diretta dal regista Fred Niblo, e 'Blood and Sand' girata tra Los Angeles e Città del Messico, presentata in prima nel 1941 a New York, con Tyrone Power, Linda Darnell e Rita Hayworth e diretta da Rouben Mamoulian.
1947: nelle librerie francesi si affaccia il romanzo 'Les jeux inconnus', scritto dallo sceneggiatore François Boyer (1920-2003). Sullo sfondo dell’invasione nazista, durante la seconda guerra mondiale, ne sono protagonisti Paulette, cinque anni, che ha perso entrambi i genitori e il suo cagnolino nel corso di un’incursione aerea, e Michel, undici anni, che se ne prenderà cura portandola con sé presso la propria famiglia. Dopo aver seppellito il cagnolino di Paulette, i due bambini diventano complici nell’apparentemente macabro gioco di costruire un piccolo cimitero per animali, prelevando furtivamente delle croci dal camposanto locale e scatenando disapprovazione e punizioni da parte degli adulti a loro vicini che, subendo a propria volta le tragiche conseguenze della guerra, non possono, non riescono, non vogliono, non sanno essere loro figure di riferimento (familiare, istituzionale, spirituale) nella vita e nella morte, né capire la necessità di elaborare dolore e lutto già in così tenera età.
Un romanzo atipico all’interno del panorama della littérature de guerre del periodo per il focus sul dramma interiore dei due piccoli protagonisti più che sull’assalto bellico, che non riceve grande attenzione da parte di lettori e critica, contrariamente alla trasposizione filmica, dal titolo 'Jeux interdits', che qualche anno dopo (1952) ne farà il regista francese René Clément, e che sarà premiata con il Leone d'Oro al miglior film nella XIII Mostra del Cinema di Venezia.
DUE FILM E DUE COLONNE SONORE
Le trame dei due romanzi (nati con una differenza tra loro di circa quarant’anni) si sviluppano in ambientazioni e modi totalmente diversi, presentando solo casualmente interessanti punti in comune: l’aver ispirato film di successo (la produzione hollywoodiana 'Blood and Sand' del 1941 e quella francese 'Jeux interdits' del 1952, precedentemente citate), l’approccio psicologico ai drammi interiori vissuti dai protagonisti e al loro personale tentativo di modificare un destino impossibile da accettare come ineluttabile, e l’incisiva presenza della chitarra nelle rispettive colonne sonore. Scelta, quest’ultima, certamente dettata dal grande potenziale descrittivo e coloristico di questo strumento, assimilato in Spagna ma non solo, e, in parte, anche dalla possibilità di sfruttare la grandissima notorietà dei chitarristi, non a caso spagnoli, scelti per interpretare le musiche dei film.
Va ricordato che dopo un periodo di emarginazione dello strumento a favore del sinfonismo e del pianismo dirompenti, a partire dagli anni ‘20 la chitarra vivrà una fase di rinascita e di grande diffusione proprio grazie a importanti concertisti, tra cui spicca la figura di Andrés Segovia (Linares 1893 – Madrid 1987), il cui apporto ha dato importanti impulsi e lasciato impronte indelebili su cui è stato possibile costruire l’evoluzione attuale dello strumento.
In 'Blood and Sand', le scene del film sono commentate da arrangiamenti musicali (variazioni per chitarra solista, chitarra con orchestra, musica orchestrale e cantata) curati dal regista e compositore Alfred Newman e, come leitmotiv o sottofondo di atmosfere romantiche, da un brano solista dal titolo Romance of Gómez; le interpretazioni sulla chitarra sono affidate a Vicente Gómez (Madrid 1911- Los Ángeles 2001), che nel film recita anche il ruolo di chitarrista ed è autore della musica e del testo del famoso brano “Verde luna”.
ASCOLTA: Romance de Amor, dal Film ''Blood and Sand'' (Vicente Gomez Quintet · Graciela Parraga).
In 'Jeux interdits', invece, interpretati da Narciso Yepes (Lorca 1927 - Murcia 1997) sono presenti una celebre melodia catalana ('El testament d'Amelia'), alcuni brani dei compositori barocchi Robert de Visée e Jean-Philippe Rameau e una Romanza dal titolo 'Romance' (da Jeux interdits) che si può ascoltare qui.
LA STORIA VERA
C’è da rilevare, a questo punto, che 'Romance of Gómez' e 'Romance (da Jeux interdits)' sono in realtà lo stesso brano, e questo diventa un ulteriore, casuale punto in comune tra i due film. In un clima di nebulosa ambiguità, creato probabilmente da tutto il sistema commerciale, Gómez e Yepes risultano essere entrambi in qualche caso compositori e in qualche altro arrangiatori del brano in questione (Gómez lo aveva già inciso nel suo primo disco per grammofono - studio Decca, 1939 -, risultandone l’autore e intitolandolo 'Romance of love - Theme Song' mentre pare che Yepes asserisse di averne in mente la melodia fin dalla più tenera età)… A volte accade che nella mente si imprima qualcosa di ascoltato da bambini e che poi se ne confonda il ricordo… E fin qui c’è già molto su cui provare a raccapezzarsi!
Di fatto, procedendo a ritroso, del brano si riscontrano diverse versioni ed edizioni, che, oltre ad essere presentate con titoli diversi, ('Romanza', 'Jeux interdits', 'Romance d'amour', 'Romance anónimo', 'Anonymous Romance', 'Romance de amor'…) mostrano anche similitudini stilistiche, armoniche e formali tali da lasciar supporre che derivino da un’unica fonte, quasi certamente popolare, di autore anonimo del XIX secolo.
I più antichi manoscritti del pezzo (nel tempo attribuito ad autori o trascrittori diversi tra cui Antonio Rubira, David del Castillo, Fernando Sor, Daniel Fortea, Miguel Llobet) risalgono al tardo Ottocento e le prime versioni stampate ai primi del ‘900, mentre la più antica incisione risulta realizzata a Madrid tra il 1897 e il 1901 su cilindro fonografico, da *Simón Ramírez (1885 – 1957), con il titolo 'Estudio para guitarra', attribuito al compositore catalano Fernando Sor... è possibile ascoltarlo qui ma prestando moltissima attenzione e soprattutto tollerando i notevoli rumori di fondo con una pazienza ai limiti massimi. È proprio la stessa romanza!
Ad oggi sembra non esistano fonti che attestino con certezza chi sia l’autore di questa famosissima romanza, conosciuta in Italia come 'Giochi proibiti' … Ciò che emerge è che la sua semplice, immediata melodia, pur di non fondamentale valore artistico, ha scomodato numerosi interpreti e, grazie al film 'Jeux interdits', ha potuto godere della potente cassa di risonanza cinematografica che l’ha resa nota e "immortale" quasi come la Quinta di Beethoven…
Chapeau allo sconosciuto autore e al suo brano, la cui fama sopravvive ancor oggi anche grazie alle diverse speculazioni, spesso di dubbio valore artistico, che ne sono state fatte; ai non addetti va però precisato che oggi la chitarra è molto più di “giochi proibiti”: vanta interpreti ed autori di altissimo livello e merita lo stesso rispetto riservato ad altri strumenti musicali più “blasonati”. Un po’ anche perché non ci si debba più trovare a rispondere a domande del tipo: “Secondo lei, studiare chitarra potrebbe poi compromettere lo studio di uno strumento serio?” (sic) o a rispondere a richieste del tipo “Ah, suoni la chitarra! Bello! Mi suoni giochi proibiti?”
E sia, suoniamolo. Ma suoniamo e facciamo ascoltare anche “altre” note. Tante. L’unico rischio che si corre è quello di restare incantati, perché sulla classica suonano meravigliosamente.
*José Simón Ramírez (de Galarreta y Pernías), nacque a Madrid nel 1885 e imparò il mestiere di liutaio nella bottega del padre; essendo anch’egli un chitarrista, a vent’anni partì per un tour in Sud America, finito il quale decise di stabilirsi a Buenos Aires, dove conobbe la sua futura moglie, Blanca, da cui in seguito ebbe i due figli José e Alfredo. Quando, nel 1923, ricevette la notizia della morte del padre decise di tornare a Madrid dove, poco tempo dopo, rilevò il famoso negozio di chitarre al civico 2 della Calle Concepción Jerónima. Il “famoso negozio” è quello che ha distribuito e distribuisce in tutto il mondo le chitarre della famiglia Ramírez, considerate di alta fattura e qualità dai professionisti del settore e molto in auge fino agli anni ’80.
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