DALL'ABBANDONO
ALLA VIGNA
RITORNO IN
VALSASSINA

di MASSIMO CECCONI

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Tutti i milanesi, o quasi, sanno dove si trovi la Valsassina, anche solo perché ospita le piste da sci più vicine alla città. I piani di Bobbio e di Artavaggio sono infatti raggiungibili da Milano in poco più di un’ora e tutta la valle, soprattutto in un recente passato, era molto frequentata anche per le vacanze estive. Parallela al ramo di Lecco, di manzoniana memoria, del Lago di Como e dominata dal Gruppo delle Grigne (altezza massima metri 2410), mitica palestra di roccia dei Ragni di Lecco dell’altrettanto mitico Cesare Maestri, la valle è disegnata dal torrente Pioverna che, poco prima di confluire nel lago, forma l’Orrido di Bellano, località, Bellano, che è il preferito teatro di tutte le vicende raccontate negli innumerevoli, ancorché piacevoli, romanzi di Andrea Vitali, già medico condotto del sorprendente paese lacustre.


(Nuova vigna in Valsassina. Sullo sfondo le Grigne)


In valle poi, giusto per dare qualche ulteriore riferimento, esiste la cascata del torrente Troggia, 100 metri di caduta, descritta da Leonardo Da Vinci nel Codice Atlantico; e sembra che lo stesso Leonardo abbia utilizzato scenari valsassinesi quale sfondo di alcune delle sue più famose opere. Era originaria della Valsassina anche la nobile famiglia dei Torriani, i cui rappresentati furono signori di Milano prima dei Visconti. Fra l’altro, la famiglia di Alessandro Manzoni era originaria di Barzio, che della valle è uno dei centri più noti, mentre il luogo dell’anima della poetessa dell’infelicità Antonia Pozzi era Pasturo, dove è anche sepolta. Resta da dire che le principali attività della Valsassina sono legate alla lavorazione del ferro e dei suoi derivati già dai tempi dei romani, e alla preparazione dei formaggi (robiola, taleggio e formaggini di latte sia vaccino che caprino).


(L'insegna di Indovino)


La cucina risente delle influenze della vicina Valtellina e i piatti che vanno per la maggiore sono pizzoccheri e polenta taragna (farina mista di mais e grano saraceno condita con formaggi stagionati e burro). Ridotta anche l’attività agricola, salvo colture locali di uso familiare. Ma abbondante è la produzione di erba per via della massiccia presenza di bovini e caprini a cui il fieno si addice. In un quadro di questa natura, fa ora certamente notizia che un giovane imprenditore locale, con l’aiuto fondamentale della sua famiglia, abbia avviato con successo un’attività vinicola, a partire dalla coltura di una vigna alle pendici scoscese del Monte Muggio, a circa 900 metri di altezza sul mare.


(Il noce della vigna)


Siamo in località Indovero, piccola ma caratteristica frazione del comune di Casargo, sulla strada che porta all’Alpe Giumello (m.1538) e, più su, alla cima del Monte Muggio stesso (m.1800), da cui si può ammirare un panorama unico che in solo colpo d’occhio comprende gran parte del bacino del Lago di Como e del vicino Lago di Lugano. Dall’Alpe poi è usuale che partano numerosi parapendii che intrecciano voluttuose traiettorie nel cielo prima di toccare terra in fondo alla valle. La scommessa di impiantare una vigna in Valsassina, dove la coltura della vite era pressoché sconosciuta, nasce nel 2012, quando Marino Citterio, coinvolgendo il figlio Mattia, inizia il recupero di un terreno abbandonato, pieno di arbusti e sterpaglie, posto giusto sotto il borgo di Indovero, esattamente di fronte alla maestosità della Grigna. La prima vendemmia (169 bottiglie) è del 2015: un vino bianco, fresco e profumato, e un rosso fruttato e poco tannico, prodotto da vitigni Piwi, una varietà di nuova generazione, robusta e resistente anche ad alte quote.


(L'ex mulino ristrutturato da Indovino)


Entrambi i vini sono affinati in acciaio per conservarne purezza e pregi naturali. L’etichetta prende il nome di IndoVino, in felice omaggio al luogo dove viene prodotta. Oggi Mattia Citterio, 27 anni, conduce una piccola ma esemplare azienda che oltre a produrre un eccellente vino offre occasioni di incontro e di riflessione, organizzando manifestazioni varie e appropriate degustazioni accompagnate con formaggi, salumi e verdure provenienti da piccoli produttori della valle. È stato anche ristrutturato un vecchio mulino ad acqua, che ora rappresenta un’ulteriore affermazione di solidità dell’impresa.


(Gli asinelli)


Conforta poi che un giovane imprenditore, anziché abbondonare la valle come fanno numerosi suoi coetanei, abbia deciso di investire risorse ed energie per un progetto di assoluto valore. Il luogo è a dir poco magico, e non è banale o scontato affermarlo, con una vista straordinaria di gran parte della bassa Valsassina e la presenza rassicurante della Grigna con i suoi colori che si tingono di rosa al tramonto. La presenza di tre asinelli conferisce all’azienda agricola una dimensione ancora più autentica. Sotto un poderoso noce, con un calice di vino in mano, si conquista un momento di serenità anche e soprattutto in questi tempi bui votati al consumismo più becero. Per saperne di più, a disposizione il sito www.indovino.eu





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