17 aprile 2023








ORTONA STORIA ANTICA
E UNA BATTAGLIA
"DIMENTICATA"

di GABRIELLA DI LELLIO





Su un colle che scende al mare con una ripida scarpata, là dove inizia la costa dei Trabocchi, la cittadina di Ortona (Chieti) porta con sé una storia antica. Strabone la menziona come Hortòn epineiòn frentanòn (Ortona porto-arsenale dei Frentani, un popolo italico insediatosi sulla costa adriatica centrale). Il litorale muta a mano a mano che si procede verso sud. Dalle spiagge ampie e sabbiose di Lido Riccio e Punta Ferruccio (i Ripari di Giobbe) a calette, promontori e falesie come Punta dell’Acquabella, Punta Cavalluccio, Punta le Morge e Punta Penna nella Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci.

Arrivando via mare, all’interno del porto più grande d’Abruzzo si incontra il monumento a San Tommaso, una statua in bronzo su una piattaforma galleggiante sull’acqua, nell’atto di benedizione verso il mare aperto.


(La statua di San Tommaso al porto)


Le sue reliquie arrivarono proprio in questo porto nel 1258 (conservate nell’omonima cattedrale), lo stesso da cui fuggì Vittorio Emanuele III nel settembre del 1943 alla volta di Brindisi. Fino all’XI secolo il porto si trovava in un’altra posizione, a nord del Castello, ma fu spostato nell’attuale sede durante l’occupazione normanna. Durante la seconda guerra mondiale fu fatto saltare in aria per impedire l’attracco delle truppe alleate e successivamente ricostruito, ingrandito e ampliato. Oggi ha cinque moli. Alzando lo sguardo, dietro al monumento del santo, si trovano il Faro e la collina di Ortona, a 70 mt sul mare. Il centro città, con il teatro Vittoria intitolato a Francesco Paolo Tosti, e il Castello sono collegati dalla passeggiata Orientale, un percorso a picco sul mare che si affaccia sul porto.


(Il castello aragonese)


Il Castello aragonese, quattro torrioni massicci dalla punta cilindrica circondati da un fossato, risale alla metà del ‘400. Fu costruito sopra la vecchia struttura di Giacomo Caldora (XIV sec.), il condottiero che fortificò la città, per proteggerla dall’invasione degli aragonesi, con le Mura Caldoriane. La cittadina è divisa in diversi rioni; quelli storici sono due e si trovano all’interno delle mura: Terravecchia e Terranova.

Tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 Ortona visse un fiorente periodo culturale grazie al musicologo compositore Francesco Paolo Tosti, a Gabriele D’Annunzio e a Basilio Cascella e la sua scuola pittorica. Oggi il turismo fa da traino per tutte le attività commerciali. Oltre ad essere Bandiera Blu per la qualità della balneazione e delle spiagge, la città di Ortona fa parte del club delle Città del Vino Italiane.

Pochi conoscono la storia della Battaglia di Ortona, avvenuta durante la seconda guerra mondiale (20-28 dicembre 1943), ribattezzata la “Stalingrado d’Italia”. Anche la cittadina abruzzese, seppure in scala minore, fu una vittoria alleata che causò migliaia di morti e portò alla distruzione della città. Ortona era uno snodo strategico fondamentale per l'avanzata alleata sulla zona orientale della penisola, e il compito di liberarla venne affidato alla fanteria e ai carri armati canadesi.


(La linea Gustav)


Gli alleati, in particolare gli stunitensi, conquistato il sud furono bloccati a Cassino; l’armata anglo-canadese si fermò a Ortona. Fra le due cittadine correva la Linea Gustav, la prima di una serie di fortificazioni e trincee volute da Hitler per arrestare la risalita degli alleati lungo la penisola.

Fu proprio il combattimento all’arma bianca una delle caratteristiche più cruente della Stalingrado italiana. I tedeschi avevano fatto crollare i palazzi delle tre direttrici principali della città, da Porta Caldari alla piazza del Municipio. I fanti canadesi dovettero impegnarsi nei combattimenti casa per casa, fra le macerie, costretti ad abbattere l’interno delle abitazioni pur di avanzare al coperto. Una volta liberato uno stabile, facevano saltare le pareti divisorie per passare nell’edificio contiguo. Impiegarono una settimana per conquistare 500 metri di territorio urbano. Dopo la notte di Natale la battaglia entrò nella fase finale e si completò con un ulteriore disastro. Il totale di perdite, tra forze alleate, tedesche e popolazione civile, fu stimato tra 4000 e 5.000 persone.


(Il cimitero canadese)


Oggi, spostandosi di qualche chilometro da Ortona verso il mare (contrada San Donato), è possibile visitare il cimitero militare canadese, accessibile dall'arco della chiesa di San Donato, che ospita 1665 lapidi bianche. Il sito fu scelto nel 1944 proprio dal Corpo Canadese.

In città, nel complesso monumentale Sant’Anna, si trova invece il Museo della Battaglia (MUBA), inaugurato nel 2002 con l'intervento dell'Ambasciatore Canadese, dedicato alla memoria delle 1314 vittime civili e ai soldati canadesi, ma i ricordi di com’era Ortona prima della guerra sono conservati principalmente nei racconti delle nonne e dei nonni.


(Il Museo della Battaglia)


Ortona è anche il terminale del Cammino di San Tommaso, un itinerario naturalistico e culturale di circa 316 km, che inizia a Roma dalla Basilica di San Pietro per arrivare nella cittadina abruzzese, davanti alla cattedrale dedicata al santo, dove sono custodite le spoglie. Il sentiero è segnalato anche se in alcuni punti i riferimenti risultano nascosti o rimossi. Percorrendolo a piedi, si consiglia di dividere il percorso in 16 tappe. Il dislivello medio per singola tappa si attesta intorno ai 700 mt in ambiente montano, dato che bisogna attraversare longitudinalmente la catena Appenninica.


(Il Cammino di san Tommaso)


È una sorta di pellegrinaggio moderno che ha come riferimento la via consolare Tiburtina Valeria, quella che conduceva all’Adriatico, sulle orme di Santa Brigida di Svezia. Tra il 1365 e il 1368, la santa giunse ad Ortona due volte per le reliquie di San Tommaso nella cattedrale. In memoria del passaggio le è stata dedicata una chiesa nella vicina città di Arielli insieme a un cippo collocato a Porta Caldari a Ortona. L’itinerario è percorribile anche in bici, su strada e su sterrato, e a cavallo.

Nel 2016 a Villa Caldari, a 8 km da Ortona, nella tenuta della cantina Dora Sarchese, all’interno di una grande botte, è stata posta una fontana da cui sgorga vino rosso gratuitamente, 24 ore su 24. L’idea è venuta a Dina Cespa e Luigi Narcisi, promotori del Cammino, dopo aver visto la fontana di Bodegras Irache a Navarra, (Spagna) creata per accogliere i pellegrini che percorrono il Cammino di Santiago. La stessa funzione avrà la fontana abruzzese per i pellegrini che ogni anno compiranno il cammino di San Tommaso.

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