2 giugno 2022


EUGANEI
FRA BUCHE
E TERME

di MARCO DAL FIOR (nella foto: il Golf della Montecchia)

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Da queste parti il relax va alla grande da sempre. Lo sapevano Aristotele, Tito Livio (che però era di parte, essendo originario di queste zone), Francesco Petrarca, che cantava le chiare, fresche e dolci acque nelle quali si immergeva Laura, ma non disprezzava neppure quelle calde e taumaturgiche delle terme Euganee, che lo avevano liberato dalla scabbia e ritemprato nel fisico e nello spirito. In 25 chilometri quadrati tra Abano, Battaglia, Galzignano, Montegrotto e Teolo sono compresi un centinaio di stabilimenti termali e duecento piscine.

Qui la macchina del fango è virtuosa: invece di coprire di insinuazioni e fake news gli avversari politici, cancella dolori e dolorini, rigenera, ringiovanisce. Lo sapevano già gli antichi, molto prima che Romolo con l’aratro scavasse il “solco primigenio” con tutto quello che ne conseguì. In epoca preromana qui si venerava il dio Aponus, che attraverso le acque donate ai suoi adepti guariva ferite e malanni in cambio di una processione e di qualche offerta votiva. Dalle parti di Montegrotto alcuni scavi hanno portato alla luce testimonianze del II millennio a.C. D’altra parte pareva che Fetonte con il suo carro del Sole fosse precipitato proprio tra questi campi. Ecco spiegato il calore che la terra restituiva attraverso le fonti termali.

Qualche millennio dopo, alla storia di Fetonte non ci crede più nessuno, ma delle virtù terapeutiche dell’acqua salso-bromo-iodica è convinta mezza Europa. Per le vie di Abano senti parlare tutte le lingue e vedi gente agghindata nei modi più strani. Spesso incroci anche personaggi con la sacca da golf in spalla. Perché dopo un tuffo in piscina, una seduta di fangoterapia e un massaggio alla schiena, lo swing (1) viene meglio. E anche tra i green c’è da sbizzarrirsi.In una quindicina di chilometri ci sono 81 buche da campionato, divise su quattro percorsi da leccarsi i baffi.

(Il Golf club Padova)

Il più antico è il Golf Club Padova (via Noiera Valsanzibio 57, Galzignano Terme, PD), aperto nel 1962 su disegno di John Harris, un archistar dell’epoca che realizzò le prime 18 buche del percorso. Nel 2003 a queste se ne sono aggiunte altre 9, portando il totale a 27. Adagiati in una zona verde alle porte di Galzignano, nel cuore del Parco dei Colli Euganei, i fairways si snodano in un vero e proprio orto botanico, con oltre 800 esemplari di alberi e arbusti di tutti i tipi. Il tracciato non è di quelli superfacili dove basta sparare la pallina in avanti verso la bandiera. Ogni colpo richiede strategia e accuratezza, senza farsi distrarre dal languido scenario dei Colli Euganei, altrimenti sono dolori.

Vicino al Golf Club Padova il Golf Galzignano Terme (viale delle Terme 82, Galzignano Terme, PD) è un gioiellino che vale sempre una visita. Le buche qui sono solo 9, ma Marco Croze, il progettista, si è divertito a realizzare un percorso che resta a lungo nella memoria. Non fosse altro per la buca 4, un par 3 di 144 metri dove il tee di partenza è in mezzo a un lago. O per la 9, altro par 3 di oltre 140 metri, con la bandiera piantata in mezzo a un isolotto: se sbagli il colpo, addio pallina.

(Il Golf Galzignano terme)

Nell’antica tenuta dei conti Papafava Antonini dei Carraresi, 200 ettari di parco ottocentesco, sulle buche del Golf Club Frassanelle (via Rialto 5/A, Rovolon, PD) è all’ordine del giorno imbattersi in leprotti e scoiattoli che hanno ormai imparato a convivere con i golfisti. Anche qui è stato Marco Croze a disegnare le 18 buche del tracciato, con ostacoli d’acqua e varie insidie che mettono alla prova l’abilità del giocatore. La buca 15, ad esempio, è un par 3 di 150 metri praticamente senza fairway. Dal tee di partenza al green di arrivo c’è solo acqua. Se la pallina è finita a mollo, per fortuna, una dropping zone (2) a meno di 50 metri dalla bandiera consente all’incauto golfista di provare a raggiungere la meta.

(Il Golf club Frassanelle)

Al Golf della Montecchia (via Montecchia 12, Selvazzano Dentro, PD) il grande golf è di casa. Merito di un percorso affascinante (27 buche tracciate da Tom Macauley nel 1988), di una manutenzione sempre perfetta e di una Golf Academy che dispensa sapere golfistico ai campioni come ai neofiti. Qui, come a Frassanelle, nei fairways è stata seminata un erba, la “Bermudagrass”, che assicura minor richiesta idrica e non richiede l’uso di fitofarmaci. Una testimonianza di rispetto dell’ambiente che è culminata con l’inserimento, da parte del R&A (Royal and Ancient di St. Andrews) (3) del Golf della Montecchia tra i circoli virtuosi e include l’intera esperienza del circolo veneto tra i “Case Studies” citati nel proprio sito. Quelle che gli anglosassoni chiamano “signature holes”, ossia le buche indimenticabili che caratterizzano un percorso, qui sono certamente la 2 e la 4 del percorso rosso. La prima, un par 3 di 170 metri, obbliga a volare un lago. La seconda è un par 4 di 322 metri dove ogni colpo va calibrato perfettamente per non andare a incrementare il deposito di palline che giace in fondo ai laghetti che la punteggiano.

(Il Golf della Montecchia)

GLOSSARIO


1) Swing - Il movimento effettuato dal giocatore per colpire la pallina

2)Dropping zone - area destinata a rimettere in gioco una palla quando questa finisce in un ostacolo d’acqua o d’altro tipo.

3) R&A - Il Royal and Ancient Golf Club di St. Andrews, in Scozia, uno dei più antichi e prestigiosi golf club del mondo, al quale è affidato il compito di stabilire le regole ufficiali del gioco del golf per l´Europa, l´Asia ed il Commonwealth.







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