CHARING
QUANDO IL GOLF
FA BENE
Il golf fa bene. Non lo dicono solo i fanatici di questo sport per giustificare il loro attaccamento, spesso quasi morboso, a green e fairway. Lo dicono anche i serissimi ricercatori del Karolinska Instituet, l’università svedese di medicina, la stessa che ogni anno assegna i Nobel. Secondo i loro studi, condotti su 300.000 connazionali, praticare questa disciplina con una certa regolarità riduce del 40% il tasso di mortalità rispetto alla media e fa guadagnare all’incirca 5 anni di vita. Non solo: le camminate sul percorso inseguendo la pallina (circa 10 chilometri per 18 buche) fanno lavorare il cuore a lungo e a bassa intensità, proteggendo da una quarantina di malattie, compresi infarti, ictus e diabete.
Ma il golf riesce anche a fare del bene. Succede quando si organizzano gare ed eventi a favore di questo o quell’ente benefico. Nessuno ha fatto ancora i conti precisi, ma in ogni week end un gruzzolo considerevole parte dalle buche per andare a coprire i buchi del volontariato. Ma per fare del bene, occorre farlo bene. E questa è la storia di un matrimonio ben riuscito tra professionalità, solidarietà e divertimento. Il golf in viaggio, in questo caso, è cominciato ad aprile a Brunico, è continuato a giugno al Golf Club Antognolla in Umbria e al Golf Club Ca’ Amata di Castelfranco Veneto (Tv), per approdare a luglio sui green del Golf Club Asiago. Ad agosto è tornato in Alta Badia, dove tutto è nato qualche anno fa.
È lì infatti che nove anni fa Claudio Ongis, fulminato dall’incontro con l’Istituto Serafico di Assisi, ha cominciato ad allestire “Charing”, un’organizzazione in grado di fare del bene divertendosi. Il Serafico, nato 150 anni fa, è una onlus che promuove e svolge attività riabilitativa, psicoeducativa e di assistenza socio sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. E come quasi tutte queste realtà deve fare i conti con bilanci precari. Coinvolgendo aziende, personaggi del mondo dello sport (Beppe Dossena e Kristian Ghedina guidano la pattuglia di ex calciatori e ex sciatori che non perdono un evento) e grandi chef capitanati da un entusiasta Giancarlo Morelli, Ongis, una carriera nel mondo della finanza, è riuscito ad allestire una serie di eventi che di anno in anno si rinnovano restando fedeli al principio del dono e della solidarietà.
In Alta Badia quest’anno, oltre alla classica gara giocata sulle nove buche dell’omonimo circolo di Corvara, i partecipanti si sono cimentati anche su un percorso “selvaggio”, tra i prati delle cascate del Pisciadù, con ferri d’epoca e abbigliamento consono. E hanno inforcato le mountain bike per spostarsi tra una buca e l’altra del percorso in quota, facendo tappa in altrettanti rifugi: Moritzino, Tablà, Bioch e Punta Trieste. Si sono poi sfidati in una prova che è diventata ormai tradizionale: centrare un canestro sul piazzale d’arrivo della Gran Risa tirando dall’ultima gobba della pista di Coppa del Mondo.
Il tutto sotto lo sguardo divertito e con i consigli premurosi di Costantino Rocca, leggenda del golf italiano e sempre in prima fila quando si parla di solidarietà.
Morale: il tour 2022 di Charing ha fruttato, per ora, più di 100.000 euro, che si vanno ad aggiungere ai 350.000 raccolti nelle passate edizioni. Ma non è finita: a settembre al Golf Club Bergamo L’Albenza, uno dei percorsi più belli e affascinanti d’Italia, è prevista l’ultima puntata di questa galoppata 2022. Gara su 18 buche domenica 18 con contorno di stand gastronomici, golf clinic con Costantino Rocca, area giochi per bambini, aperitivo in musica e cena preparata da una pattuglia di chef stellati al ristorante del club. Lunedì 19 gran finale con la Pro Am (gara a squadre composte da un professionista e tre dilettanti) con Pasta Party conclusivo.
(per saperne di più: www.charing.events)
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