CARO AFFITTI
E STIPENDI BASSI
COSÌ LE CITTÀ
CAMBIANO VOLTO
“Mi sono separato. Cerco casa in affitto a Milano da quasi un anno. Vorrei rimanere in zona nord est, da Lambrate fino a Cologno monzese, suppergiù. I prezzi sono da matti. Mille, milleduecento euro al mese per un bilocale. Gli annunci sono pochi e durano 24/48 ore al massimo. Bisogna essere veloci e fortunati. E poi chiedono ogni genere di garanzia. Poiché sono un libero professionista mi è capitato di dover presentare offerte corredate dal modello 101 e pure da una fideiussione bancaria”.
Testimonianze come questa sono la norma. Non solo a Milano. Ma liquidare la questione affitti in Italia come un problema di esorbitanza dei prezzi è fuorviante. L’assurdo articolo di qualche settimana fa sulla bidella napoletana pendolare con Milano per risparmiare sull’affitto, tra le tante colpe, ha proprio quella di aver semplificato la questione in modo sciatto e ottuso. Eppure basterebbe guardare a una qualsiasi delle analisi di mercato prodotte dai centri studi degli operatori immobiliari per capire quanto sia complesso il problema.
Il report 2023 di idealista.it, portale immobiliare tra i più frequentati in Italia, dice che a livello nazionale il mercato ha registrato un incremento del 3,5 per cento dei canoni nell’ultimo anno, attestandosi a una media di 11,4 euro al metro quadrato mensili. Il motivo? Lo squilibrio tra domanda e offerta che continua a crescere spingendo i prezzi alle stelle.
Ecco le cifre. Nella maggior parte dei capoluoghi italiani – 71 centri sugli 87 monitorati da idealista.it – la crescita non si ferma e ha incrementi a doppia cifra in ben 27 città, dai piccoli centri come Potenza (22,4%), Catanzaro (19,1%) e Verbania (18,5%), record nei rialzi degli ultimi 12 mesi, ai mercati di punta come Venezia (17,4%), Bologna (12,5%), Torino (12,4%), Genova (12,3%), Milano (11,2%) e Firenze (11%). Milano guida anche nel 2022 la classifica dei prezzi degli affitti con i suoi 21 euro al metro quadrato, toccando il massimo storico da quando è stato introdotto l’indice di idealista.it nel 2012. La seguono Venezia (17,6 euro/m2), Firenze (16,3 euro/m2) e Bologna (15,8 euro/m2).
Poche case e molti clienti creano ovvie tensioni sui prezzi, ma va anche segnalato un rallentamento nel quarto trimestre 2022 probabilmente dovuto alla somma tra i prezzi alti e l’inflazione che cresce riducendo la capacità di spesa degli inquilini. A gennaio l’Istat ha comunicato la percentuale di adeguamento dei contratti di locazione: +8,48%. Forse abbiamo toccato i massimi. Per ora. Ma le case disponibili restano poche e idealista.it prevede un 2023 complicato visto anche l’aumento dei tassi di interesse che scoraggia molti giovani dal comprar casa.
In effetti la penuria di case destinate al mercato degli affitti a lungo termine è facilmente dimostrabile scorrendo le pagine di Google dedicate alle case in affitto a Milano (ma non cambia molto in tante altre città). Ecco qualche esempio: “Hai un immobile da affittare? Mettilo a reddito con Aluna.it”. La loro mission? “Ripensare il modello di affitto a medio/lungo termine per offrire agli studenti universitari e giovani lavoratori un’abitazione disegnata per le loro esigenze: pronta all’uso, dagli elevati standard qualitativi, logisticamente comoda e sicura, e ai locatori una forma redditizia, facile e garantita di affittare i propri immobili”.
C’è anche CleanBnB: “Per la gestione di affitti brevi a Milano affidati a noi in modo facile e sicuro! CleanBnB garantisce la gestione della vostra casa attraverso gli affitti brevi e garantendo sicurezza e redditività tutto incluso. Decidere di aggiungere il proprio immobile nel circuito degli affitti di breve periodo è una scelta che permette di guadagnare davvero con un appartamento. Milano offre ai proprietari una grande varietà di soluzioni per affittare il proprio immobile per brevi periodi, a seconda della posizione e delle caratteristiche”. E quest’altro: “Proprietario di Casa? Scegli Extracasa.it come tuo inquilino. Ti riserviamo solo il meglio dal tuo contratto di locazione. Tu incassa il canone, noi pensiamo al resto”.
Per gli altri immobili restano le normali agenzie. Che possono arrivare a chiedere al locatario una percentuale equivalente anche al 15 per cento del canone annuo. Ma, come raccontano alcuni potenziali inquilini, senza offrire dei gran servizi in cambio: “Non hanno saputo nemmeno dirmi se l’appartamento era dotato di fibra”. Più facile che gli addetti dell’agenzia debbano darsi da fare con i locatori, in genere molto determinati a guadagnare il più possibile dal loro immobile e a non correre alcun rischio. Si narra di una signora milanese che informata dell’arrivo di ben quattro offerte per il suo appartamento si sia mostrata assai risoluta nel ritirarlo dal mercato perché “se ho ricevuto tutte queste offerte in 24 ore vuol dire che posso chiedere molto di più”.
Ma chiedere a chi? Nel 2019 la redazione del blog di tempocasa.it scriveva con grande naturalezza: “Al netto della cifra stratosferica per affittare la casa di Fedez e Chiara Ferragni, a CityLife è possibile trovare anche un appartamento di poco meno di 150 metri quadrati da affittare per 3.500 euro al mese. Per coloro che sono interessati a spazi più ampi, un appartamento composto da 4 locali e 3 bagni può essere affittato per 7.000 euro mensili”.
Ma quelli che fanno una vita normale e guadagnano uno stipendio medio, come fanno? Secondo Immobiliare.it, altro portale super visitato, a dicembre 2022 per gli immobili residenziali milanesi in affitto sono stati richiesti in media 20,92 euro al mese per metro quadrato, con un aumento del 12,29% rispetto a dicembre 2021. È il prezzo medio massimo raggiunto negli ultimi due anni all’interno del comune di Milano. Il minimo è stato nell’agosto 2021, in media 18 euro. Ma bisogna anche sapere che la zona Bisceglie, Olmi, Baggio (estrema periferia ovest della città) rappresenta il minimo assoluto con 14,52 euro a metro quadrato al mese. Ovvero, per un bilocale da 50 metri quadrati fanno 726 euro.
Sono cifre considerevoli se paragonate agli stipendi medi. Perché il fatto non trascurabile di tutta questa partita degli affitti che volano è che i salari italiani sono fra gli ultimi in Europa e sono pure diminuiti negli ultimi trent’anni. Secondo il Global Wage Report 2022-2023 sono più bassi del 12 per cento rispetto al 2008 in termini reali. La retribuzione media, a parità di potere d’acquisto tra tutti i paesi del mondo, in Italia è di poco superiore alla soglia dei 35mila euro quando la media Ocse è oltre i 46mila. La media nazionale degli stipendi lordi italiani del 2021 è di 29.301 euro (per i dirigenti 101.649 euro, per i quadri 54.519, per gli impiegati 30.836 e gli operai 24.787).
Chi disponga delle cifre necessarie a pagare gli affitti di oggi e abbia voglia di spenderle per case spesso trascurate e in zone scomode non è chiaro. Chiaro invece è che Milano non è più una città per milanesi. Come Venezia per veneziani o Firenze per fiorentini o Genova, Torino, Bologna… Il destino degli indigeni è segnato da secoli nelle conquiste territoriali. E l’avanzata della smart city non sembra fare la differenza.