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ALGARVE
SPIAGGE MAREE E FADO


foto e testo di
TINA PANE

 

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Un viaggio nella splendida Algarve, e in questa stagione autunnale così mite e tersa, non sarebbe completo senza le spiagge. Il termine spiagge quasi sembra riduttivo e inappropriato per descrivere le infinite distese di sabbia chiara con davanti solo l’orizzonte (e raramente qualche imbarcazione) e alle spalle le dune di sabbia e vegetazione, assolutamente da non calpestare. Il mare qualche volta diventa un bene accessorio, vuoi perché è molto freddo, vuoi perché è agitato, vuoi solo perché si chiama Atlantico, e mette soggezione.



Su queste spiagge si prende il sole, si cammina, si lasciano liberi i cani, si sta senza far niente, fermi in compagnia di se stessi e della natura che ci circonda.



Giusto a titolo di esempio, vale pena ricordare la spiaggia lagunare di Casela Velha, dove ho visto persone che non sapevano più tornare perché la marea di pomeriggio aveva coperto il sentiero percorso di mattina,



la spiaggia, un po'acchittata, di Praia Verde e quella che più mi ha emozionato, Manta Rota, per i cuccioli di gabbiani che camminavano a velocità incredibile sulla battigia, una rincorsa folle prima di provarsi in un breve volo, e per la luce pomeridiana, onirica, intercettata dalla foschia.



E ancora, la spiaggia di Barril, dove per superare le dune si può prendere un simpatico trenino e con un po’ di fortuna avvistare (e rispettare) il camaleonte, e la spiaggia di Ilha de Tavira raggiungibile con un traghetto che supera le saline e arriva a una pineta in parte occupata da residence e ristoranti, perché qui finalmente ho avuto il coraggio di bagnarmi, anche se per poco.



Fin qui il reportage.

Poi, non meno importanti, vengono i flash dei ricordi visivi, e con le foto accumulate nello smartphone si completa il puzzle dell’Algarve (dove per inciso ero transitata senza affatto soffermarmi una trentina d’anni fa al termine di un tour del Portogallo tutto orientato alle città e poco alla natura).



E allora: i bei mercati, santuari di una vendita lenta e colloquiale, le onnipresenti rotatorie, spesso abbellite da improbabili statue, le premute di arance e l’ottima birra locale Super Bock ai tavolini dei bar (servizio lento e penuria di posacenere).



Le mega porzioni di bacalhau a bras e di arroz de marisco, le piste ciclabili, le attivissime agenzie immobiliari, alcuni deliziosi negozi di artigianato locale (uno su tutti, il Patio Azul a Lagos perché il negozio stesso è una piccola opera d’arte).



I murales, le pavimentazioni a sampietrini chiari dove mani sapienti disegnano forme e geometrie, e anche certe improbabili facciate di case abbellite con piastrelle che miglior figura avrebbero fatto come rivestimento per un bagno.



Una capacità a conservare bene certe vecchie auto (molto ricorrente la Renault 4), chiese con pesantissimi altari barocchi compensati da muri ricoperti di delicati azulejos, nidi di cicogne sui tetti di città, fenicotteri nelle saline, piccole mosche impietosamente appiccicose dall’alba al tramonto (pare sia la loro stagione) e una cucina dove l’aglio, fresco e conservato, è il primo ingrediente di ogni pietanza.



Due emozioni, infine, inaspettate: lo spettacolo di Fado com historia nella chiesa della Misericordia a Tavira (e un plauso ai tre bravissimi artisti protagonisti)


+


e il Passadiço de Altura, una passerella di legno di un chilometro e mezzo realizzata sulla spiaggia dell’anonima e bruttarella cittadina di Altura, sia per salvaguardare la larga fascia delle dune, sia come attrazione turistica. Di sera soprattutto sembra introdurre a una dimensione magica, una sorta di Stairway to Heaven in salsa portoghese.



Per questo, e per tutta l’aria, la luce e il silenzio, posso solo ripetere, insieme ai connazionali NHR, Obrigada, muito obrigada!

( 2 - FINE)






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