di Fausto Delegà
Quando ero ancora bambino, e parliamo del secolo scorso, mio nonno Romeo mi dava un compito facile quando lo seguivo nell’orto di casa e non voleva che fossi troppo d’intralcio con domande o mettendo mano dove non dovevo.
Mi dava l’incarico di togliere dai sentieri dell’orto una pianta piatta piatta, infestante, facile da togliere per la sua fragilitá croccante che faceva sí che bastasse un piccolo colpo di lama del badile per farla saltare da terra.
Alla fine veniva raccolta e buttata. Solo anni dopo, studiando botanica e seguendo la mia passione per l’alimurgia ho capito e scoperto quanta bontá e salubritá ho buttato nei rifiuti vegetali.
Il suo nome é Portulaca Oleracea ed é un nome che per assonanza porta facilmente al suo nome volgare di erba Porcellana, insomma quella da dare ai porci per dirla papale papale. Ma svariati sono i nomi dialettali che prende in diverse Regioni italiche.
Alcuni esempi per curiosare tra le lingue locali: porcacchia (Marche), precacchia (Abruzzo), perchiacchia o purcuacchia (Molise), porcacchia o perchiacca (Basilicata), pucchiacchèlla, chiaccunella (Campania) grassulida (Calabria).
Perchè questo fiorire di nomi?
Perchè sin dall’antichitá é stata un erba molto consumata, sia cruda che cotta, in vari modi cucinata e mangiata in quasi tutti i Paesi che si affacciavano sul mar Mediterraneo. Il nome comunque viene dal latino, come spesso accade per i vegetali.
Il suo nome significa Piccola Porta, derivante dalla forma che assume il piccolo pertugio — pisside — da cui escono i suoi piccolissimi semi a fine maturazione. Venduta anche sino agli anni '50-'60 dello scorso secolo dai verdurieri ambulanti dopo essere stata raccolta in modo alimurgico insieme alla rucola per essere parte aromatica delle insalate.
Ma mentre la Rucola é rimasta in vendita e oggi gode di un certamente esagerato successo e uso anche dove non andrebbe aggiunta, la Portulaca é sparita dalla vendita diretta e oggi in pochi la conoscono e la usano in cucina. Questo é un vero peccato per la freschezza e la bontá che caratterizza questa erba dolce e facilissima da riconoscere.
Dove la si trova?
La portulaca è una pianta infestante di orti e giardini. Foglie piccole, grasse, verdi brillanti e attaccate a steli rossastri, con una crescita tipicamente piatta , raso terra.
Predilige terreni lavorati e nutriti, ma si sviluppa bene anche dove non ha cure; negli incolti e lungo i cigli di strade sterrate, purché si tratti di zone relativamente umide.
Non teme il caldo, ma soffre a temperature inferiori ai 6/7 gradi. Si sviluppa quando le temperature arrivano stabilmente oltre i 20 gradi. In autunno fiorisce con fiori gialli o rossi arancio, fiori che sono altrettanto commestibili.
La Portulaca ha comunque una quantitá di sostanze benefiche al proprio interno veramente imponente. A questo proposito, e per non fare un articolessa infinita di nomi e numeri tedianti, a fine pagina vi cito un link di un video breve — dura poco più di dieci minuti — proposto da un bravissimo divulgatore che ho selezionato per voi.
Seguo da anni il canale del Dott. Vendrame, il quale tratta di alimentazione selvatica e nutrizione in modo scientifico e chiaro ,con riferimenti anche alle decine di modi per poter consumare questa erba gentile e buona. Buona Piccola Porta a tutte e a tutti.
- Pisside
- In botanica, frutto secco che si apre mediante una fenditura trasversale, mentre la parte superiore si stacca a guisa di calotta.