di Fausto Delegà
Il suo nome ha un tocco di poesia nel suono, e poi in effetti questa poesia fonetica la ritroviamo in un gusto buono, dolce e adatto a molte preparazioni con cui lo si può gustare. Sto parlando del Silene Vulgaris. No, non guardate subito alla seconda parola che distingue questo ottimo essere vivente vegetale, parola che di poetico sembra avere poco. Ma cosí non é. Infatti il vulgaris non significa volgare, bensí consueto, comune, usuale se lo traduciamo dal latino come aggettivo di II classe.
Il primo nome invece pare sia legato al noto Silenus, che era il mitico padre adottivo di Bacco. Comunque un nome che suona bene
per un vegetale che é facile da trovare avendo un ampia diffusione in gran parte dell’Europa e inoltre un vegetale molto buono da mangiare
e per questo ricercato da secoli - i Romani ne facevano grande consumo ad esempio - essendo un’erba facile da individuare.
Dove trovarlo?
La raccolta viene effettuata in primavera, sempre comunque prima della fioritura che avviene all’inizio dell’estate in pianura,producendo un tipico fiore a palloncino, color bianco rosato, che i bambini nei loro giochi usano come un piccolo petardo facendolo scoppiare tra le mani. Infatti tra i suoi svariati e molteplici nomi dialettali i più diffusi sono: Schioppetti, Scioppettini (S-ciupetin in veneto), Sclopìt, Sculpit. Oppure, ricordando il suono delle sue foglie molto cerose quando vengano sfregate tra le dita, ecco apparire altri nomi dialettali: Sonaglini, Stridoli, Strigoli, Stringoli, Sgrinzoi. Insomma la pianta dalle foglie che suonano, stridono.
Quando la pianta va comunque a fiore le foglie divengono amare e un po’ coriacee, non eccessivamente buone da mangiare pur
rimanendo commestibili. È una pianta che ama comunque gli incolti, gli argini assolati, i terreni poveri. Non ama i prati stabili.
Ovviamente sempre da tenere presente la regola di non raccoglierla in zone vicine a intenso traffico o abbandonate dalle attivitá umane
non sempre salubri. Se comunque vi capitasse di andare a Malta, Creta o Cipro la potreste facilmente trovare al mercato, come
normale verdura in vendita.
E in cucina?
Le sue foglie molto giovani, quando la pianta é appena uscita dalla fase di stop vegetativo invernale, sono buone anche crude. Io comunque le preferisco cotte al vapore o sbollentate e poi passate in padella con olio e aglio e un pizzico di noce moscata. Si adattano bene anche ad essere usate, dopo passaggio in padella, come ingrediente vegetale di frittate o risotti, o per condire paste di ogni tipo. Alcuni chef presentano il Silene Vulgaris sotto forma di vellutata. Ma essendo estate, e perciò stagione di viaggi e vacanze, vi voglio regalare alcune “dritte” nel caso capitaste in zone note per la preparazione del Silene con vari nomi.
Ricercare il Silene all’estero.
Nella regione spagnola de La Mancha si prepara un gazpacho manchois vedovo (gazpacho viudo), a base di foglie di Silene.
Nella Spagna settentrionale si prepara una frittata con le foglie, chiamata Tortilla de Collejas.
Nelle isole Baleari le foglie di Silene sono considerate una vera e propria verdura, uno degli ingredienti principali del “Cuinat“,
uno stufato vegetariano che di solito si prepara però a Pasqua.
Nell’isola di Creta infine si chiama Agriopapoula e si usa cucinare il Silene come fossero cime di rapa, rosolata in olio, aglio e peperoncino.
E in Italia? Forse la stagione é giá troppo avanzata?
Direi di no.Se andaste ad esempio in montagna, tra le vallate delle nostre Alpi o negli Appennini, ricordate che il Silene cresce sino
a 2000 metri di altitudine e a quelle altezze ritarda il suo sviluppo vegetativo.
Un’ultima avvertenza. Del Silene, come ho giá detto, si mangiano le foglie. Se lo consumaste per la prima volta vi invito ad optare per una moderata quantitá. Le foglie infatti contengono saponina, una sostanza potenzialmente tossica per il corpo umano ma che di norma transita nel tratto intestinale senza esser assorbita. Quindi senza provocare problemi. Però un leggero effetto lassativo potrebbe farsi vivo, effetto che potrà esser maggiore tanta più verdura si sarà consumata; soprattutto cruda o poco cotta, dal momento che la saponina scompare con un bollitura prolungata. Io ve l’ho detto, sappiatevi regolare.
Con questo non mi resta che augurare buon Silene a tutte e a tutti. E… buon appetito.