di Fausto Delegà
Dopo un’estate che pareva non avere mai fine l’inverno qui a Vienna, da dove il vostro Erbaiolo alimurgico di FOGLIeVIAGGI vi scrive, ora domina gelido. Le temperature sono precipitate sotto zero da un giorno all’altro chiudendo cosí qualsiasi fase vegetativa edibile che si possa trovare tra prati, boschi e colline. Tutto questo ci porta a poter riparlare di eventuali raccolte a scopo alimentare solo quando la prossima, e ancora lontana primavera, arriverá. Le ultime righe sulle raccolte alimurgiche le ho dedicate le scorse settimane ai funghi che rimangono, in autunno e nella prima parte dell’inverno, l’unica raccolta possibile ai fini della soddisfazione della nostra passione per le verdure edibili selvatiche. Ma mi sono accorto,proprio mentre scrivevo di funghi, che nell’elenco delle erbe trattate quest’anno come possibili bottini delle nostre sgambate nella natura vi era una assenza importante.
A ricordarmelo in modo potente anche un recente viaggio di due settimane che mi ha portato in Marocco. Paese splendido, dalle mille meraviglie paesaggistiche, ma anche dai mille contrasti e contraddizioni.
Appena atterrati nella torrida Marrakesh (con i suoi 38 gradi a autunno inoltrato), e non appena giunti accaldatissimi nell’hotel che ci avrebbe ospitato per i primi giorni, ecco accoglierci come dissetante e rinfrescante benvenuto augurale una bevanda che ci avrebbe ristorato dal caldo magrebino per tutta la nostra permanenza: il mitico e ultrafamoso Te alla Menta del Marocco, bevanda bollente anticaldo che unisce i benefici del tè verde agli aromi rinfrescanti e profumati della menta. Proprio a questa erba a tutti nota, la Menta, vorrei questa volta dedicare le mie righe trattandone diversi aspetti.
Delle otto specie presenti sul territorio italiano, sei si trovano nell'arco alpino.
Il nome "Menta" per la pianta è stato usato per la prima volta da Gaio Plinio Secondo; scrittore, ammiraglio e naturalista romano. Deriva dal nome greco "Μίνθη" (Minthe o Myntha). Myntha era una ninfa dei fiumi diciamo sfortunata. Era figlia del dio Cocito ed era stata trasformata in un'erba da Persefone.
Il nome scientifico del genere fu definito peró da Linneo nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.
Questa la storia del nome. Ma tornando alle nostre raccolte alimurgiche la Menta sará una delle piante primaverili che per prime si potranno trovare nel prati collinari e alpini il prossimo anno. Riconoscerla sará molto facile, il suo profumo inconfondibile non lascerá molto spazio ad errori anche da parte di chi avesse pochissima confidenza con le erbe spontanee.
In medicina la Menta, con i suoi oli aromatici contenuti nei peli delle foglie, ha funzioni di digestivo, stimola infatti le funzioni gastriche.
In cucina si usa nelle zuppe, nelle salse e con le carni. In particolare per cucinare l'agnello. Inoltre per preparare liquori, sciroppi e anche caramelle. Le caramelle alla menta sono largamente usate per il loro gusto e per la loro capacità di rinfrescare l'alito e lenire fastidiosi mal di gola.
Tutto questo sará facilmente alla vostra portata appena la prossima primavera farà rinverdire e rifiorire i prati arricchendoli di Menta piperita, la più conosciuta.
Un ultima particolaritá relativa alla Menta la voglio ricordare ripensando al mio viaggio in Marocco, quando visitammo le concerie delle pelli animali nella splendida città di Fes. Il quartiere delle Concerie (le più famose sono quelle di Chouara) si trova proprio dietro alla moschea Al-Qarawiyyin, tra i vicoli della medina e quindi nel centro della antica cittadina di Fes. La prima cosa che ci prese alla gola arrivando in zona fu il terribile odore della pelle in concia e in colorazione. Un odore acre e fortissimo, anche a causa della temperatura che superava i 35 gradi. Molte persone del nostro gruppo non riuscivano a sopportare quell’odore terribile per la sua capacitá di innescare una nausea incontrollabile. Ma ecco arrivare salvifico un rimedio. Il modo per resistere ci venne fornito da due ragazzi berberi all’ingresso della conceria: un mazzetto di Menta fresca e profumatissima da porre e da tenere senza esitazione sotto il naso. La umile Menta anche quella volta ci salvó dal peggio.
«Il primo bicchiere è dolce come la vita. Il secondo è forte come l'amore. Il terzo è amaro come la morte.»
(Proverbio Tuareg sul tè alla Menta)
Buona Menta a tutte e a tutti.