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IRAN DELLE NEVI
PISTE ROSSE
SOPRA TEHERAN

di LUCA FORTIS

Quattro le stazioni sciistiche sopra la capitale iraniana: Tochal, Darbandsar, Shemshak e Dizin. Sono famose per essere il luogo dove i ceti più ricchi vanno a infrangere ogni regola. L’alcol e le droghe, anche psichedeliche, come spesso avviene nel paese, sono molto diffusi. Per chi ama le piste nere, i luoghi ideali sono Darbandsar, che vanta moderni impianti e belle discese, e Shemshak, famosa per la pista nera tutta gobbe. Le piste arrivano fino a 3600 metri d’altezza.

(foto di apertura di Emanuele Luca)

iran

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Il paese ha varie catene montuose che d’inverno sono ricoperte di neve. Gli Alborz separano la zona del Mar Caspio dall’altopiano iranico. Le vette scendono a picco sulla capitale del paese, tanto che i quartieri della ricca borghesia iraniana si arrampicano sulle sue pendici. Le zone più alla moda della città sono a 1800 metri di altezza. Da lì, in poco tempo si possono raggiunger e le piste da sci.

Fin dagli anni trenta si è sviluppata la cultura dello sci alpinistico. All’inizio furono i tedeschi arrivati in Iran per costruire le ferrovie nazionali, che vedendo come la catena montuosa degli Alborz rimanesse innevata per molti mesi all’anno portarono i propri sci. Poi furono gli studenti iraniani a imparare a sciare mentre studiavano all'estero, di solito in Francia o in Svizzera. Il più famoso fu il dottor Abdollah Basir, che nel 1929, in Francia, non solo imparò a sciare ma anche a costruire sci.

Da allora si sono sviluppate molte stazioni sciistiche in Persia. Fu durante il regno dello Shah Mohammad Reza Pahlavi che si ebbe un vero boom. Ancora oggi, si può trovare su Youtube un divertente video con una campionessa americana che scia a Dizin con l’Imperatrice persiana Farah Diba. Qui:



Nei primi anni dopo la rivoluzione del 1979 lo sviluppo dello sci alpinistico nel paese ebbe una battuta d’arresto. Soprattutto per le regole che gli islamisti imposero, separando le piste da sci per uomini da quelle per donne. Norme che per fortuna sono state eliminate da tempo. Oggi l’unica regola è che le donne coprano i capelli con un berretto, regola peraltro molto poco rispettata. Anzi: le quattro stazioni sciistiche sopra Teheran, Tochal, Darbandsar, Shemshak e Dizin, sono famose per essere il luogo dove gli iraniani più ricchi vanno a infrangere ogni regola.

L’alcol e le droghe, anche psichedeliche, come spesso avviene nel paese, al di là del censo sono molto presenti. E queste stazioni sciistiche sono famose per le feste nelle ville private. Per chi ama le piste nere, sicuramente i luoghi ideali sono Darbandsar, che vanta moderni impianti e belle discese, e Shemshak, famosa per la pista nera tutta gobbe, che però è attualmente chiusa in attesa che gli impianti di risalita vengano rifatti. Le piste arrivano fino a 3600 metri d’altezza.

Darbandsar di Luca Fortis

A Darbandsar, che è di proprietà privata, sono stati sostituite tutte le strutture e da qualche anno è stata montata una cabinovia acquistata dal comprensorio altoatesino di Plan de Corones, la vecchia Gipfel. La vista dalle piste di sci di Darbandsar è meravigliosa, dovunque si stagliano bianche montagne desertiche. La natura è completamente selvaggia, e andando fuori pista si possono incrociare le orme di tanti animali, tra cui l’orso grigio siriano che ancora vive sugli Alborz.



Dizin è la stazione sciistica più grande e la più lontana da Teheran tra quelle vicine alla capitale. Ha un gran numero di piste e impianti, anche qui si scia fino ai 3600 metri. Per raggiungerla ci sono due strade: quando il passo montano è aperto, si arriva in poco tempo passando da Shemshak; quando la strada non è pulita per la troppa neve si deve passare per l’autostrada di Karaj e ci si mettono, invece che un’ora e mezza, tre ore.

Shemshak e Darbandsar distano meno di sessanta minuti da Teheran. Tochal, la più piccolina, è invece proprio sulle vette sopra Teheran ed è raggiungibile dalla città direttamente con una cabinovia.

Sciare in Iran è anche un’esperienza splendida per chi ama il fuori pista, anche se bisogna fare attenzione, visto che si tratta di montagne ancora largamente selvagge. Il contrasto tra le cime incontaminate ma con stazioni sciistiche così alla moda e Teheran, megalopoli sorprendente, dalle atmosfere quasi gotiche, dalle mille vite e culture underground che tentano di sfuggire ai tentacoli del regime, non potrebbe essere più impressionante.

Scendendo dalle montagne ci si immerge in questo mondo metropolitano dove quasi tutto è vietato, e pure dove tutto avviene, forse in modo ancora più estremo che da noi in occidente. Perché tanto non si ha più nulla da perdere. Sotto le leggi repressive della Repubblica Islamica si nasconde una Berlino dalle infinite sottoculture.

Dai quartieri più poveri del sud al centro città, dove si trovano le università e i ministeri, al ricco nord, la città ribolle di underground di ogni genere, dai sufi agli hippie, dalle gang di Teheran Sud e i suoi wrestler agli studenti universitari che si prendono un “trip”, alle donne che difendono strenuamente le loro libertà con piccoli gesti quotidiani, fino ai molti religiosi islamici che in nome dell’Islam si rifiutano di accettare la centralizzazione statale dell’interpretazione coranica imposta dalla Repubblica Islamica.

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Lo desidero perché mi stringa a sé
mi stringa a sé che sono folle d’amore
e avvolga alla mia esistenza, forte
quelle braccia possenti e calde
vorrei, nei suoi baci ardenti
cercare rovente passione del piacere.


Forugh Farrokhzad, poetessa iraniana


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