“Un libro che nasce chiaramente dalla esigenza di rompere (almeno scalfire) una narrazione della Calabria che irrompe nei notiziari e nei pc sempre per fatti di cronaca nera o grigia. Eppure ci sono storie sottovoce che crescono fra le macerie, nel silenzio dell’entroterra senza servizi, nelle aree mal collegate, nelle Università. C’è una regione che fa e resiste. Ma non si sa raccontare.” — di Angelo Melone
“Da un “elenco di malanni” prende le mosse il racconto lieve e autoironico di una trasformazione e di una perdita. Le malattie del protagonista non sono nulla di grave, sembrano piuttosto acciacchi di un’età matura ormai arrivata, ma sono acciacchi di una “decadenza” dai propri ruoli abituali, quello della seduzione, del gioco maschile femminile, delle piccole comunità intellettuali seminate tra New York e Firenze e poi Roma.” — di Roberto Roscani
“Le linee guida del Manifesto della cucina Futurista, autore Filippo Tommaso Marinetti, che insieme al poeta anarco-futurista Fillìa nel 1931 raccolse le proprie fantasie gastronomiche, riproposte oggi da Harpo edizioni. Il Manifesto nacque in occasione di una cena il 15 novembre 1930 a Milano, nel ristorante «Penna d’oca” — di Fabio Zanchi
“Il libro non racconta soltanto il lato nascosto di Berlusconi ma, alla fine, il lato B di un Paese come il nostro che è stato capace di regalarsi un trentennio berlusconiano. E trent’anni sono lunghi, troppo lunghi per illudersi che siano un caso, soltanto un accidente della natura.” — di Fabio Zanchi
“Una ghirlanda di montagne lunga, più o meno, 150 chilometri. In Croazia. Al di là del crinale c’è, invisibile, la Lika, l’altopiano continentale. Ne scrive Chiara Schiavato Veranić, naturalista fiumana da poco scomparsa. Il tono generale non è retorico, né fiabesco, a dispetto del titolo. Non riporta leggende, miti, storie esoteriche di elfi, folletti, gnomi, driadi, orchi, l’irritante spezia di tanti libri sulla montagna. Il piglio è stupito, piuttosto, ammirato, pervaso da un’ansia didattica tesa a raccontare l’ispida selvatichezza vecchia e nuova del Velebit. ” — di Michele Sartori
“Questa recensione non è una recensione. Il titolo, prima che il Direttore si arrabbi, vale come “Viaggio narrativo (o narrazione di viaggio)”.
C’è di mezzo la lingua geniale, e questa volta a buon diritto, perché proprio il greco antico ha un bellissimo verbo per esprimere il raccontare:
dieghéomai, composto da un verbo che significa letteralmente conduco, guido (vi dice niente l’egemonia?) e una preposizione (dià-) che indica un attraversamento.
Dunque, il raccontare consisteva per i Greci nel guidare a visitare qualcosa nella quale si era implicati,
della quale si aveva esperienza personale: una metafora spaziale, che aveva a che fare con la capacità degli
oratori brillanti di far vedere con le parole, di “porre sotto gli occhi” con il linguaggio.”
— di Gigi Spina
“Più veloce del camminare, più lento del treno, leggermente più alto di una persona”,
c’è un modo migliore per vedere il mondo? Questa frase di uno degli artisti più eclettici
è diventata quasi un mantra per i ciclisti di tutto il mondo. Nel suo “Diari della bicicletta”
David Byrne racconta le città di una buona parte del pianeta scoperte in sella alla sua bici.
Qui parliamo invece di spazi immensi, spesso vuoti, ma funziona lo stesso. Era, la bici, proprio
il mezzo di cui Stefano Elmi aveva bisogno per coronare il sogno inseguito fin da ragazzino,
quando suo padre gli regalò l’abbonamento annuale a National Geografic: “Il 1998 era l’anno in questione.
I mesi per me più significativi però furono quelli di aprile, maggio e giugno. Il
giornalista-viaggiatore-ciclista-avventuriero era Roff Smith, a trentasette anni lasciò un lavoro
sicuro a Time Magazine e, in mezzo a una crisi coniugale,s’imbarcò in un viaggio in solitaria attorno all’Australia”.
— di Angelo Melone
“Una figlia esasperata che chiede al padre la verità sul suo oscuro passato di terrorista.
Comincia così la storia (vera) che Giorgio Galli, oggi bravo e affermato pittore, ha raccolto
in “Il caldo era intenso” (Diario Minimo - Harpo), racconto di un viaggio avventuroso e strampalato
da Venezia a Istanbul e, poi, avanti e indietro tra i paesi del Maghreb, dall’Algeria, alla Libia, alla
Tunisia. Un “viaggio di formazione” come si dice oggi, che comincia il 5 marzo del 1978 quando le Brigate
Rosse si accingevano a rapire Moro e a sterminare la sua scorta. Giorgio Galli allora aveva 20 anni, gli
piaceva dipingere e (come tanti) voleva fare la rivoluzione. Con un pugno di compagni dei Castelli Romani
aveva fondato un gruppo di fiancheggiatori che preparava un’azione (non si sa se omicidio o ferimento)
contro un noto politico Dc. Forse volevano, in questo modo, attirare l’attenzione delle Br e, magari,
unirsi a loro. L’azione non si concretizza ma non sanno di avere la polizia alle calcagna. Qualcuno li
avvisa appena in tempo e se la danno a gambe. Ciascuno, per giri tortuosi, cercherà di arrivare alla
Francia della “dottrina Mitterrand” e salvarsi così dal carcere.”.
— di Massimo Razzi
Emilio Rigatti, autore della Leggerezza del kayak, appassionato ciclista e insegnante, in un’intervista che si può trovare in internet
racconta il suo metodo d’insegnamento: "La bici - sostiene - è uno strumento, geografico, scientifico e poetico. Geografico: stiamo
un paesaggio, abbiamo una carta topografica in mano; è scientifico perché ci permette delle osservazioni scientifiche, i miei (studenti)
a vita sapranno che cosa è una collina morenica perché ci hanno pedalato sopra e hanno conosciuto le rapide e ripide pendenze di queste
formazioni geologiche; e poetico perché attraversare una campagna così alla mattina predispone l’animo a… una bella giornata”.
— di Carla Chelo
Fare il giornalista è bello. Fare politica lo è altrettanto. Se nella vita ti capita o, meglio, riesci a fare tutt’e due mettendo
l’impegno delle parole al servizio della militanza e viceversa, non c’è che dire, ti è andata bene. Ed hai un sacco di fatti, persone,
delusioni, avventure, gioie da raccontare.
Lo ha fatto questo percorso, la cronaca di un bel pezzo di vita, un giornalista di rango
con un passato intenso da politico, anche se non si smette mai di essere né giornalista né politico. Matteo Cosenza, classe 1949, che da
Castellammare di Stabia dov’è nato ha compiuto il suo percorso prima nella sua città, poi a Napoli e poi in Calabria. E lo racconta
nel libro “Casomai avessi dimenticato” edito da Narratori Rogiosi, che è un condensato di ricordi personali e vicende politiche dagli anni ’60 a venire in avanti..
— di Marcella Ciarnelli
Ci sono parole il cui significato cambia con il cambiare delle stagioni. Lento è una di queste. Spregiativo in un’epoca di accelerazioni
scientifiche e culturali, di recente ha sempre più acquisito una sfumatura positiva. Lento, nel senso non di chi perde tempo ma se lo
prende, è il turismo di formazione che racconta il libro “Dalle Alpi a Roma lungo la Romea Strata. Una scuola in cammino”, di Andrea
Sivero e Domenico Spadafora. Lento perché è il racconto di un viaggio a piedi che dura 12 anni (2008-2020), di formazione perché a farlo
sono docenti e allievi convinti che camminare sia conoscere, imparare e restituire..
— di Redazione
Sapete che nella spedizione del 1953, quando Edmund Hillary e Tenzing Norgay per primi raggiunsero l'Everest,
vetta del mondo, gli organizzatori britannici ospitarono nei locali dell’ambasciata di Kathmandu gli scalatori
e riservarono agli sherpa un garage utilizzato fino a poco tempo prima come stalla, senza bagni? E dire che la
foto simbolo di quell’impresa mostra Norgay felice con una bandiera in vetta: è uno sherpa il primo uomo ritratto
in cima all’Everest. Un’immagine scattata dal neozelandese Hillary, che insieme a lui raggiunse la cima, sotto
le bandiere britanniche. Un privilegio - quello di arrampicarsi come partecipante e non più come portatore -
che Tenzing aveva conquistato nel precedente tentativo di ascensione, pochi mesi prima, grazie ai meno aristocratici svizzeri.
— di CARLA CHELO
Non è facile dire che un libro è bello quando si ha la sensazione di non averlo capito fino in fondo. O più che capito, vissuto.
Ma “Un’idea più grande di me” di Armando Punzo è un bel libro. La difficoltà viene dal fatto che, differentemente da chi scrive,
Punzo è un artista. Un artista totale in cui il teatro è totalizzante.
In questa autobiografia scritta in forma di dialogo
con la sua collaboratrice , scrittrice, critica, amica Rossella Menna e mandata alla stampe da Luca Sossella Editore, Punzo racconta,
principalmente ma non solo, l’esperienza che da trent’anni vive nel carcere di Volterra. Dove ha fondato la Compagnia della Fortezza
e da dove i suoi lavori sono usciti per conquistare premi e critica in tutto il mondo.
— di Laura Gnocchi
Sardegna sotto la lente d’ingrandimento. Sardegna da riscoprire con lentezza e gratitudine. Se le spiagge della costa Smeralda
sono conosciutissime, c’è un’altra isola, meravigliosa e assai meno battuta, che una guida da poco edita dalla Newton Compton,
Passeggiate ed escursioni in Sardegna, di Gianmichele Lisai e Velia Puddu, propone ai turisti più accorti e a chi ha il privilegio
di vivere in un ambiente tra i più rari e incontaminati. Migliaia di chilometri da percorrere a piedi come i pellegrini di una volta,
in bicicletta, oppure raggiungendo con dei mezzi i luoghi prescelti e dedicando alle escursioni il tempo che vogliamo. Più di 300 pagine
così fitte di proposte, suggestioni, descrizioni e curiosità da restituire un’immagine quasi a realtà aumentata.
— di CARLA CHELO
Ci sono scalinate che hanno avuto una gran fortuna iconografica. Penso a quelle di Montmartre, a Parigi,
fotografate da Robert Doisneau. O alla celebre scalinata del film la Corazzata Potemkin (a Odessa, in Ucraina).
E certamente a Trinità dei Monti, recentemente al centro di un dibattito sulla necessità o meno di chiuderla
con una cancellata, dopo l’ultimo restauro.
Nella Capitale, città dei Colli - che sono ben più dei sette classici - esistono decine e decine di scalinate.
Eppure, tranne rari casi, non diresti che Roma sia fatta a scale, per parafrasare il titolo del libro di Alessandro
Mauro ("Se Roma è fatta a scale", edizioni Exorma), che ora Roma Report ripubblica a puntate qui). Forse perché a
Roma c'è così tanto da vedere e offrire che vatti a ricordare pure delle scale… O ancora meglio, perché sulle scale
si va a piedi, mentre i romani e gli italiani in genere sono sempre meno pedoni.
— di MASSIMILIANO DI GIORGIO
"She Seduced Me". A uno sguardo superficiale il titolo potrebbe far presagire un torrido romanzetto rosa, se non fosse per il sottotitolo,
più esplicativo: "A love Affair with Rome". E' un amore, quello dell’autore, che come si suol dire viene da lontano, quando a soli 19 anni
Mark Tedesco era arrivato a Roma come seminarista. Da lì l’inizio della sua fascinazione per le bellezze della città eterna. Bisogna capire
il suo punto di partenza, quel suo essere Americano, Californiano e quella sua vocazione al sacerdozio cattolico, per comprendere, in lui
così giovane, l'attrazione esercitata dalla mistica opulenta delle chiese, dal buio misterioso delle catacombe, dagli innumerevoli siti
sacri e pagani, invece che fuggire a spassarsela in giro per la città.
— di MANUELA CASSARA
F.lli Panini - via C. Maraldo 32, Modena. Questa è una storia d’ingegni veri, intuizioni e coraggio, di un miracolo italiano
targato Emilia che ha conquistato il mondo. Basta la parola, perché dici “Panini” e già sorridi alle figurine dei calciatori
che erano i tuoi dollari da bambino, la moneta da tutti accettata, ti rivedi all’edicola per il fatidico acquisto speranzoso
delle bustine, ci troverò finalmente Schiaffino in maglia Roma? E Frustalupi nel classico cilestrino laziale? Una privata
mitologia piccina che il ricordo ispessisce, corredandola con gli aromi soavi della coccoina, e giù a incollare spennellando
e l’album che man mano diventava spesso così, un faldone di sogni, speziato dal piacere di collezionare, di scambiare. Ma pure
con le moderne “figu" adesive si trepidava e si sfogliava e commentava (l’ho ben visto mio figlio alle prese con l’album dei
Mondiali 1994). E poi, non usiamo il tempo passato, che l’avventura mica è finita e nelle redazioni sportive l’annuale Almanacco
del Calcio rimane una bibbia indispensabile. Fa testo, c’è scritto sul Panini e stop.
— di ANDREA ALOI
La dedica a tutti gli amanti della Dama Bianca farà venire in mente forse una donna e un uomo che non potevano amarsi pubblicamente
in un’Italia che per fortuna non c’è più. No, la dedica è alla neve, e la personificazione regge alla prova della metafora, anche
nell’Italia del futuro (che speriamo non sia mai così) qualcuno/a potrebbe censurarla come metafora maschilista.
Il libro accompagna in una passeggiata (copritevi bene), come dire, multivocale e diacronica, anche se in un’area geografica ben precisa.
— di GIGI SPINA
Ci sono un paio di immagini di Togliatti nel libro che Fabrizio Rondolino ha voluto dedicare al “Nostro Pci” (plurale,
non singolare: per evitare l’accusa che esista un Pci di cui ciascuno che vi sia stato iscritto possa vantare uno suo)
che mi hanno colpito molto. Non sono le foto ufficiali, come quella corale sul palco di Mosca dove si festeggia il compleanno
di Stalin, in cui Togliatti, il capo del Pci, è accanto a Dimitrov e poco lontano da Mao e Stalin, ma quelle scattate in occasioni
molto informali. Una lo raffigura mentre fuma una sigaretta, un po’ appartato e impensierito mentre a due metri Pajetta, Longo e
Secchia chiacchierano animatamente nello studio di Guttuso. La seconda invece è quasi paradossale: scattata a Mosca ci sono Longo,
Secchia e Togliatti dentro una stanza, e hanno in mano incongruamente degli sci e delle racchette da neve. Qui Togliatti è senza
cravatta e indossa una giacca di quattro misure più grande che lo fa assomigliare a una specie di Fantozzi spaesato e impacciato.
— di ROBERTO ROSCANI
Tanti hanno ancora negli occhi della mente la memoria di quelle immagini; è rimasta impressa dentro chiunque avesse un televisore
accesso in quei fatidici giorni dal 26 al 30 ottobre del 2018. I reportage e le riprese aeree, incalzanti, raccontavano a un’Italia
addolorata e incredula un evento di portata biblica, una deflagrazione degna di un Disaster movie di hollywoodiana potenza, quasi
un asteroide dallo spazio profondo fosse finito sulle pendici delle meravigliose montagne del Veneto. Come una spaventosa onda
d’urto post fallout atomico, tale da ridurre milioni di alberi a un cimitero di giganteschi fiammiferi accatastati. Quella distruzione
aveva un nome: VAIA. E anche un cognome, VAIA JAKOBS.
— di MANUELA CASSARA' e GIANNI VIVIANI
Il trapianto del trauma, vita privata di Bernard Mergendeiler (Milano 1968) raccoglie le strisce di Jules Feiffer sulla
american way of life sperimentata da Bernard. Ne facemmo uno spettacolo pionieristico a Salerno, con il Gruppo Zero, nel
1969, in piena era di contestazione. In una di queste strisce un amico racconta a Bernard di un incontro con una ragazza
bellissima: primi approcci, stessi gusti, ragazza intelligente e sensibile, un’esperienza intensa e vera, una notte di amore,
l’inizio di una vera storia. L’amico, però, si interrompe: E vuoi sapere a cosa pensavo durante tutto quel tempo? - Cosa? -
Non vedo l’ora di raccontarlo ai ragazzi.
— di GIGI SPINA
Lo dico da adottata. Da padana che molti decenni fa per motivi di lavoro si è trovata a vedere per la prima volta
le navi, la lanterna, le palme a volte compresse fra una palazzata e l'altra. Rimpiangendo per mesi l'odore della
nebbia carica di legna e di tini, detestando la tramontana che mi infiammava gli occhi con le lenti a contatto,
sconcertata davanti a quelli che intervistavo e che mi rispondevano in zeneise, in qualche modo impaurita dai carruggi
dove mi perdevo regolarmente con l'oppressione della città-labirinto, ho lasciato le valigie in anticamera che recitavano
sole questa riflessione. Prima o poi da qui me ne vado.
— di DONATA BONOMETTI
Non è che manchino i viaggi, al contrario si parla molto dell’India, dell’Africa, di America centrale, dell’Europa, e persino
delle incredibili scoperte che si possono fare vicino casa, ma questo libro di Andrea Bocconi (Io, altrove - Quando il viaggio
diventa scrittura di sé, Ediciclo editore) è soprattutto un incentivo, qualunque sia la nostra meta, a compiere - insieme allo
spostamento geografico - un vero e proprio viaggio interiore. O meglio un ibrido: un diario di città e cose viste e un’autobiografia.
— di CARLA CHELO
In un mondo in cui i nostri riferimenti culturali in tema di viaggio sono dominati da figure maschili dedite all’esplorazione e
all’avventura, fa un certo effetto sapere che ci sono donne che - senza pretendere di fare scoperte di nessun genere e men che
mai geografiche - viaggiano da sole. Sì, non in compagnia di altre donne e nemmeno all’interno di quei piccoli gruppi di viaggi
alternativi, ma proprio da sole. E se poi tali donne non sono single ma lasciano a casa marito e figli con l’intenzione di tornare,
allora lo stupore diventa massimo, e la curiosità si legittima in domande che sfiorano l’invadenza.
— di TINA PANE
C’è chi le ama. E allora è passione autentica. C’è chi le odia. In questo caso non c’è niente fa fare. Parliamo delle isole,
scogli grandi e piccoli disseminati nei mari che per Truman Capote erano grosse navi tenute permanentemente all’àncora su cui,
se ci si approda, “si è subito presi da un senso di meraviglioso isolamento e sembra che lì niente ci possa raggiungere e nulla
ci possa accadere, né di brutto né di spiacevole”. Impossibile con certezza assoluta avere con esse un rapporto neutro. Non è
previsto dalla legge dei rapporti umani e da quella dell’avventura nella natura.
— di MARCELLA CIARNELLI
Ho fra le mani un volumetto speditomi come gradito omaggio dall’A.I.N. Raffaele (Lello) Aragona. A.I.N.
sta per Amico Ingegnere Napoletano, ma avrebbe potuto essere anche I.N.A. o A.N.I.
L’autore è Matteo Pelliti, il titolo è Cartoline di città, e fin qui tutto normale (anzi, in periodo
Alinari sembra una bella coincidenza). Ma il sottotitolo mette in allarme: Codici di Avviamento Poetico.
La spiegazione la dà la collana in cui è inserito il volumetto: è il numero 47 delle Biblioteca Oplepiana
ed è stampato a Napoli il 15 marzo del 2021, 25 pagine. Per chi non lo conoscesse, l’OpLePo è l’Opificio di
Letteratura Potenziale che ripropone, riproduce, traduce, installa, metamorfizza (scegliete voi) nell’Italia da
nord a sud, partendo da Napoli, l’OuLiPo, il circolo di sperimentatori non solo francesi (Italo Calvino fra loro)
del quale da decenni sono devoto. Non conosco Matteo Pelliti, ma leggendo le Cartoline viene voglia di conoscerlo.
— di GIGI SPINA
La prima impressione, e la sensazione forse più piacevole che viene dalla lettura dell’Ultimo compagno,
è che per qualche ora abbiamo anche noi il privilegio di affacciarci al “salottino anni Sessanta” di
Emanuele Macaluso, e sostare nel suo appartamento in penombra che s’affaccia sul quartiere romano del
Testaccio, fra fogli di giornali “sparpagliati sul pavimento” e libri ben ordinati, mentre l’anziano dirigente
comunista, “il corpo affossato nella poltrona, lo sguardo rivolto alla finestra, i piedi sul pouf”, racconta e ricorda
e divaga e polemizza, accompagnato passo passo da una memoria infallibile e minuziosa e da un’intelligenza tagliente, lucida, asciutta.
— di FABRIZIO RONDOLINO
Mille sono gli espedienti o le invenzioni cui abbiamo fatto ricorso in questo lungo periodo di limitazione degli spostamenti
per illuderci di viaggiare, o almeno per trovare dei modi alternativi di uscire dalle quattro mura e andare in giro per il
mondo. Abbiamo visitato musei e pinacoteche online, attraversato scavi archeologici ricostruiti virtualmente, guardato
avidamente le foto di reportage di piccoli borghi, di attraversamenti di deserti o di visite di città lontane, quasi facendo
una prova generale per quando di nuovo riempiremo il trolley per partire.
— di TINA PANE
L’ultimo libro di Edo Ronchi, “La sfida della transizione ecologica” (Edizioni Piemme), è insieme un grido
d’allarme, una chiamata alle armi e un piano tattico per la vittoria. Fino a oggi, la scienza ha certamente fatto la sua parte
avvisando tutti dell' aggravarsi della situazione climatica. Le avvisaglie sono continue: il riscaldamento terrestre, la frequenza
delle manifestazioni meteorologiche estreme, l’effetto serra. Ronchi, per non fare la fine della rana che si lascia bollire nella
pentola e evidenziando, dati alla mano, il ritardo nell’affrontare la crisi climatica, non solo segnala la necessità e urgenza di
intervenire ma traccia anche un percorso realizzabile, politicamente fattibile ed economicamente vincente.
— di LUIGI EPOMICENO
Sì, forse per raggiungere una “Cara Pace” è necessario che a un certo punto della vita si debba squarciare o almeno fendere
qualche punto il “carapace” che ci ha sempre difeso. E’ quello che fa, non sappiamo quanto programmandolo a tavolino, la
protagonista narrante dell’ultimo libro di Lisa Ginzburg, “Cara pace”, appunto, uno dei dodici candidati al premio Strega
di quest’anno. Figlia dello storico Carlo, Lisa Ginzburg è al sesto importante romanzo. Ha studiato alla Normale di Pisa e
si è specializzata in mistica francese del Seicento.
— di MADDALENA TULANTI
Se mi avessero chiesto, da bambina, cosa significa pellegrinaggio, avrei risposto senza esitare “Quando mamma è
andata a piedi a Pompei a ringraziare la Madonna”. Perché mamma, che aveva chiesto e ottenuto una grazia, aveva
sciolto il voto recandosi appunto a piedi da Napoli al Santuario della Beata Vergine (rimanendo poi per giorni e
giorni coi piedi piagati e un forte mal di schiena, elementi che divennero importanti nel racconto dell’impresa al
pari della devozione e della gratitudine). Ma oggi la parola pellegrinaggio ha molte altre sfumature, è un contenitore
laico in cui trovano posto motivazioni che si chiamano turismo sostenibile, rispetto per la natura, curiosità per storia,
tradizioni e buona tavola, recupero delle origini, viaggio interiore…
— di TINA PANE
Mauro Buffa, l’autore di “Destinazione Giappone”, è un po’ come Paul Theroux, gli piacciono i treni.
Sulla Transiberiana e la Transmongolia ci era già stato e ci aveva scritto due libri. Con il suo ultimo
nato ci racconta il Giappone a bordo di proiettili detti Shinkansen, utilizzando la principale rete ferroviaria nipponica,
la JR, una ragnatela di 27.000 chilometri. Buffa ne percorre 5.000, spostandosi da sud a nord con qualche deviazione a est
e a ovest. In quanto tempo non ci giurerei, ma mi sembra di aver capito almeno in un mese. Il biglietto, che aveva comprato
sul web, era costato la molto accettabile cifra di 709 €. Una volta arrivato, il voucher era stato convertito in una specie
di passaporto, il Japan Rail Pass. Solo il Pass varrebbe il viaggio: copertina azzurro cielo con primo piano di rami di ciliegio
in fiore e il monte Fuji, innevato, sullo sfondo. Un Haiku grafico del Giappone.
— di MANUELA CASSARA'
“Nell'anno in cui apparentemente non siamo andati da nessuna parte” Mariateresa Montaruli –giornalista, interprete e blogger -
ha scritto un libro che non solo ci porta da parecchie parti, ma suggerisce e fornisce tutte le indicazioni utili per farlo in bicicletta.
“Ho voluto la bicicletta” (Vallardi Editore, pag. 228, € 15,90) è una guida tra itinerari, ciclovie e percorsi spesso poco conosciuti,
ma è soprattutto un trattatello sul mondo della bicicletta che fin dalla prima riga dichiara la passione dell’autrice per il mezzo di
trasporto più ecosostenibile che esista (e che nell’annus horrribilis della pandemia ha avuto un picco straordinario di diffusione e vendite).
— di TINA PANE
Perché alcune regioni sono più sviluppate di altre? Perché ci sono e persistono differenze nei livelli di reddito e
di benessere fra regioni e territori all’interno delle economie nazionali? Sono fenomeni naturali o patologici, eccezionali?
Tutte le regioni italiane, e in particolare quelle del Sud, hanno avuto un ventennio molto sfavorevole. Perché non si è riusciti
a invertire queste dinamiche? L’Italia è l’unico paese a essersi trovato in questa situazione o lo stesso è avvenuto altrove in
Europa? Esistono casi di successo a cui ispirarsi o dobbiamo trovare da soli la strada per invertire la rotta?
— di FILIPPO VELTRI
Un uomo e una città. Un grande artista oltre il tempo. E una città che è eterna per definizione. Nino Manfredi e Roma.
A fare da guida all’incontro tra la capitale che ogni volta che la vedi, e anche quando ci vivi, ti sorprende ad ogni
angolo, anche il più conosciuto, a volte solo per una luce, per una nuvola, per un’ombra, e Nino Manfredi, uno dei più
straordinari attori italiani, in prima fila in un’epoca segnata da grandi del teatro e del cinema, che avrebbe compiuto
in questo strano 2021 cent’anni, ci ha pensato Nicola Manuppelli, con il suo “A Roma con Nino Manfredi” per Giulio Perrone
Editore. Omaggio già reso ad Alberto Sordi e anche a Federico Fellini. Sempre la Capitale. Sempre un grande.
— di MARCELLA CIARNELLI
Marta Verginella l’ho conosciuta qualche anno fa a New York, dove passava un semestre come visiting professor all’Istituto Remarque
di New York University, in una delle sue tante peregrinazioni accademiche. Per usare una citazione non dotta ma efficace, direi con
Zerocalcare che “ce semo ‘ncastrate” subito per molti motivi, ma soprattutto il forte interesse a capire le dinamiche della guerra e
del dopoguerra attraverso la lente del genere. Naturalmente sono stata felice quando Marta mi ha invitato a presentare le mie ricerche
in un paio di seminari del Progetto EIRENE sulle donne e i dopoguerra nella regione Adriatica nord orientale, Progetto di cui lei è
investigatrice principale.
— di ANNA DI LELLIO
La parola trekking, che viene dall’inglese (e prima ancora dall’olandese “tirare” riferendosi a un viaggio su un carro
tirato da buoi) è un termine ormai entrato nell’uso comune, ma che solo una quarantina di anni fa suonava esotico se non sconosciuto.
Che cosa sia il trekking, quale diffusione abbia in Italia, quali sono le sue origini, le sue regole e soprattutto i suoi obiettivi,
è materia non scontata che viene affrontata in un piccolo e prezioso libro (ma anche guida e manuale) dall’inequivocabile titolo Trekking
Italia – 20 vacanze a piedi per tutti nelle regioni italiane a cura di Roberto D’Agostino e Carlo Rubini, Ediciclo Editore, pag. 144, € 14,00.
— di TINA PANE
Ci sono, nel calcio come in ogni fiume del secolare agire umano, una histoire événementielle - la storia dei grandi avvenimenti,
dei grandi campioni - e una “nuova storia” che investiga il territorio dei segni, delle sconnessure, del quotidiano e lo fa, certo,
con l’aratro classico degli strumenti storici, aggiungendoci però lo sguardo delle scienze sociali, attento alle strutture profonde
e insieme ai fenomeni di costume. Un lavoro che scava e sa ri-raccontare, a partire anche da minime scintille. Ecco dunque un primo
dato di fatto: nelle nostre italiche lande, di conoscitori-innamorati del calcio massimo e minimo come Nicola Calzaretta non ce n’è
tanti. Punto. E subito a leggere.
— di ANDREA ALOI
Finalmente una guida utile a conoscere per davvero la natura che ci sta intorno. Una guida vera.
Lo dico subito. Fino ad ora avevo trovato libri e libretti interessanti, ma insoddisfacenti. Alcuni erano troppo scientifici.
Altri, troppo scritti. Altri ancora con illustrazioni e disegni che non trovavano riscontro nella realtà: così piante,
erbe e talvolta erbacce non erano riconoscibili. Le une e le altre si assomigliavano troppo. Per esempio, come distinguere
l’ombrello di fiorellini bianchi della innocua carota selvatica da quello della velenosa cicuta? Mai capito, dalle descrizioni
o dai disegni dei vari manuali. In questa guida, finalmente, a pagina 51, la foto. Vera, ben fatta, eloquente, a prova di dubbio:
“quella” è la carota selvatica. E la benemerita è la "Guida alle meraviglie nel tuo giardino" di Giovanna Olivieri, appena pubblicata
da Ediciclo editore.
— di FABIO ZANCHI
Dostoevskij per Giulia Gigante, studiosa che ha curato per Apollinea, la collana di testi e monografie di storia, filosofia e
letteratura di Agorà & Co, un’edizione celebrativa dello scrittore russo in occasione dei 200 anni dalla nascita, è “un eroe solitario”,
come i protagonisti dei suoi più grandi romanzi. E come ha scelto di titolare l’intero suo lavoro. E’ vero che alla solitudine è dedicato
solo il primo dei tre saggi di cui è composto il volume; ma è altrettanto vero che la “solitudine”, imbattibile, cosmica, eterna, che
costringe sia i buoni sia i cattivi delle storie a scappare da se stessi, a desiderare di essere altri, a mimetizzarsi, permea l’intera
opera del grande scrittore russo.
— di MADDALENA TULANTI
Da Marina di Massa, ai piedi delle Apuane, a Pesaro, sul versante adriatico, ci sono 320 chilometri. Lungo quella direttrice,
che taglia in due l’Italia oltrepassando l’Appennino, fu costruita la Linea Gotica, il sistema difensivo tedesco che dal luglio
1944 all’aprile del 1945 rallentò la marcia degli Alleati verso la pianura Padana. Quei 320 chilometri fortificati furono teatro
di aspri combattimenti e di stragi efferate da parte dei nazifascisti, che infierirono sulla popolazione civile. A distanza di anni
la memoria di quegli avvenimenti non si affievolisce. Al contrario, è alimentata da una ricca pubblicistica che aiuta a ricordare.
— di FABIO ZANCHI
"L'Appennino centrale non è da meno delle Alpi con i quasi tremila metri di Corno Grande sul Gran Sasso d’Italia,
che soprattutto in inverno ha stupito anche gli alpinisti del nord abituati a frequentare l’Appennino solo in versione estiva,
pensando che neve e ghiaccio si potessero incontrare solo sul Monte Rosa o sul Bianco.” Queste sono le parole di Corradino Sella
dopo la prima ascensione invernale sul Corno Grande nel 1880.
— di GABRIELLA DI LELLIO
Nella valigia dei “globe trotter” e dentro allo zaino del pellegrino, oltre alle banali mappe turistiche, di solito c’era almeno
un libro di storia e di memorie, ricordi e descrizioni di viaggiatori del passato. Chi voglia accompagnare in questi giorni con una
lettura non banale il cammino (in salita) della politica verso il Colle, può contare su un denso libro di Marzio Breda: “Capi senza Stato,
i presidenti della Grande Crisi italiana”.
Lo si può leggere come un compendio di utili nozioni della storia passata e di quella più attuale, nella chiave delle biografie pubbliche
e private dei più recenti ultimi cinque cosiddetti Inquilini del Quirinale. Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Mattarella. Vite e ritratti
tra i più diversi. Ma accomunati dall’essere i cinque presidenti entrati in quel Palazzo con un profilo solitamente basso e marginale e usciti
con connotati politici e culturali, umani e caratteriali, assai differenti rispetto agli esordi e alla vita passata. Fisionomie che all’uscita
dal Quirinale apparivano modificate, se non stravolte: in ogni caso evidentemente sottovalutate o quanto meno fraintese dai Grandi elettori
durante le grandi e piccole manovre pre-voto quirinalizio, dai giornali e dall’opinione pubblica.
— di VINCENZO VASILE
Le guide di itinerari in montagna, e ve lo dice uno che ne ha scritte parecchie, possono essere di due tipi.
Ci sono le guide-e-basta, tecniche e senza fronzoli, che indicano solo tempi, difficoltà e dislivelli. Chi le
utilizza, a volte, si sente osservato dall’autore, pronto a sgridarlo se sosta per osservare un panorama o una baita,
e se rallenta sulla tabella di marcia prevista.
Poi ci sono le guide-compagne-di-viaggio, quelle che alle informazioni necessarie (destra o sinistra; il periodo
più adatto; i tratti difficili o insidiosi del percorso) affiancano aneddoti e racconti, informazioni su fioriture
e stambecchi, notizie storiche su eremi, torri medievali e trincee.
— di STEFANO ARDITO
Mentre nelle grandi città e nei contesti fortemente urbanizzati la ciclicità del tempo è scandita dalla pubblicità televisiva e
dalle vetrine dei negozi attraverso l’offerta di prodotti più o meno globalizzati – i cioccolatini con gli aforismi, le uova con
la sorpresa, il torrone e naturalmente tutto il variegato campionario di panettoni e pandori - nei piccoli centri di tutta Italia
lo scorrere del tempo e delle stagioni ancora trova riferimento in riti ispirati alla religione e alla devozione.
Esiste tutto un patrimonio di feste per Santi e Madonne, di riti e di processioni diffuso in ogni angolo del nostro paese, sul
quale ogni tanto si accendono i riflettori di qualche servizio giornalistico (soprattutto i TG regionali della RAI) o di qualche
benemerita associazione culturale locale che offre strumenti di conoscenza e approfondimento.
— di TINA PANE
È strano parlare di Pasolini, oggi a cent’anni esatti dalla nascita, partendo dalla fine, dalla sua morte. Eppure quel 2 novembre 1975,
giorno dei morti, resta indimenticabile, come un pugno in faccia. Per Lucia Visca, come per tutti i giornalisti di quella generazione che erano
arrivati nelle redazioni giovanissimi e che vedevano Pasolini come un mito, nutriti dei suoi romanzi e forse ancor più dei suoi film, quel giorno
doveva rimanere come una sorta di imprinting: lei che era davvero quasi una ragazzina e che ebbe la strana ventura di finire per prima all’Idroscalo
di Ostia, quando ancora quel cadavere buttato tra la sabbia, le erbacce e l’immondizia non aveva un nome.
— di ROBERTO ROSCANI
Sappiamo più o meno tutti chi erano Eleonora Pimentel Fonseca o Matilde Serao, due grandissime figure di intellettuali che sempre
ritornano quando si parla della storia di Napoli. E lo sappiamo in virtù del fatto che hanno fortemente influenzato i rispettivi periodi
storici e sociali, emergendo con i loro talenti ma anche con impegno, con grinta e con passione in un mondo a forte prevalenza maschile.
— di TINA PANE
Tutti d’accordo, non ci sono più i partiti di una volta. Perché la storia non si raddrizza, è la storia che mette in riga tutti noi.
Nemmeno gli apparati dei partiti sono più gli stessi (in qualche caso non esistono proprio), le mitiche sezioni con le sedie scomode,
piene di fumo e di gente, sono un ricordo lontano, e ovviamente anche i funzionari di partito non esistono più o sono molto diversi da
quella iconografia di alcuni decenni fa: persone grigie, vestite di grigio, un po’ supponenti, fedeli solo al partito e dedite a un
lavoro fatto di riunioni, incontri, incontri e riunioni, il cui scopo era quello di far funzionare l’apparato di cui sopra e diffondere
il verbo del partito.
— di BRUNO MISERENDINO
È bello il Garda, forse il più bello. Senz’altro è il più grande, con i suoi 370 chilometri quadrati che si incuneano tra Lombardia,
Trentino-Alto Adige e Veneto. Dove lo trovi un altro lago che va dai larghi orizzonti di Peschiera ai gelidi venti alpini di Riva del
Garda che fanno la felicità di migliaia di appassionati velisti? Forse è l’unico lago, il Garda, che non evoca malinconia. Anzi. Per
tutto l’anno è teatro di allegre migrazioni, soprattutto nei fine settimana, quando i veronesi si riversano sulla sponda bresciana e i
bresciani su quella veronese. I mantovani si dividono equamente fra l’una e l’altra. Dall’alto, i trentini assistono con rassegnazione
montanara: per loro l’evento più significativo è legato alla discesa delle genti germaniche, affezionatissime al loro Gardasee.
— di FABIO ZANCHI
Lo si può leggere come una guida a luoghi della natura e a grandi bellezze artistiche, ma anche come un filo di parole attraverso
itinerari nei posti del cuore. O in quelli che ogni volta si dice “un giorno ci devo andare” e poi non succede, come aiuto per disvelare,
città, monumenti, montagne, mari sconosciuti. Luoghi che d’improvviso appaiono come indispensabili, non più rinviabili.
Qualunque sia la chiave questo, e anche di più, può essere aprire il libro di Marina Viola “I più belli d’Italia”, guida ai luoghi
patrimonio dell’umanità Unesco, riedito da All Around, oltre 200 pagine arricchite dalla traduzione dei testi in inglese.
— di Marcella Ciarnelli
A scorrere le pagine della “Controstoria della Belle Époque”, illustratissimo, sorprendente e dovizioso viaggio di Dino Aloi negli sferzanti
fogli umoristici e satirici soprattutto francesi a cavallo tra Otto e Novecento, viene da benedire quest’arte dell’indomito, libero sberleffo
e la sua meravigliosa, indispensabile necessità, con quello sguardo da lontano e nello stesso tempo conficcato nel mondo, quel graffio di
penna e matita che grida un dolore, addita l’ingiustizia, ribalta il senso comune.
— di Redazione
Non ho da vantare titoli in campo letterario. Sono un funzionario del PDS in pensione. Ma dichiaro senza reticenze che
Cammina leggera mi ha intrigato, coinvolto. Cosa mi ha colpito? In sintesi, la vicenda di una donna, Matilde, che fin da
bambina, per poter avere fiducia in se stessa, ha bisogno della valutazione dell’altro da sé: il fratello, la madre, il padre,
lo psicanalista, l’amante, potrei dire gli amanti, etc. Una donna, in sostanza, cui è stata rubata o quantomeno fortemente
condizionata la capacità di essere autonoma nella relazione con l’altro e che abbisogna di un timbro parentale (materno e del
fratello, dell’ultimo compagno di vita Piero) per potersi sentire adeguata alle diverse situazioni in cui si viene a trovare.
— di SERGIO SABATTINI
Confesso che per quel che riguarda il colpo di scena finale ho puntato sul cavallo sbagliato. Del resto “Il passo falso” si intitola
questa bella storia scritta da Marina Morpurgo, giornalista prima dell’Unità, poi di Diario, scrittrice e traduttrice.
Belle storie in realtà, perché nel libro si intrecciano tre vicende parallele sfalsate anche nel tempo: i giorni nostri, il 1924 a Londra,
il 1943 sul Lago di Como. L’alternarsi di epoche e luoghi all’inizio dà una leggera vertigine che però passa presto, giusto il tempo di
incuriosirsi e poi appassionarsi a personaggi che sono quello che sembrano, ma anche altro.
— di LAURA GNOCCHI
Un po’ guida turistica classica, un po’ taccuino di viaggio à-la Chatwin: è nata da qualche anno nel mondo Touring, la collana
che fonde insieme il racconto dei luoghi con gli spazi bianchi su cui prendere appunti.
L'uscita più recente, “Sentieri del Lazio”, è stata prodotta dal Tci con Unioncamere Lazio e presentata ieri, il 27 aprile, nella
sala del tempio di Adriano a Roma. L’hanno curata due firme di qualità, autentiche garanzie per chi ama muoversi fra boschi e borghi:
Stefano Ardito, pioniere della divulgazione alpinistica, naturalistica e poi dell’Italia dei camminanti; e Natalino Russo, generazione
successiva, naturalista e speleologo, a sua volta informatissimo esploratore/raccontatore.
— di VITTORIO RAGONE
Il romanzo ha come protagoniste la piccola Elisabetta e sua madre comunista tutta d’un
pezzo, e è ambientato nel 1956, annus horribilis per il Pci a causa
dell’invasione dell’Ungheria e del crollo del mito di Stalin. Il
racconto mette a fuoco l’universo parallelo vissuto da Elisabetta e
da quelli come lei. In quegli anni i figli del Partito non leggevano
i fumetti come Topolino o il Corriere dei Piccoli, ma il Pioniere, un giornaletto assai pedagogico.
di FABIO ZANCHI
La saga della spada nella roccia non l’ha
inventata Walt Disney con il suo film; e non l’ha inventata neppure lo
scrittore britannico Terence Hanbury White dal cui
romanzo omonimo - pubblicato nel 1938 e parte della serie denominata
Re in eterno - Disney trasse il film. In realtà il
Semola disneyano è l’erede di una storia che
affonda le radici nell’XI secolo...
di MARCO BRANDO
Fabrizio Ardito, scrittore e camminatore, presenta l’ultima guida per Ediciclo - “Il Cammino
Inglese per Santiago a piedi”. La Galizia e il vademecum preparatorio
alle tappe (per niente proibitive) di un Cammino già molto amato dagli italiani. Highlights di due tragitti possibili:
quello che va da Ferrol a Santiago de Compostela passando per Pontedeume, Betanzos, Hospital de
Bruma e Sigüeiro (114 chilometri circa); e quello che da A Coruña taglia
direttamente per Sergude (75 chilometri circa). ...
di REDAZIONE
Nel 2019 il Consiglio d’Europa ha approvato l’estensione del
percorso francigeno da Roma a Santa Maria di Leuca. I cammini del sud
attraversano quattro regioni - Lazio, Campania, Basilicata e Puglia -
per oltre 900 chilometri di strade e mulattiere. Terre di mezzo propone
la Francigena del Sud in una guida accattivante e ricca di spunti ...
di REDAZIONE
Poco più di un migliaio di abitanti, San Nicola da Crissa è nel cuore della Calabria,
sulle Serre Vibonesi. L’antropologia di Vito Teti nasce lì, nella stradina in
cui è nata la sua famiglia poi disgregata dall’emigrazione con il padre andato in Canada e
cementata da una madre, come nella tradizione di quella terra, forte e dolce, rigorosa e protettiva...
di MATTEO COSENZA
Se vi piace viaggiare, con le gambe e con la testa, avete una
passionaccia per il mare, cercate di godervi la vita anche a tavola,
se da ragazzini sfogliando un libro di Corto Maltese avete pensato
almeno una volta di fare l’avventuriero come lui, questo libro fa
per voi....
di CARLA CHELO
Alberto Stasi è stato condannato ingiustamente, secondo il libro-inchiesta
'Il garbuglio di Garlasco. Un perfetto colpevole e l’ostinata ricerca
della verità', appena edito da Rubbettino e scritto da Gabriella
Ambrosio (giornalista, scrittrice e, come professione prevalente,
pubblicitaria di lungo corso). Nel frattempo Stasi, quasi
quarantenne, continua a proclamare la sua innocenza...
di MARCO BRANDO
Un aggettivo ricorre spesso in questo libro per descrivere le
ascensioni e le nuove vie aperte sulle rocce: elegante. Per chi non
è un esperto di arrampicate è una parola significativa, spiega una
delle qualità richieste agli scalatori, invisibili ai più ma
apprezzate dagli appassionati. 'Monte Bianco, il gigante delle Alpi'
è l’ultimo libro di Stefano Ardito, uno dei più esperti e
appassionati scrittori di montagna ...
di CARLA CHELO
Case-rifugio in un paese della provincia di Napoli. Case che ospitano parenti, amici, balie, collaboratori, clienti.
Uno spaccato affascinante dell'Italia appena passata, che sembra già così lontana...
di ROBERTO ROSCANI
Il titolo dice tutto: “Per ritrovarti devi prima perderti”. Il perdersi e il ritrovarsi in questo libro di Franco Michieli
(Ediciclo editore) non sono semplici richiami psicologici, ma alludono a qualcosa di più radicale, ad un modo di affrontare il
“viaggio” che somiglia molto al modo di affrontare la vita.
di ROBERTO ROSCANI
Deviazioni inedite raccontate dagli abitanti”, una guida a cura
di Wu Ming 2, uno dei componenti dello storico collettivo di scrittura: ciceroni che ne sanno a pacchi e vi potranno accompagnare verso
normalità inaspettate, indomiti alberi da record, acque segrete, ecosistemi umani...
di ANDREA ALOI
Inizi a leggere il libro e ti ritrovi immerso in un clima che non esiste più: lotta politica, scuole occupate, autogestione, l'
insidiosa sfida sull’egemonia di un movimento caotico. Insomma siamo nel 1977, e sbuca lo spettro della lotta armata, delle riunioni semi
clandestine che si muovono nello spazio grigio tra estremismo e terrorismo. Ma poi il romanzo vola nel futuro ...
di ROBERTO ROSCANI
Andare e venire in una valle della Liguria: i racconti davanti al fuoco di mille mestieri umili e faticosi,
dagli uomini che andavano a lavorare nelle tonnare e delle donne che andavano a fare le mondariso...
di DONATA BONOMETTI
L’autobiografia,, curata da Alessandra Baduel, di Flavia De Luise, che per più di sessant’anni è stata, con la sorella Luisa,
la parrucchiera di uno dei borghi pù famosi del mndo. Le occhiate lunghe e gli scatti sui bikini
di Jayne Mansfield, e tanti altri ricordi...
di CARLA CHELO
Milano non dimentica. Non può. Del resto, come potrebbe? Sono numerose le case, le vie, numerosi i quartieri in cui si possono vedere
i segnali della guerra, per fortuna risalenti a tanti anni fa. In centro città non è difficile vedere ancora le frecce bianche e nere,
con la scritta “R”, che indicavano i rifugi antiaerei. In pratica degli scantinati profondi, dove la gente si affollava al suono delle sirene.
Ci sono ancora, a distanza di anni, alcuni ruderi provocati dai bombardamenti...
di FABIO ZANCHI
Chi vuole utilizzare questa guida, anche se conosce Napoli o addirittura ci ha
vissuto per qualche anno o ci vive ancora, può scegliere modi e significati, dal “cuoncio cuoncio”
- adagio, appunto - al random lento, fino al percorso proverbiale....
di GIGI SPINA
Camminare è osservare, stabilire un rapporto diverso tra te e i luoghi che attraversi. ù
In questo libro il cammino non è di quelli clasici. Sì, si passa per Roma ma
attraverso le vene disegnate
dalla natura (e dall’uomo) per la bellezza di 433 chilometri....
di
ROBERTO ROSCANI
Nel 1968 Franco Angeli Editore pubblica, dopo il grande successo ella precedente, la seconda edizione "aggiornata e ampliata" di "I segreti dei grandi cuochi" di Giorgio Colorni, un viaggio nei locali e nelle cucine di quelli che, a quel tempo, rappresentavano al meglio la ristorazione nazionale....
“…di lotta e di cura…” , autrice Maria Chiara Risoldi: un racconto che, in realtà, è un accurato reportage sulla Casa delle donne di Bologna e, ancor prima, sui sommovimenti interni al movimento femminista, sulle sue riflessioni e anche sulle sue divaricazioni...
Due scienziate - Maria Pia Abbracchio e Marilisa D’Amico, due carriere parallele e distanti, l’una nella farmacologia, l’altra nel diritto costituzionale - ci raccontano la fatica che può fare una donna per imporsi e ottenere riconoscimento...
Un viaggio nella memoria che ascolta le storie di giovani soldati partiti dalla Scuola Militare della Nunziatella di Napoli per andare a combattere nella Grande guerra, oltre un secolo fa. Tra ricerca d’archivio e fotografia, un meta-racconto che narra e raccoglie le vicende dei giovani soldati . ..
Le vicende si svolgono quasi completamente in Georgia a partire dai primi anni del ‘900, quando un maestro pasticciere inventa una ricetta magica di cioccolata calda che segnerà i momenti più significativi della vita della famiglia protagonista del romanzo. Vere protagoniste le donne
Torna in libreria un libro su Tina Anselmi, scritto con Anna Vinci, che ricostruisce tassello su tassello la vita dedicata alla politica della partigiana di Castelfranco Veneto, alla quale la Rai dedica una fiction. Un racconto in prima persona, una grande vicenda civile.
Conflitti travestiti da missione di pace: ne parlano Massimo De Angelis e Giampaolo Cadalanu, solidi ed esperti inviati in materia per lunga esperienza anche sul campo, rispettivamente della Rai e di Repubblica, in un libro che raccoglie il racconto dei diretti protagonisti, i militari italiani.
Dieci anni di Bergoglio e la novità assoluta della coabitazione di due pontefici, del regnante Francesco e del papa “emerito” Benedetto XVI. Il Papa “teologo”, che con il suo sorprendente "ritiro" ha cambiato la storia della Chiesa. Una ricostruzione dall'interno del vaticanista Orazio La Rocca.
Ci sono storie che rimangono attuali per anni come quella descritta nel libro “La voce di Ajla”, in cui si parla di immigrazione, di guerra e di esuli, e che è stato pubblicato appena prima dell’inizio della guerra in Ucraina. Le due protagoniste raccolgono tutta la sofferenza di tanti che hanno vissuto esperienze nei campi profughi. .
Quanto dista Bucha da San Terenzo Monti? Un nulla. Dall’Ucraina di oggi alla Lunigiana di ieri, un precipitare nella memoria. Lo stesso “brivido di pancia che cresce in piccoli fiotti, come onde via via più alte, fino ad arrivare alla gola”: la paura, l’orrore delle stragi di guerra, è la stessa. La paura di quello che non si conosce.
Un curioso libro di Luigi Epomiceno ci spinge a cercare nelle sue pagine la risposta ad uno dei quesiti fondamentali della nostra esistenza. Noi forse sappiamo da dove proveniamo. A malapena sappiamo chi siamo. Ma su dove stiamo andando, credo che ci sia una tale nebbia che arrischiarsi a fare ipotesi coincide quasi con l’elucubrazione profetica.
Siamo al terzo titolo della trilogia della 'diacultura', il primo fu "Il segreto del Tuffatore", a seguire, in un anno significativo, "L’isola degli dei. Procida capitale della Diacultura", e ora "Odissea 4.0, Nessuno ricorda Ulisse" , dove quel 4.0 rende anche plasticamente la significativa temerarietà dell’operazione.
Un professore, Attilio Scienza, un’archeologa, Rosa Roncador, e un giornalista, Nereo Pederzolli, insieme per condensare in un racconto il buon bere in regione. Il risultato è il loro “Raccontare il Trentino del vino”. Un’enciclopedia enologica ricca di informazioni e resa elegante da immagini e fotografie di gran formato.
Vespisti si nasce o si diventa? Nascerci forse no, ma certamente chi ha avuto la ventura di imbattersi nella Vespa in qualunque stagione della sua vita, racconta in 'Le infinite strade della Vespa' Lorenzo Franchini (edizioni Ediciclo) appare difficile che poi possa farne a meno.
C’è una Roma meno nota, cancellata dalle memorie o sepolta nelle cavità del sottosuolo, o abbandonata in archivi inaccessibili. Ritrovarne un pezzo, per chi non sia di mestiere storico, architetto o urbanista (e magari anche per loro) può rivelarsi una sorpresa gratificante.
Un incontro con Elsa Morante dentro e oltre la Storia. Forse è questa la ragione più profonda che ha spinto Goffredo Fofi a radunare in un unico testo lettere scritte e scambiate con la grande scrittrice. Narrano la “Storia di un’amicizia” a tratti pacificata, più spesso turbolenta ma sempre percorsa da un forte sentimento di affetto che non si interromperà mai né mai verrà negato.
Stefano Ardito nel suo nuovo libro, “Guerra in Appennino 1943-1945: lotta per la libertà” (Corbaccio editore) aiuta a colmare le lacune della memoria collettiva, e ci restituisce una galleria di grandi personaggi e episodi dimenticati, di sofferenze indicibili, atti di valore, lezioni civili nel biennio della ritirata tedesca.
Mi capita di avere tra le mani "Tempo intermedio", nuovo libro fotografico di Manuel Cicchetti per i tipi di Edizioni Postcart, poco dopo aver letto un'interessante
definizione di fotografia secondo il giornalista, scrittore e critico fotografico di Repubblica, Michele Smargiassi. Il quale ragionando su origine e ipervitalità del
mezzo di comunicazione di massa più diffuso al mondo a un certo punto scrive: “La fotografia è coetanea, anzi è sorella di sangue dell’era della rivoluzione industriale,
del capitalismo imperialista, degli stati nazionali, del colonialismo, della mercificazione integrale del pianeta.
di ROBERTO ORLANDO
Capita ad ogni viaggiatore. Dopo qualche giorno in un qualunque Paese, sembra di averne compreso a fondo cultura,
misteri, stili di vita. Di esserci già stati, colpevoli in questo caso le ambientazioni dei film o delle serie televisive.
Poi però succede di ritornarci dopo qualche anno e si scopre che niente si era capito di quei luoghi, di quella realtà.
A leggere il libro di Edoardo Lombardi Vallauri “Non capire il Giappone” ci si rende conto subito che, se mai dovesse capitare di andarci,
sarà meglio non peccare di superbia.
di MARCELLA CIARNELLI
Un romanzo che ci aiuta a capire cosa sia successo
in Albania in anni ancora molto vicini a noi, in un paese che,
ancora oggi, risulta essere defilato dai riflettori della politica
internazionale. Un utile contributo per capire cosa sia accaduto in
Europa per via del fallimento di un progetto politico e sociale che
continua invece a essere, nostro malgrado, sotto i riflettori della
storia.
di MASSIMO CECCONI
Il vento di quella terra, senza il quale il clima la
renderebbe impossibile. Il mare pazzesco,
lo Jonio. E le tante tracce di una civiltà generosa e altissima,
che ha nutrito per secoli i cuori e le meningi di tanti popoli sparsi per il Mediterraneo.
di FABIO ZANCHI
Gli aggettivi per definire la complessità del lungo racconto di Gian Marco Griffi
si affardellano scompostamente: fecondo e facondo, picaresco e magico, opulento e appagante,
poderoso e portentoso, struggente e consolatorio...
di MASSIMO CECCONI
Un godibile sussidiario enoico, un gioco impostato con meticolosa
competenza e altrettanta spensieratezza. Basata, questa, su precise annotazioni.
Talmente variegate che si possono ‘degustare’ centellinandole, magari nel sorseggiare
i 180 vini selezionati.
di NEREO PEDERZOLLI
In 219 pagine i ricordi di chi l’ha conosciuto, gli Anni ’50, con la
scoperta della musica, il jazz e il rock’n’roll, da suonare nelle cantine con gli amici fino a tardi. E poi
la tv, la collaborazione con Gaber, il teatro. I suoi racconti della gente più semplice, più
strampalata, più sfortunata, più umana.
di FABIO ZANCHI
Un libro di Paolo Birolini che è luogo reale, vissuto e sofferto in prima persona, fatto di nomi, toponimi, personaggi in carne e ossa
nella zona prientale di Napoli; ma anche materiale malleabile, continuamente nutrito da frammenti
di sentimenti, fino alla conclusione delle tre giornate in cui l’autore suddivide il percorso.
di GIGI SPINA
Emiliano Cribari, con questo delizioso "piccolo omaggio alla malinconia
che allieta” edito da Ediciclo ci riconcilia con un fenomeno atmosferico che spazia dalle goccioline quasi festose,
ritmiche, dolci alla tempesta, ma che sempre certamente bagna.
di MARCELLA CIARNELLI
Un libro di Luca Bergamin per il Mulino, in una collana pensata proprio
per costruire itinerari di viaggio e di scoperta attorno alla frase “Andar per…”.
E i fari hanno in sé tutta la suggestione necessaria a diventare
il filo conduttore di un viaggio.
di ROBERTO ROSCANI
Rivoluzione e sesso, inconcludenti, incompiuti, quasi una traccia che attraversa “Quei giorni torneranno” di Fabio Luppino (Santelli
Editore, euro 12,99). Eppure è tutt’altro, è la storia di un giornale. È la storia – mai nominata – dell’Unità: fogli di appunti,
di ricordi, di emozioni, di viaggi nelle guerre, di invenzioni
letterarie attraverso soprattutto una serie di donne.
di SILVIA GARAMBOIS
Che cosa dovrebbe essere davvero un carcere? Aiuta a rispondere a questa domanda la lettura del libro
che Pier Vittorio Buffa e Anthony Santilli hanno dedicato per le Edizioni Ultima spiaggia
al carcere di Santo Stefano, voluto dai Borboni su uno scoglio di mezzo chilometro quadrato
di fronte all’isola di Ventotene e in servizio effettivo permanente per più di un secolo e mezzo:
fu ideato e costruito nel 1793 su ordine di Ferdinando quarto, re di Napoli e dismesso nel 1965.
Vicende di quasi due secoli, che il libro attraversa e ricostruisce.
di MARCELLA CIARNELLI
Un viaggio vagante tra scomodità evidenti e pensieri inquietanti cercando - dice l'autore - "l'uomo nero" che sta "nel profondo della
coscienza occidentale". Un libro in cui l' attenzione è puntata su chi è borderline. Gli incontri con i barboni, i reietti che compaiono numerosi.
Ne esce una mappa senza confini, che va da Bologna a Murmansk e Teriberka, suggestiva per i richiami storici e letterari, in un
itinerario che di tortuoso non ha soltanto le vie infinite che l’uomo percorre alla ricerca di se stesso.
di FABIO ZANCHI
Arte e politica si guardano in cagnesco. Da sempre, e a ogni latitudine. Certo, non mancano periodi storici in cui i rapporti
volgono al sereno, soprattutto quando l’arte è celebrativa del potere. Ma le tensioni sopravvivono, sotto sotto. E il più delle
volte vanno in aceto. L’effetto non sempre è tragico, fortunatamente. Anzi spesso vanno in scena, in nome della censura,
episodi esilaranti.
di FABIO ZANCHI
Una famiglia in un piccolo centro del Varesotto tra la città e il lago Maggiore, Cabiaglio, poi divenuto Castello Cabiaglio; una
radice familiare solida anche se nel tempo cambiano i cognomi per l'alternarsi dei ceppi familiari; una casa attorno a cui tutto
ruota. Meglio ancora, una pianta di vite di uva fragola piantata dalla "matriarca", la nonna Ernesta, in un angolo del giardino.
di ROBERTO ROSCANI
Un libro sulla Corte Costituzionale destinato a tutti. Non una storia dell'istituzione, bensì il racconto di una esperienza durata 5 anni
che la ha notevolmente cambiata. Una esperienza di comunicazione ma anche una esperienza di apertura, di scambio, di “trasformazione”
verrebbe quasi da dire, infine di “viaggio” nel Paese.
di ROBERTO ROSCANI
C’è anche il Vajont, la colpevole tragedia di cui ricorrono i sessanta anni, a far da sfondo ad alcune delle quindici storie,
tra Veneto, Friuli e Trentino, raccontate a Vittorino Mason, scrittore, alpinista e anche poeta, dai 'custodi della montagna',
“gente sagace e saggia che sa fare del poco tanto e di due patate una minestra.
di MARCELLA CIARNELLI
Può un libro dal titolo impegnativo come “Una storia dei diritti delle donne” essere letto come un libro giallo? Facciamo spoiler,
il colpevole si ritrova facilmente nelle ultime 7 pagine e un po’: fitte fitte di titoli di leggi a favore delle donne approvate tra
il 1919 e il 2022.
di SILVIA GARAMBOIS