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Ratzinger
e la Rinuncia

La ricostruzione in un libro
del vaticanista La Rocca.
"Non sono scappato"

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Dieci anni di pontificato sono un tempo di bilanci. È stato così anche con Papa Francesco. Il 13 marzo 2023 fa un decennio dalla sua elezione a successore di Pietro, e così il suo pontificato di cambiamento è finito sotto i riflettori. Commenti, interventi, critiche per analizzare le sue scelte di governo, i suoi tanti cantieri aperti, i “processi” che ha avviato. Compresa - per i malevoli - la possibilità di una sua “rinuncia”, viste le non buone condizioni fisiche e l’improvviso ricovero al Policlinico Gemelli.

Ma c’è chi ha spostato lo sguardo su un’altra particolarissima realtà di questi dieci anni: la novità assoluta della coabitazione di due pontefici, del regnante Francesco e del papa “emerito” Benedetto XVI. Chi ha dato conto dei dieci anni di ritiro in meditazione, studio e preghiera nel monastero Mater Ecclesiae, nella parte più isolata e protetta dei giardini vaticani, del Papa “teologo”, che con il suo sorprendente “ritiro” ha cambiato la storia della Chiesa. Non vita privata, ma una forma diversa di servizio alla Chiesa. Con un’attività importante di relazioni, contatti, incontri, contributi di studio e riflessioni con il mondo ecclesiastico e con studiosi, intellettuali ed esponenti della cultura laica di tutto il mondo. Joseph Ratzinger, fino a quando le forze glielo hanno permesso, ha continuato ad essere uomo di Dio che testimonia la sua fede con il confronto e il dialogo con il mondo contemporaneo.





Proprio a questi dieci anni di vita riservata del papa “emerito”, distante dai riflettori ma intensa, dedica la sua attenzione il vaticanista di Repubblica Orazio La Rocca con il suo documentatissimo libro “Ratzinger, la scelta. 'Non sono scappato' ” edito dalla San Paolo. In oltre trecento pagine di cronaca quotidiana racconta la storia di questo decennio così come la si è vista e vissuta all’interno del monastero Mater Ecclesiae.

Grazie ad un lavoro meticoloso di ricerca e di documentazione su interventi, articoli, interviste e commenti l’autore ci ha restituito la quotidianità delle giornate trascorse da Benedetto XVI nella sua dimora monastica assistito dalle quattro Memores e dal suo segretario mons. Georg Gänswein che sarà il ponte e il custode dei rapporti dell’anziano pontefice con il mondo esterno, con la Curia romana, con gli ambienti ecclesiastici, il mondo della cultura, gli amici e i tanti fedeli.





Scorrendo le pagine del libro si è aiutati a comprendere come in tutti questi anni il Papa “emerito” sia stato presente in forme nuove nella vita della Chiesa. Come si sia sviluppata l’inedita e felice coabitazione di due pontefici in Vaticano grazie soprattutto alla costante attenta disponibilità di Francesco, il Papa “regnante”. Un equilibrio non scontato. Spesso insidiato da quei settori di Curia e della Chiesa che in dissenso con i processi di cambiamento avviati da Bergoglio hanno provato a fare di Joseph Ratzinger il Papa teologo, l’autorevole bandiera della tradizione sotto cui cercare protezione. Tentativi a cui Benedetto XVI non si presterà. Resterà un interlocutore, ma non si farà strumentalizzare dagli ambienti tradizionalisti anche se suo malgrado resterà il loro più autorevole riferimento.

Prima ancora dell’elezione di Bergoglio, già dimissionario, Ratzinger aveva assicurato rispetto e devozione al suo successore, che avrebbe sostenuto con la preghiera e la riflessione. Così è stato. Ma il libro sin dal titolo si pone un obiettivo: chiarire che la scelta straordinaria della “rinuncia” non è stata una fuga dalle responsabilità di governo. “Non sono scappato”, terrà a puntualizzare Benedetto XVI per spiegare come al contrario la sua sia stata una scelta di governo per la Chiesa ponderata e coraggiosa, visto che non si sentiva più le forze necessarie per assolvere al suo mandato.

Già quelle venti righe scritte di suo pugno in latino e lette ai cardinali riuniti in Concistoro l’11 febbraio 2013 erano state chiare. Ma la situazione della Chiesa in quegli anni, tormentata da divisioni, scandali finanziari, lacerazioni e infangata dal cancro della pedofilia ha alimentato le teorie del condizionamento, delle dimissioni condizionate dalla situazione. Il volume di Orazio La Rocca evidenzia le risposte date con serenità e fermezza dall’anziano pontefice e dai suoi più stretti collaboratori. Ratzinger riconosce il limite delle sue forze rispetto alla prova e con gesto di responsabilità e amore per la Chiesa, di libertà dal potere e di grande fede, decide la rinuncia. Forse avrà pesato l’essere stato testimone diretto degli effetti della lunga agonia di papa Giovanni Paolo II con la Chiesa senza una guida sicura. Chi non mancherà di sottolineare la grandezza e la forza evangelica di questo gesto sarà proprio papa Francesco.

Correspondence Album Cover


Ratzinger. La scelta
"Non sono scappato"

Orazio La Rocca

San Paolo Edizioni Euro 25

Così andiamo all’altro grande tema affrontato dal volume: la lunga coabitazione dei due pontefici a partire dal 13 marzo 2013 dalla sera della nomina del nuovo papa. Il primo gesto di papa Francesco sarà telefonare al suo predecessore. Un’attenzione costante e affettuosa che porterà Bergoglio a valorizzare in ogni occasione Benedetto XVI, a volerlo al suo fianco nelle cerimonie ufficiali, ad omaggiarlo per ogni ricorrenza, a condividere con lui le decisioni importanti per la vita della Chiesa. Francesco parlerà più volte della fortuna di avere in casa “un nonno saggio che lo assiste con la preghiera e con il consiglio”. Un rapporto personale forte che andava oltre la stima e il rispetto.

Più problematico e freddo è stato quello con l’arcivescovo Gänswein. A lui sono state imputate alcune incomprensioni e qualche incidente di percorso, come la firma di papa Benedetto del libro “Dal profondo del nostro cuore” scritto dal cardinale Robert Sarah a difesa del celibato del clero e contro l’ordinazione di uomini sposati in discussione durante il Sinodo sull’Amazzonia, fortemente critico verso le aperture di Bergoglio.





La Rocca dà conto di chi afferma che il pontificato di Francesco sia stato in fondo, anche se con sensibilità diversa, la continuazione di quello di Benedetto XVI, quasi a sminuire la radicalità dei processi avviati dal Papa gesuita. Sono due “grandezze” diverse e sicuramente quella di Bergoglio non sarebbe stata possibile senza quella “rinuncia”, segno di libertà da ogni logica di potere e di mondanità ben presente nella Curia romana. Il coraggio e la fermezza di papa Ratzinger nella lotta alla pedofilia e per la trasparenza nella vita della Curia, la sua condanna della dittatura del relativismo e l’apertura al confronto con la cultura contemporanea, all’ecumenismo e al dialogo con le altre religioni hanno aperto la strada a Francesco. La profondità del suo insegnamento teologico e pastorale hanno reso centrale nella vita della Chiesa la Misericordia e la difesa della dignità centrali in papa Bergoglio.





Il vaticanista ripropone per intero la cronaca della vita di Benedetto XVI, le sue giornate fatte di preghiera, studio, letture, incontri, passeggiate, ascolto della musica. Fino a quando il fisico lo ha permesso, sino a quel 31 dicembre 2022, quando si spegnerà. Aveva 95 anni. I suoi funerali sono stati semplici, ma l’afflusso di popolo commosso che gli ha reso omaggio ha ben reso la stima, l’affetto e l’ammirazione verso questo uomo colto, sensibile, timido, dalla profonda fede e dal grande coraggio.

Il libro propone racconti, commenti e interviste anche di gente semplice, di abitanti di Borgo Pio che lo hanno conosciuto e stimato. C’è chi lo ha definito un santo. Peccato che proprio l’ultima fase della sua vita sia stata turbata dall’accusa arrivatagli dal Rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Avrebbe coperto un prete pedofilo quando era arcivescovo di Monaco di Baviera. Si difende Ratzinger. Ha 95 anni. Scrive una lettera alle vittime. Ricorda il suo impegno per estirpare questo cancro dalla Chiesa e i suoi incontri da pontefice con le vittime, la sua richiesta di perdono. Papa Francesco è con lui.




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