- di ANDREA ALOI
- (immagini Rai)
- 2 FEBBRAIO 2025
SANREMO EXTRALARGE
L'ARCI-ITALIA SUL PALCO
Teatro Ariston, dall’11 al 15 febbraio l'happening canoro ci parlerà un’altra volta del nostro Paese meglio del rapporto annuale del Censis. Italia, terra di rapper buoni e rapper cattivi, custodi della melodia, officianti su Rai1 nel segno dell’eterno moderatismo di scuola democristiana per un circo all-inclusive di famoserie varie, “personaggi” tv ospiti in tv, misuratissime spruzzate di attualità, innocue pensosità, con qualche scandaletto scalda-audience. Sanremo contiene tutto e di più, contagia discorsi e media, ci mette davanti a uno specchio, lo guardiamo per riconoscerci con adesione o farci sentire migliori nel rifiuto sdegnato della scintillante, godibile fatuità dell’Evento.
SAGITTARIUS, LA STORIA
DI UN FATTORINO ALL'ONU
Come Leonida Felletti, nato nel 1906 in provincia di Ferrara, da fattorino, correttore di bozze
e giornalista poi, venne chiamato a far parte del Bureau International du Travail a Ginevra e fu successivamente
capo della delegazione italiana all'ONU
per il problema degli italiani all’estero. Una nuova rubrica di Francesco Albertelli, l'Italia della memoria.
DALL'ARCHIVIO
Morisot
la madre
impressionista
Una doppia mostra a Genova e Torino per i 150 anni del movimento ...
Venosa fuori rotta
da Orazio
all'Incompiuta
Viaggio nella città-scrigno lucana, tagliata fuori dalle moderne rotte
Capitale della Cultura 2027
ecco le finaliste
La Giuria per la selezione della città Capitale italiana della Cultura 2027
ha scelto i 10 progetti finalisti. Ecco i comuni finalisti:Capitale della Cultura 2027
ecco le finaliste
- Alberobello, progetto “Pietramadre”
- Aliano, “Terra dell’altrove”
- Brindisi, “Navigare il futuro”
- Gallipoli, “La bella tra terra e mare”
- La Spezia, “Una cultura come il mare”
- Pompei, “Pompei Continuum”
- Pordenone, “Pordenone 2027. Città che sorprende”
- Reggio Calabria, “Cuore del Mediterraneo”
- Sant’Andrea di Conza, “Incontro tempo”
- Savona, “Nuove rotte per la cultura”
Le finaliste verranno convocate per le audizioni pubbliche il 25 e 26 febbraio 2025. Alla città vincitrice verrà assegnato un contributo finanziario di un milione di euro per realizzare le iniziative e gli obiettivi delineati nel progetto di candidatura.
Luoghi
Infernot del Monferrato / 1
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 2
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 3
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 4
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti i
Infernot del Monferrato / 5
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 6
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 7
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 8
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 9
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 10
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 11
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 12
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 13
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 14
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 15
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 16
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato/ 17
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato/ 18
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
Infernot del Monferrato / 19
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti
La Certosa di Pavia / 20
Un giorno d'Infernot nel Basso Monferrato. Siamo a Cella Monte e a Rosignano Monferrato e l'Infernot non ha niente a che vedere con diavoli e dannati, ma più probabilmente è un paradiso per gli amanti del buon vino. Perché "l'infernot" da queste parti è una cantina scavata dai contadini a colpi di piccone in un particolare tipo di arenaria che si chiama Pietra da Cantoni. E così sotto le case si trovano labirinti senza aerazione che collegano tra loro ambienti di forme diverse, ma perlopiù circolari perché più facili da scavare, che scendono fino a decine di metri sotto terra, dove venivano conservati gli alimenti, bolliva il mosto e riposava il vino. Qui sotto infatti la temperatura permanente è intorno ai 15 gradi e l'umidità è garantita dalla differenza termica tra interno e esterno. Per paradosso, si può dire che dove fino a 7 milioni di anni fa c'era il mare ora maturano il Barbera e il Grignolino. Gli Infernot, come tutto il paesaggio del Monferrato (insieme con Langhe e Roero), sono Patrimonio dell'Umanità Unesco e se hai qualche dubbio non ti resta che andare a controllare di persona. A Rosignano hanno organizzato un circuito visita che comprende oltre agli Infernot anche alcune tappe a carattere culturale che comprendono, tra l'altro, due chiese, la bottega del liutaio Arnaldo Morano trasformata in galleria d'arte e la sala del Consiglio Comunale sotto il quale si trova uno degli infernot più affascinanti. Nel piazzale del Municipio c'è la bocca dell'infernot da cui un tempo veniva calata l'uva per essere pigiata e poi avviata alla fermentazione, ma lo spettacolo si apprezza da sotto: la luce crea colori particolari, dal blu al porpora, che sono le tracce sedimentate negli anni del passaggio dei grappoli. Il tour parte dall'Info Point di Rosignano e dura circa un'ora e mezza. Cella Monte invece è anche nell'élite dei "Borghi più belli d'Italia" e pertanto, come da protocollo, è tutto estremamente grazioso e ben curato. Anche qui ci sono Infernot visitabili. In alcune di queste foto ci sono quelli dell'Azienda vitivinicola Cinque Quinti