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Cuore nero
d'Italia

Delitti e misteri
dall'unità fino ai Duemila

Una recensione di
FABIO ZANCHI

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Il nostro Paese ha il cuore nero. Altroché sole pizza e mandolino. C’è un filo rosso che lega la sua storia. Un filo rosso sangue che racconta di delitti privati, misfatti criminali, stragi e violenza di Stato. Una storia che comincia nel lontano 1860 e arriva fino a oggi. Senza interruzioni. Con alti e bassi, a sfidare la nostra memoria. Una memoria collettiva assai labile. Che soprattutto negli ultimi tempi sembra perdere colpi.

A salvarci dalla nebbia dell’oblio c’è un libro importante ed efficace. Importante perché efficace. Lo ha scritto Roberto Casalini. Giornalista, nato a Cagliari e cresciuto a Sassari, da anni vive e lavora a Milano. Per come lo conosco – tra gente del mestiere ci si conosce anche se non ci si frequenta – è uno dalla memoria ferrea, che coltiva con una determinazione straordinaria. Di ammirevole capacità di lavoro, legge e periodicamente recensisce su Cultweek decine e decine di libri con rigore e costanza. Questo suo “Sangue Italiano”, edito da Neri Pozza lo dovremmo avere tutti, nelle nostre case e in quelle dei nostri figli. Perché è essenziale sapere chi siamo e da dove veniamo.


Sangue italiano - Delitti, criminalità e violenza pubblica
dal 1860 a oggi

di Roberto Casalini

Neri Pozza editore
20 euro

C’è proprio tutto in quelle 304 pagine, che vanno dal “Carnevale selvaggio di Bronte (1860)” a “Willy e il branco assassino (2020)” e a quell’11 novembre del 2023, quando Filippo Turetta ha ammazzato con 75 coltellate Giulia Cecchettin? No, e proprio Casalini lo spiega bene: “Mi sono dovuto difendere dal ‘demone della completezza’, ma ho privilegiato ciò che rimandava alla polpa velenosa”. Quella che, raccontata in cinque capitoli, scava nel profondo riportando a galla i fatti salienti del nostro passato. In cinque capitoli si va dai “Primi passi del Regno (1860-1900)” agli anni fino al 1945, tra “due guerre e una dittatura”; la ricostruzione del Paese si allunga fino al 1968, seguita dagli anni delle stragi e dagli anni di piombo (1969-2000), per arrivare all’ “Età dell’ansia”, dal 2001 ad oggi. Caratteristica comune a tutti i periodi, l’incrociarsi di fatti di sangue pubblici e delitti privati, omicidi passionali, misteri, mafie, stragi. Una innervatura brutale, che spiega più di tante altre “piste” il carattere fragile della nostra democrazia.



(Via Bagnera a Milano, luogo del 'mistero degli scheletri')


Basta prendere a caso. Negli anni del Regno si alternano brigantaggio, misteri come quello degli scheletri di via Bagnera, la via più stretta di Milano, le cannonate di Bava Beccaris, l’attentato di Bresci a Umberto I e l’uccisione di Ruggero Pascoli, padre del poeta Giovanni: sì, proprio il delitto della cavallina storna. Più avanti negli anni si trova la disamistade di Orgosolo, il processo alla camorra per il duplice omicidio di marito e moglie nella casa di via Nardone, in centro a Napoli, l’assassinio Matteotti, la strage di Marzabotto. Tutto s’incrocia. E Casalini, da esperto cronista, ricostruisce anche le trame meno evidenti. Prendiamo il duplice omicidio di Napoli, soltanto per fare un esempio. Del pentito Abbatemaggio, coinvolto nel processo, Casalini ricorda che “ha fatto in tempo a diventare squadrista e amico del killer Amerigo Dumini” (a capo della squadraccia fascista che sequestrò e assassinò Giacomo Matteotti), “negli anni Cinquanta lo troveremo a cercare di spacciare “notizie esplosive” anche sul caso Montesi… Alla vicenda si è ispirato nel 1952 il regista Luigi Zampa per “Processo alla città”.



(Una ricostruzione dell'assassinio di Ruggero Pascoli, padre del poeta
immagine dall'Accademia pascoliana)


Il metodo rigoroso e asciutto di Casalini rende agevole ripercorrere la storia del nostro tormentato Paese. Ogni caso è ricostruito con sobrietà, che tuttavia non sacrifica niente dell’essenziale. Così come non viene trascurato niente che aiuti a ricostruire con precisione tutti gli aspetti delle vicende narrate. Questo modo di raccontare rende possibile leggere il libro come si vuole, recuperando dalla propria memoria casi particolari, oppure seguendo la scansione temporale proposta dal volume. In ogni caso sarà impossibile sottrarsi alla constatazione di aver vissuto, ognuno di noi, anni incredibilmente affollati di avvenimenti di straordinaria gravità: che siano le stragi, gli attentati, le rapine, le rivolte come quella di Reggio Calabria, la strategia del terrore che oggi conosce l’onta di manifestazioni neofasciste (ultime e più recenti quelle autorizzate a Bologna e a Brescia), oppure la lunga sequela di femminicidi.



(Via Poma, lo stabile dell'omicidio Cesaroni)


Nelle pagine di Casalini si trovano riferimenti sepolti nel ricordo, ancorati ai titoli dei giornali del tempo: il massacro del Circeo, il mostro di Firenze, il mistero di via Poma, l’attentatuni di Capaci, la macelleria messicana del G8, la strage di Erba, Erika e Omar.

Tutte cose che rischiavamo di dimenticare. Ecco perché è importante leggere, e far leggere ai più giovani, questo libro. Significative le parole di Ernest Renan che Roberto Casalini ha scelto per introdurre il proprio lavoro: “L’essenza di una nazione sta nel fatto che tutti i suoi individui condividano un patrimonio comune, ma anche nel fatto che tutti abbiano dimenticato molte altre cose”.




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