Tu che conosci
gli uomini
Viaggiare lievi
nell'identità di genere
Una recensione di
ROBERTO ROSCANI
(foto da Pixabay)
Scritto per frammenti (una, due pagine al massimo) “Tu che conosci gli uomini” potrebbe essere raccontato come un romanzo sul gender, oppure come un romanzo alla Fabrizio De Andrè con la sua protagonista che somiglia a Bocca di Rosa. Nessuna delle due descrizioni è corretta anche se certamente il romanzo di Gabriella Ambrosio ha per protagonista una “prostituta di buon cuore” e un ragazzo che non ha ancora scelto quale è il suo genere. È proprio questa incertezza che spinge il giovanissimo Edoardo (vent’anni ancora da compiere) a cominciare a frequentare la casa della quasi altrettanto giovane Angela. Nascosto in uno stanzino all’arrivo di ogni cliente Edoardo ascolta, aspetta.
Tu che conosci gli uomini
di Gabriella Ambrosio
Affiori-Perrone edizioni
20 euro
Strana figura di ragazzo fluido (non sapremmo dire a quale lettera tra Lgbtqia appartenga il suo genere se non risolvendolo con quel + che comprende ogni altra definizione), capace di andare in giro ad attaccar briga e a picchiare per strada, ma insieme delicato e femminile. Non è questo – la necessità di definire che va così di moda oggi – a interessare a Gabriella Ambrosio, quanto mettere in luce come due creature a loro modo deboli ma vive si incontrano. Angela soffre per la fuga della madre – prostituta anche lei fuggita alla fine con un uomo che forse la ama ma che se la porta dietro come una valigia – e in fondo non sa vedere nessun’altra vita che non sia quella che fa, finendo per comportarsi con i suoi clienti come fossero suoi amanti e suoi amori (salvo che per il parroco e per la guardia, due personaggi che sembrano usciti appunto da una canzone di Faber ma che sono troppo stereotipati per esser convincenti).
Edoardo può sembrare una via di mezzo tra i protagonisti di 'Fight Club' in cui l’insoddisfazione è la benzina che si butta sul fuoco di una rissa improvvisa, e quei giocatori d’azzardo che popolavano “Il passato è una terra straniera” un vecchio romanzo di Gianrico Carofiglio. Ma questa è solo la superficie. Perché Edoardo inizia a frequentare (senza neppure toccarla) Angela? Perché – dice lui – lei “conosce gli uomini” ed è forse l’unica a poter sbrogliare quella matassa, a potergli svelare quale sia la sua vera identità. La fluidità di Edoardo si rivelerà essere una sorta di doppio, come se – ma non raccontiamo il cuore più nascosto del romanzo – lui contenesse due persone e non una sola.
La casa di Angela è il luogo in cui – fino a un certo punto – si svolge quasi tutto. Una casa che è nella città ma appare come un corpo estraneo, un luogo che non c’è, che non vediamo. Eppure attorno alla sua porta, in mezzo alla strada ci sono mille sguardi, imbarazzati, impauriti di tutti gli uomini che la desiderano. Ecco, forse proprio il desiderio è la parte meno presente in questo bel libro di Gabriella Ambrosio (una vita professionale tra giornalismo e pubblicità ma anche saggistica e narrativa) che ha un tono leggero e in qualche momento persino fiabesco proprio mentre ci conduce in un mondo in cui la temperatura dei sentimenti o anche semplicemente del sesso dovrebbe essere più alta.
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