Ma che rebus
l'italiano
Giochi linguistici
alla scoperta
delle parole
Una recensione di
FABIO ZANCHI
Divertirsi con le parole. Magari a scuola, durante l’orario delle lezioni. A certi ministri come Valditara il solo pensiero potrebbe provocare qualche vertigine. E invece è proprio quello che ormai molto tempo fa, in una scuola media sul lago d’Orta, accadde. E fu possibile grazie a un’insegnante, Ersilia Zamponi, che ne trasse un libro molto divertente: “I draghi logopei – Imparare l’italiano con i giochi di parole” (Einaudi, Lire 7000, a quei tempi). Quel libro, frutto di tre anni di lavoro, piacque moltissimo a Umberto Eco, che ne scrisse: “La scuola come gioco, piacere, divertimento. In cui non solo si impara, ma si fa quello che gli scrittori di tutti i tempi hanno fatto, si capiscono le potenze bifide, esplosive del linguaggio; e col linguaggio si esplorano i meandri della coscienza… Coraggio ragazzi, malgrado i programmi ufficiali la scuola sopravvive”. Era la metà degli Anni Ottanta.
I rebus nella didattica dell'italiano
di Pietro Ichino
Giunti Edu
24 euro
Quarant’anni dopo, il tema si ripropone. Lo fa Pietro Ichino con un manuale che ha l’obiettivo di usare i rebus per rimediare al progressivo impoverimento del lessico degli studenti italiani. E infatti il libro si intitola “I rebus nella didattica dell’Italiano – Giochi linguistici per arricchire il lessico”. Una pubblicazione che va oltre il pianeta Scuola, dal momento che può essere una buona guida anche per quanti vogliano accostarsi ai rebus e alla loro soluzione. Il pregio di questo libro è che parte proprio dal livello più basso, per insegnare tutte le tecniche.
Ichino, dopo una vita passata a occuparsi di problemi di diritto del lavoro, ha deciso di approfondire la sua passione per l’enigmistica. Pubblicato “L’Ora desiata vola. Guida al mondo dei rebus per solutori (ancora) poco abili” (Bompiani 2021, con prefazione di Stefano Bartezzaghi), ora torna sul tema con il puntiglio del professore. E mentre Ersilia Zamponi raccontava la diffusione del gioco delle parole dal basso, Ichino fa il processo inverso: propone agli insegnanti gli strumenti e i trucchi per accompagnare gli studenti – ma non solo loro - nel mondo dei rebus, soltanto all’apparenza complicato e oscuro.
Si parte dal rapporto tra rebus e lingua italiana. Un legame antico, che risale addirittura a Leonardo da Vinci, che si divertiva a ideare e disegnare giochi linguistici: i progenitori dei rebus attuali. Senza farla troppo lunga, si passa alla costruzione dei rebus, dai più semplici a quelli di relazione e stereoscopici. La seconda sezione della guida è dedicata al kit di giochi linguistici: giochi di parole, caccia di sinonimi e bisensi, etimologia. C’è, infine, una sezione online. Si tratta di una sorta di “cassetta degli attrezzi” per affrontare il lessico proprio dei rebus e le regole essenziali del gioco, oltre alla procedura per arrivare alla soluzione. Gran parte dei disegni sono dovuti al pennino di Laura Neri. Collegato al libro c’è anche un corso di formazione online: 25 ore di lezioni. Per imparare i rebus, ma anche l’italiano. Di questi tempi, uno strumento prezioso.
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