Gusto e archivi
il Trentino
del vino
In un libro la storia e le storie
del buon bere in regione
Una recensione di
FABIO ZANCHI
In un buon bicchiere di vino c’è tutto. C’è la storia di un territorio, della sua gente, della sapienza accumulata in anni di cure. C’è il carattere di un popolo. Ci sono le tracce di una cultura. Come fare a condensare in un racconto tutto questo? Come fare, soprattutto, a non tralasciare alcun aspetto, a tenere tutto insieme, nel disegno ambizioso quant’altri mai di riassumere 2.500 anni di storia in un bicchiere? In Trentino l’impossibile è diventato possibile. Si sono messi insieme un professore, Attilio Scienza, un’archeologa, Rosa Roncador, e un giornalista, Nereo Pederzolli. Il risultato, condensato in 272 pagine, è il loro “Raccontare il Trentino del vino” (Publistampa Trento, 30 euro). Un’enciclopedia enologica, ricca di informazioni e resa elegante da immagini e fotografie di gran formato, accompagnate da piantine dei luoghi e materiale d’archivio preziosissimo.
L’idea di un testo esaustivo su un tema assai caro al Trentino risale al 2019, in occasione di EnotourLab, un corso di formazione organizzato in Piana Rotaliana Königsberg, in collaborazione con Trentino School of Management, con il sostegno di Trentino Marketing e Consorzio Vini. Obiettivo preciso, parlare di vino recuperando l’enorme lavoro e la grande tradizione che sta dietro ogni bottiglia, avendo come pubblico non solo gli specialisti e gli addetti ai lavori, ma la gente normale. Quella che in Trentino va da turista e apprezza tutto di quella terra, interessata anche alla sua storia.
Raccontare
il Trentino del vino
Attilio Scienza
Rosa Roncador
Nereo Pederzolli
Publistampa Trento
Euro 30
Da questo punto di vista, la scelta dei tre autori non poteva essere più azzeccata. La ricchezza e generosità di una terra come quella del Trentino viene scandagliata sotto ogni aspetto. Dal punto di vista storico, si va dai villaggi del Neolitico alle tabernae di Tridentum, al vino del Concilio per passare all’età contemporanea. Ma, dal momento che dire Trentino è raccontare una complessità, si passa dalle caratteristiche di un paesaggio terrazzato come quello della Val di Cembra alla Piana rotaliana. Paesaggi diversi che esprimono diversità straordinarie, in grado di produrre, solo per rimanere ai vitigni antichi, ben venticinque vini con altrettante personalità e caratteristiche diverse. Dovute alla composizione del terreno, alle caratteristiche del clima e, soprattutto, al sapere dell’uomo. Che, nei secoli, ha saputo rinnovare tecniche e tradizioni dei nonni e dei padri, affinando saperi e sapori, alla ricerca della “vite perfetta” cui non a caso è intitolato uno dei capitoli di questo libro, che nasce con l’intento di fornire ai produttori di vino e al consumatore interessato tutte le informazioni possibili e degne di nota.
Dei vitigni classici di questa terra generosa, grazie a questo lavoro di squadra, sapremo tutto. Non avranno più segreti il Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc, il Carmenère, lo Chardonnay, l’Enantio, il Groppello, il Maor, il Lagrein, il Marzemino, il Merlot, i Moscati, il Müller Thurgau, il Nosiola, il Vino santo, i Pinot nero, bianco o grigio, il Rebo, il Sauvignon, le Schiave, il Teroldego o il Traminer. Così come sarà bello frugare tra i ricordi di vignaioli come Giulio Ferrari, o Rebo Rigotti, o Fernando Tonon o Nereo Cavazzani.
Avvincente il capitolo che riguarda la storia della viticoltura trentina tra Ottocento e Novecento. Non solo perché è quella a noi più vicina, e quindi è come se si parlasse di case, cantine, tavole familiari. Affidata alla sensibilità e alla passione di Nereo Pederzolli, questa sezione ricostruisce il percorso di crescita dei più importanti produttori locali. Insieme, è anche la testimonianza diretta della crescita di un modo consapevole e genuino di conoscere e apprezzare i vini trentini. In questo la capacità di Pederzolli di accostarsi a tutto quanto rappresenta l’enologia della sua regione è straordinaria, maturata in anni di racconti – sulla stampa trentina, in numerosi libri dedicati, alla Rai e, infine, anche su foglieviaggi.com. Un percorso davvero genuino, come del resto ci si può aspettare da uno come lui, nato in un paese come Stravino: nomen omen, per l’appunto.
L’ultima annotazione riguarda la veste grafica. Curato da Daniela Webber, il volume è molto elegante, ricco di belle fotografie, impreziosito da cartine, grafici e documenti storici recuperati negli archivi delle grandi cantine trentine.
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