Profondo
il mare
con i suoi tesori
Bellezza e memorie
sommersi nel blu
Una recensione di
MARCELLA CIARNELLI
Unisce e divide. Rasserena quando è calmo e preoccupa quando protesta, si agita e schiuma. Il mare ondeggia “tra il gesto di chi afferra e quello di chi si trattiene”, come canta Daniele Silvestri. Ci abbraccia e ci circonda. Svela, protegge e nasconde. Nasconde tutto un mondo in superficie non visibile, come si può verificare immergendosi per andare a scoprire le vestigia di civiltà travolte dall’innalzarsi delle acque. Luoghi in cui secoli fa si lavorava, si discuteva, si faceva amicizia e si amava diventati aree archeologiche sommerse che hanno resistito per restituirci magia e realtà.
Di alcune di queste ci raccolta il libro “Sommersi nel blu. Città e relitti. I tesori del mare”, nono volume della collana 'Storie di mare' per i tipi di All Around, scritto dal sottocapo di prima classe della Guardia costiera Livio Nardò e dalla giornalista Lucia Visca con una prefazione dell’ammiraglio Nicola Carlone, per continuare il percorso di conoscenza delle nostre coste e del nostro mare e di quello che custodisce attraverso storie e zone meno conosciute.
Sommersi nel blu
Città e relitti. I tesori del mare
di Livio Nardò e Lucia Visca
All Around editore
euro 15
Sono tre i siti proposti al lettore, potenziale visitatore ma non solo, e cioè quello di Baia, città portuale di età imperiale con begli edifici e ville sontuose, che fanno parte del parco Archeologico localizzato nei Campi Flegrei a nord di Napoli. E poi il porto Emporion etrusco di Pyrgi a Santa Marinella, a nord di Roma, luogo di attracco e centro votivo dell’etrusca Cerveteri e la città di Nora, la prima colonia fenicio-punica a sud ovest di Cagliari con un ruolo primaria nei traffici con Cartagine. Che ora sono testimonianze archeologiche ma sono state luoghi di grande civiltà prima dell’evento che le ha sottratte alla vista di tutti. Strutture diverse, sorti diverse ora accomunate dall’ essere sopravvissute comunque lì dove il mare è più blu.
Sono tre anche i percorsi che illustrano la vita di quelle città in forma di racconto, nel periodo del loro massimo splendore. E sono quindi tre le aree che vengono proposte come destinazione di un possibile turismo culturale e subacqueo sotto la tutela della guardia costiera, il cui fondamentale contributo diventa palese lungo tutta la lettura. Storie di insediamenti che hanno rappresentato “i vertici di un articolato sistema di rotte, sulle quali hanno viaggiato uomini, merci, idee” ampiamente illustrati nella prima e seconda parte del volume. Nella terza sezione c’è spazio per i relitti navali di età antica come la Nave Romana di Albenga in Liguria o il relitto dei sarcofagi di San Pietro in Bevagna in Puglia. C’è Marzemini in Sicilia , Stintino in Sardegna e Torre Chianca di Porto Cesareo, ancora in Puglia.
Il libro di Visca e Nardò si rivela una guida originale e dettagliata per i sub che vogliano avvicinarsi a luoghi che sono cultura, memoria, tracce eterne delle grandi civiltà del Mediterraneo. Che però nei secoli hanno dimostrato una straordinaria capacità di adattamento alle "continue evoluzioni geomorfologiche che spesso insistono in ambiente costiero".
Strettamente legato a questo prodotto editoriale c’è il progetto “Archeovisio” che, grazie a visori a 360 gradi di realtà aumentata, permette a tutti di immergersi virtualmente insieme ai sub della guardia Costiera alla scoperta di ricchezze archeologiche che il mare ha sommerso ma custodisce nelle profondità degli abissi.
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