Scoprire
la pioggia
Emozioni e equilibri
goccia a goccia
Una recensione di
MARCELLA CIARNELLI
Alzi la mano chi prima di mettersi in viaggio, programmare un impegno o un evento sia di lavoro che di affetti, un matrimonio che se è il tuo non ci credi che bagnato sarà fortunato, chi anche solo accingendosi ad uscire di casa per qualche commissione quotidiana non dà un occhio alle previsioni del tempo o, comunque, scruta il cielo. E se è annunciata pioggia l’umore cambia. In prospettiva meglio aspettare per la prenotazione, “non sia mai che venga a piovere in quegli unici sette giorni di vacanza attesi tutto l’anno”. Poi può accadere. Al momento bisogna pensare all’ombrello, le scarpe debbono essere adatte alle pozzanghere, bisogna anticipare i tempi perché il tragitto in auto sarà sicuramente condizionato dall’inevitabile traffico. Se piove tutti prendono la macchina.
A riconciliarci con un fenomeno atmosferico che spazia dalle goccioline quasi festose, ritmiche, dolci alla tempesta, ma che sempre certamente bagna, ha provveduto Emiliano Cribari con il suo delizioso libro “La cura della pioggia. Piccolo omaggio alla malinconia che allieta” edito da Ediciclo, un’altra chicca nella collana “Piccola filosofia di viaggio”.
"La cura della pioggia.
Piccolo omaggio
alla malinconia che allieta"
Emiliano Cribari
Ediciclo edizioni
euro 9,50
Dunque ecco la pioggia protagonista. Che per l’autore “è complice: durante il cammino spegne i rumori - quelli dell’io che vocia, che scalpita, che vorrebbe una risposta efficace per tutto - e accende i suoni. La pioggia asciuga, diluendo il troppo che ci appassisce. La pioggia suona. Strumenti diversi per ogni stagione”. La pioggia che se la si vive in modo propositivo e senza pregiudizi, può essere compagna di avventure anche con le scarpe bagnate e svelatrice di realtà mai colte prima, distolti come siamo dal troppo azzurro del cielo. Occhi diversi sulla natura, sul mondo.
È una tesi che per le poco più di novanta pagine del libro, Cribari - “poeta, camminatore, cercatore di luoghi perduti” che “ha lavorato come fotografo, come regista, ma soprattutto come venditore ambulante di libri usati. Ha fatto frotte di (strani) mestieri, tranne l’unico che avrebbe voluto fare: essere un musicista, suonare l’armonica. Ha visto pochissimo il mondo, ma ha annusato quasi tutto l’Appennino, paese per paese. Parla in dialetto ad alberi e piante, ma non parla l’inglese” - sostiene attraverso la sua esperienza di camminatore nella natura e le citazioni di scrittori, cantautori, artisti che della pioggia hanno parlato nelle loro opere e con essa hanno trovato un rapporto stretto e ispiratore. Un invito colto a coabitare in questo nostro difficile mondo con un fenomeno naturale che, per responsabilità degli uomini, rischia di sfuggire di mano e fare troppi danni.
Tante citazioni, versi, note accompagnano il lettore. Da D’Annunzio a Franco Battiato, da Eugenio Montale a Erri De Luca, da Giovanni Pascoli a Francesco Guccini e Fabrizio De Andrè. Da Guido Gozzano ad Angiolo Silvo Novaro e poi Dino Campana, Giovanni Verga, Beppe Fenoglio e Mario Rigoni Stern fino a Cesare Pavese e Anna Frank. Don Milani ed Edmondo De Amicis. Francesco Nuti e Ivano Fossati. Personaggi diversi, come Beppe, l’amico contadino e don Bruno, il prete di montagna per cui ”se noi uomini sappiamo qualcosa è più merito della pioggia che dei libri”. Storie di vita e intellettuali diversi ognuno a suo modo, che si accomunano sotto quel cielo che, a scrosci o a gocce, incontra gli uomini e la terra.
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