LOADING....!!!!!



e

ALETSCH
GIGANTE BIANCO
D'EUROPA

foto e testo di ROBERTO ORLANDO

Condividi su:

La sua grandezza è anche la misura del suo male. Il ghiacciaio dell'Aletsch, nel cuore delle Alpi svizzere, scende giù dal bivio che lo genera come un'autostrada a sei corsie, con una bella curva ampia ed elegante. L'Aletsch è il più esteso ghiacciaio d'Europa ed è uno degli spettacoli naturali più maestosi del continente, dal 2001 è patrimonio dell'umanità Unesco. È un panorama che non ti aspetti, soprattutto perché dal fondo valle non si vede. E poi perché per quanto esistano migliaia di fotografie sul web, nemmeno la migliore rende l'idea della magnificenza del luogo. È un'atmosfera in cui ti devi immergere per poter capire e secondo me ogni volta capisci un aspetto diverso.



Se aggiungi che si trova ad appena 144 km da Milano, il mio consiglio è di interrompere questa lettura e prenotare un biglietto del treno per Briga. Avrai tempo di leggere durante il viaggio. In auto si fa prima e se passi dal Sempione ti godi pure un altro spettacolo. Se invece non vedi l'ora di arrivare puoi evitare il passo del Sempione salendo con l'auto sul treno navetta che fa la spola nel tunnel ferroviario tra Iselle e Briga. Esperienza curiosa: sei su un treno ma dentro la tua auto, la macchina davanti a te è ferma, ma se guardi di lato attraverso i finestrini vedi le pareti della galleria che sfilano via velocissime. Il treno impiega circa 20 minuti a percorrere i 20 km scarsi del tunnel ferroviario che fino al 1982 è stato il più lungo del mondo. Aggiungo, solo per soddisfare la tua curiosità, che ora il più lungo è quello del San Gottardo, sempre in Svizzera, che misura 57,1 km. Del Passo del Sempione invece ti parlerò semmai al ritorno.



Ormai siamo già a Briga, città graziosa, tipicamente Svizzera, ordinatissima, pulitissima, sulla quale domina a poca distanza dal centro il castello seicentesco a tre torri fatto costruire dal notaio giramondo Kasper Stockalper. Così il chiostro è in stile barocco italiano, ma in cima alle torri non possono sfuggire le cupole a cipolla di ispirazione mediorientale. Dicono che a Briga sia pure stato inventato il cordon blue. L'origine della pietanza è in realtà molto controversa, ma di certo qui quasi tutti i ristoranti del centro storico lo preparano e pare con ottimi risultati, almeno secondo i gourmand che apprezzano il fagotto impanato di prosciutto e formaggio così caro al Re Sole.

Ma come al solito sto divagando o meglio mi sto aggirando per la valle in ordine sparso nell'attesa del grande balzo verso il ghiacciaio, di cui ancora ti devo spiegare perché la sua grandezza è anche la misura del suo malanno. Allora andiamo. Pochi chilometri, anche in questo caso in treno o in auto, e si arriva alla stazione della funivia di Fiesch. Abbiamo scelto questa perché in 15 minuti, cambio di "carrozza" a metà strada compreso, ti spara da 1049 metri di quota fino a 2869, dove si trova il punto di osservazione più alto per ammirare - verbo ridondante, è vero, ma in questo caso di ammirazione vera si tratta - il gigante di ghiaccio.



Cabine linde, personale gentilissimo, partenza ovviamente puntuale da spaccare il decimo di secondo, salita impressionante vista la pendenza della parete rocciosa. A Fischeralp si cambia e sei già a oltre 2200 metri di quota. Si procede fino al capolinea con cabine più intime, a quattro posti, oppure se hai gambe e il tempo è buono si può anche salire a piedi. Mi dicono che l'ultimo tratto sia impegnativo, però non saprei dire: la cabinovia è così comoda... E poi la sto facendo lunga a raccontare, ma in realtà non vedo l'ora di arrivare lassù, a Eggishorn...

Silenzio assoluto, nessuno osa fiatare, persino il cielo sembra trattenere il fiato da quanto l'aria è immobile: siamo rimasti lassù un paio d'ore e abbiamo lasciato le nuvole esattamente dove le avevamo trovate al nostro arrivo. Fa un caldo assurdo e siamo quasi a quota 3000.



È proprio questo il problema e non posso più rimandare di molto il discorso della grandezza e del malanno. Però aspetta, prima goditi questa meraviglia e io intanto ti dico che si tratta di una distesa ghiacciata lunga 22 km, con una superficie di circa 120 km quadrati, che è circondata da nove montagne alte più di 4mila metri. Non so su quale bilancia, ma la massa di ghiaccio pesa 27 miliardi di tonnellate e ha uno spessore massimo di 1.500 metri, mentre quello minimo, nel punto in cui nasce il fiume Massa, è di 150 metri. Da Eggishorn sembra, come ti dicevo, un'autostrada a sei corsie, che scende placidamente verso valle avvolgendo le pendici del monte Aletschhorn (alto 4.195 metri), svolta con un'ampia curva a destra e passa dritto ai tuoi piedi con il suo traffico di pietre immobili, almeno allo sguardo. Eppur si muovono, anche se a una velocità di 180 metri l'anno. Solo che negli ultimi vent'anni sono saltati tutti gli schemi millenari e lo scioglimento del ghiaccio ha preso un abbrivio preoccupante: dal 2000 il fronte del gelo è arretrato di un chilometro. A questo punto, prima di fornirti un altro dato che a me pare molto più impressionante, devo darti qualche altra spiegazione: il nostro gigante è generato in realtà da una serie di ghiacciai che si diramano fino a congiungersi qui con questa maestosità quasi surreale. E pensa che sull'autostrada di ghiaccio si può andare in escursione, rigorosamente guidata. Non ho provato, ma mi riferiscono che la passeggiata non sia particolarmente difficile, ma davvero emozionante.



Sul versante nord-occidentale, una lingua dell'Aletsch dà poi vita a un'altra meraviglia sottozero, ovvero il ghiacciaio dello Jungfrau, di cui però magari ti parlo un'altra volta perché qui ci sono tante cose da raccontare, a partire dalla parete Nord dell'Eiger...

Per tornare pertanto a noi, nel punto di congiunzione e diramazione di questo complesso di ghiacciai nel 1877 è stato costruito dal Club Alpino Svizzero il rifugio Konkordia che si trova a 2850 metri di quota e a poco meno di 200 metri dalla superficie del ghiacciaio. Ebbene, al tempo della sua fondazione il ghiaccio era soltanto 50 metri più in basso, vale a dire che in 145 anni lo strato si è assottigliato di quasi 150 metri. Secondo le previsioni meno catastrofiche nel caso in cui non si fermasse il surriscaldamento del pianeta nel 2100 il ghiacciaio sarà dimezzato. Nel peggiore dei casi, cioè se aumenteranno senza limiti le emissioni di gas serra, a fine secolo l'Aletsch sarà scomparso. E con lui quasi certamente tutti gli altri ghiacciai delle Alpi. Per ora tuttavia sul ghiaccio si può anche andare in escursione rigorosamente guidata e mi riferiscono che la passeggiata non sia particolamente difficile, ma davvero emozionante.



Tutto questo è documentato nel museo interattivo di Briga, il Word Natura Forum. L'ong Pro Natura, la più antica organizzazione svizzera per la protezione della natura, ha invece allestito un micromuseo in un luogo molto particolare che si chiama Villa Cassel. Il museo non è granché, puoi anche non visitarlo, evitando così di pagare un biglietto il cui prezzo è in linea con il costo della vita in Svizzera, ma decisamente troppo alto rispetto alla media cui siamo abituati in Italia. E poi comunque nella Villa si entra, si può sorseggiare un thè, fare uno spuntino nel bar o in veranda e alcuni ambienti sono liberamente visitabili.

Quassù, a quota 2081, si arriva solo a piedi passando per Riederalp, località che si può canonicamente definire un ridente borgo alpino e che si raggiunge partendo da Mörel (paese poco distante da Briga) con un'altra comodissima funivia. Villa Cassel è sostanzialmente il capriccio di un banchiere britannico di origine tedesca, Ernest Cassel. Il quale a Riederalp arrivò alla fine dell'Ottocento su suggerimento del suo medico curante per alleviare alcuni problemi di salute. Ma poiché Cassel non trovò nel piccolo borgo un alloggio degno di ospitarlo decise di farsi costruire una villa che non ha niente a che vedere con l'architettura locale e tantomeno con l'ambiente alpino. L'edificio è infatti in pieno stile Vittoriano e sorge in un punto particolarmente panoramico. Chiunque provasse oggi a costruire in quel punto si ritroverebbe di sicuro con le manette ai polsi. Invece all'epoca Cassel si rivelò assai munifico con la comunità di Riederalp e alla fine l'amministrazione comunale, dopo diversi anni di insistenze, si decise a rilasciare l'autorizzazione a costruire. E Villa Cassel, realizzata in due anni tra il 1900 e il 1902, diventa subito un punto di riferimento importante per l'alta borghesia e gli intellettuali di mezza Europa. Piace molto, per esempio, anche al giovane Winston Churchill, che si ritira qui, in una delle 25 camere della villa, almeno quattro volte per scrivere le sue opere letterarie giovanili. Non so se sia vero, ma si tramanda che Churchill fosse disturbato dai campanacci delle mucche e allora pare che Cassel avesse chiesto agli allevatori di foderare i campanacci con la paglia per mettere la sordina allo scampanio.



Alla morte di Cassel, nel 1921 la villa viene ereditata dalla nipote, la quale era nientemeno che Edwina Ashley, moglie dell'ultimo viceré indiano, lord Louis Mountbatten.

Villa Cassel negli anni '70 è stata acquistate e ristrutturata da Pro Natura grazie a una campagna che oggi chiameremmo di crowdfunding. Ora è un centro didattico-turistico che organizza corsi, feste, escursioni, vacanze per famiglie, soggiorni. Dal 2019 è energeticamente autosufficiente con zero emissioni. Ma anche se fosse una semplice capanna di legno varrebbe comunque la pena di arrivare fin qui, nonostante la bella scarpinata. Perché poi ti ritrovi nella foresta dell'Aletsch, tra pini cembri addirittura millenari e altre duecento specie vegetali alpine. Luogo incantevole.

Passeggiate, trekking, escursioni più o meno difficili sono naturalmente pane quotidiano in tutto il comprensorio, dove d'inverno si scia alla grande. Ma c'è ancora una curiosità che vorrei segnalarti. A Mühlebach, minuscola frazione di Ernen, un ponte tibetano lungo 280 metri, inaugurato nel 2015, ondeggia con sicurezza a 92 metri d'altezza sulle acque del fiume Rodano. Il quale qui è ancora un neonato, ma si capisce che ha carattere dall'impeto con il quale si scapicolla, laggiù, sul fondo della gola di Lamma. Il ponte si chiama Goms Bridge, o meglio Hängebrücke Fürgangen-Mühlebach. La traversata è facile e divertente, ma se soffri di vertigini è meglio evitare: si balla parecchio e bisogna assecondare le oscillazioni della passerella per mantenere l’equilibrio.



A margine, per concludere con un sorriso, ti racconto un paio di disavventure nella quali siamo incappati. Un pastore di Mühlebach ci ha cacciati con una serie di sproloqui conclusi da una raffica di "nein" perché ci eravamo sdraiati a prendere il sole su un prato, non recintato, e a tre-quattro metri dalla strada principale del paese. Evidentemente l’ingresso era riservato alle sue mucche, ma ti assicuro che era impossibile saperlo prima. Infine ricordati che se in albergo ti dicono di andare a fare colazione entro le 10 in un certo "Cafe" lungo il sentiero che conduce al ponte di Goms non basta che arrivi con 10 minuti di anticipo. Perché a quell'ora la proprietaria è già su tutte le furie e se ti porta thè e biscotti è soltanto per farti un favore, tra i sorrisi di scherno degli altri avventori, prevalentemente autoctoni. Tutto il resto però è stato un piacere, cucina locale compresa.



Chiudo mantenendo una promessa che ti ho fatto più sopra. Al ritorno, se sei in auto e non l'hai già fatto all'andata, devi assolutamente attraversare il passo del Sempione. Il paesaggio da solo merita la fatica - si fa per dire - del viaggio. E poco oltre il valico c'è un "ospizio", anzi due. Il primo è lì dalla prima metà del 1200, l'altro, poco distante, è un colosso lungo 65 metri fatto costruire da Napoleone poco dopo la realizzazione della strada che serviva al transito della sua artiglieria. La prima pietra viene posata nel 1813 e diciotto anni dopo viene concluso dalla Congregazione dei canonici del Gran San Bernardo che è tuttora proprietaria dell'opera. Qui vengono organizzati ritiri spirituali, settimane di riflessione e di preghiera destinate soprattutto ai giovani e alle famiglie. L'ambiente intorno certamente aiuta...






ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI FOGLIEVIAGGI

© Tutti i diritti riservati



Ritorna


Foglieviaggi è un blog aperto che viene aggiornato senza alcuna periodicità e non rappresenta una testata giornalistica. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Le immagini presenti sul sito www.foglieviaggi.cloud provengono da internet, da concessioni private o da utilizzo con licenza Creative Commons.
Le immagini possono essere eliminate se gli autori o i soggetti raffigurati sono contrari alla pubblicazione: inviare la richiesta tramite e-mail a postmaster@foglieviaggi.cloud.
© foglieviaggi ™ — tutti i diritti riservati «all rights reserved»