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RIMINI
NOTTURNA
E CUPA
VITE VERE
VISSUTE MALE

di MASSIMO CECCONI

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Siamo lontani mille miglia dai film spesso volgari che portano nel titolo il nome della città. Qui la volgarità è vera e vissuta. Siamo anche distanti dalla rutilante nostalgia di “Amarcord”, capolavoro irripetibile e inconfutabile. Forse più vicino, per restare in tema Fellini, ai suoi “I vitelloni” e al loro esasperato nichilismo provinciale.

Se proprio vogliamo, qualche attinenza con la “Rimini” di Fabrizio De Andrè forse ci può stare: “Per lei figlia di pirati/penso che sia normale” e poi ancora: “Teresa parla poco/ha labbra screpolate/mi indica un amore perso/a Rimini d’estate”. Ma nel disperante film di Ulrich Seidl la Rimini d’estate non c’è proprio. Certo il protagonista, Richie Bravo (l’espressivo Michael Thomas), può ricordare un pirata, ormai bolso, sovrappeso e ubriacone, uomo di infimo spettacolo che intrattiene con melense canzoni di maniera turisti di lingua tedesca nell’inverno riminese. Un autentico cialtrone che vive di quotidiani espedienti, senza disdegnare attività sessuali varie che gli fruttano qualche euro per la sopravvivenza.



Trama vuole che sulla sua precaria nonché insana strada ricompaia una figlia dimenticata che lo richiama ai suoi doveri di padre e lo costringe a sdebitarsi, quanto meno economicamente, di anni di indifferente lontananza. Il finale si riassume in una parabola quasi grottesca nella quale il modesto carnefice diviene sconsolata vittima. Ma non si fa male nessuno.

Oltre la storia, nella quale si inserisce anche il vecchio padre di Richie con nostalgie naziste, la protagonista assoluta è proprio Rimini fuori stagione. Le nebbie, le piogge, gli interni squallidi di bar e di alberghi che forse hanno conosciuto arredi migliori.

È una Rimini spesso notturna, comunque cupa, umida e inospitale nella quale si muovono quasi come fantasmi solo vecchi turisti nordici, anonimi senza tetto e silenziosi immigrati.

L’orizzonte si perde sulle barriere che precludono allo sguardo la spiaggia e anche la neve assume significato allegorico con la sua algida presenza.

E se proprio dobbiamo trovare un forte richiamo questo non può prescindere dal testo della sintomatica canzone di Enrico Ruggeri “Il mare d’inverno”.

Se non bellissimo, “Rimini” di Ulrich Seidl è uno spaccato tristissimo di vite vere vissute male.

Rimini
Regia di Ulrich Seidl
con Michael Thomas, Tessa Göttlicher, Hans-Michael Rehberg, Claudia Martini, Inge Maux
Austria, Francia, Germania 2022
114’






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