Dolci o salate? Francesi o
italiane? Primo piatto o dolce?
Le scrippelle sono le
crespelle tipiche abruzzesi della città di Teramo. La
parola non è altro che la forma dialettale teramana del
francese 'crepe s’appelle'. Nessuno ha mai messo in
dubbio che le crepes siano un piatto francese; invece
in Abruzzo si crede che siano la copia delle scrippelle
della tradizione teramana.
Non è la prima volta che
Francia e Italia si trovano a disquisire sulla paternità
di qualche ricetta. Fin dai tempi dei Borboni c’era un
asse culturale tra Napoli e Parigi, con uno scambio anche
gastronomico che passava per Teramo. Con
ogni probabilità le scrippelle sono una derivazione
rielaborata delle crepes francesi, simili per forma ma
differenti per ingredienti, preparazioni e uso. Delle
frittatine sottilissime a base di farina, acqua e uova.
Quelle abruzzesi sono servite come primo piatto, le
francesi vengono proposte come dolce.
La storia è semplice. La nascita di questa pietanza
risale all’800, grazie alla casualità in cucina e
all'inventiva del teramano Enrico Castorani, assistente
del cuoco addetto alla mensa degli ufficiali francesi di
stanza a Teramo. Ne ha creato la versione ‘mbusse per un
fortuito incidente: un vassoio di crepes che fece cadere
per errore in un recipiente colmo di brodo. Il cuoco
francese era solito servire le crepes rivisitate (senza
latte ma con acqua) al posto del pane di granoturco e
del pane nero prodotto in quel periodo di carestia, poco
apprezzati dagli ufficiali. Non sapendo come rimediare,
il cuoco teramano pensò di servire quel miscuglio di
crepes e brodo di gallina al posto della minestra.
Sembra che da qui abbiano avuto origine le scrippelle teramane in
brodo.
Una vera intuizione gastronomica. Difficile dire,
quindi, se sia nato prima l’uovo o la gallina. Quel che
è certo è che un legame tra questi due piatti c’è eccome,
nella storia e nella preparazione. La somiglianza è
abbastanza evidente ed è bizzarro constatare che tuttavia sono
anche piuttosto diverse. Come dire due diverse
interpretazioni di uno stesso brano musicale. La zona
di elezione di questa pietanza come dicevamo è Teramo, anche se ormai
è diffusa in buona parte d’Abruzzo. Un piatto che con
l’arrivo dei primi freddi non manca mai, soprattutto in
occasione delle feste di Natale e Pasqua.
Una nota a
parte merita il brodo. Quello tradizionale è di pollo o
di cappone. Alcuni usano anche un brodo misto di carni
di manzo e carni bianche.
La ricetta delle scrippelle ‘mbusse
Come suggerisce la parola sono scrippelle ‘mbusse, cioè bagnate,
nel brodo di gallina. Meglio se preparato il giorno prima
per essere sgrassato e filtrato. In genere si calcola 1
litro di brodo per 12 scrippelle.
Per la preparazione della pastella si mettono gli ingredienti – uova, farina,
acqua e sale – in una ciotola capiente, sbattendo prima le
uova a mano e aggiungendo poi la farina, facendo attenzione
a non formare grumi. I puristi non frullerebbero mai con il
minipimer. Si considera un uovo a persona e due cucchiai
rasi di farina per ogni uovo. Si aggiunge il sale e si
lascia riposare per una mezz’oretta. Alcuni preferiscono
preparare l’impasto la sera prima.
Successivamente si
cuoce un mestolo di pastella in un padellino antiaderente,
unto con il lardo, per una ventina di secondi per lato. Si
distendono in un piatto e in ciascuna viene
grattugiato del pecorino o del parmigiano; qualcuno aggiunge
un pizzico di noce moscata. Vengono arrotolate - da tre a
cinque per porzione – e bagnate con il brodo bollente.
Le crespelle sono alla base di altri piatti della cucina
teramana come le scrippelle in forno, farcite e cotte in
modo simile ai cannelloni e il timballo, una sorta di
lasagna, composta da scrippelle al posto della pasta.
Dal contenzioso virtuale riguardo alla nazionalità originaria, una
cosa è certa: le scrippelle in brodo sono abruzzesi, nella
fattispecie teramane.