
Pochi giorni fa, sabato 20 maggio, si é celebrata la Giornata mondiale delle api. Una celebrazione che ha preso il via nel 2018, per ricordare alla opinione pubblica mondiale l’importanza dell’ape per la biodiversitá planetaria e per la nostra alimentazione, perciò per la nostra vita come umani su questo pianeta. Perchè dalle api dipende una fondamentale attività : l’impollinazione. Si tratta della funzione che esse svolgono nel governare, favorire e rendere possibili le relazioni diciamo “ amorose” nel mondo dei vegetali. Di quelli edibili, di quelli cioé per noi fondamentali, di cui ci cibiamo, ma anche dei non edibili, i quali sono però essenziali per mantenere quella che viene definita la biodiversitá.
Interessandomi io di alimurgia, della raccolta cioè di vegetali atti ad essere mangiati, ma essendo anche apicoltore in Vienna, non posso non dedicare alcune righe da api-cultore - cosí mi piace essere definito, intendendo marcare quella diversa vocale - su questa celebrazione e su come Vienna abbia un posto particolare nella giornata di festa mondiale dei ronzii.
Primo: quali api? La parola rimanda la quasi totalitá di noi all’ape più amata da noi Sapiens: l’ape mellifera. Quella che crea e produce il nettare degli Dei: il miele. Apro una parentesi: l’Italia é il paese al mondo nel quale le api riescono a produrre il maggior numero di tipi di mieli, circa 60 tipologie diverse. Ma per la giornata mondiale non é solo l’ape “Maia” che si deve celebrare. Infatti il giorno dell’ape vuole ricordare i pericoli e le difficoltá in cui versano in particolare le 20.000 specie di api selvatiche che esistono sul pianeta e che compiono l’immenso lavoro della impollinazione mondiale, che sostiene la biodiversitá essenziale alla vita .
Sono loro a essere in pericolo mortale, sono proprio queste api selvatiche e solitarie, che non producono miele e che non vivono come il super-organismo sciame delle mellifere formato da migliaia di insetti. Le api selvatiche hanno i loro nidi nella terra - il 70% di esse -, in piccoli incavi di tronchi, in gusci di lumache dismessi... Riempiono questi ambienti con nidi fatti di fango, di foglie, di fibre vegetali. Vivono poche settimane, ma compiono il grande lavoro della impollinazione su fiori impossibili da visitare per le mellifere, con temperature proibitive per le mellifere, con raggi d’azione amplissimi. Queste api selvatiche sono capaci di trasportare molto più polline delle mellifere, bastano poche centinaia di api muratrici per impollinare un ettaro di meli in fiore.
Vienna, capitale mondiale della musica classica, ha creato per le api selvatiche della vere e proprie oasi, aiuole fiorite con essenze a loro necessarie, ha predisposto centinaia di “Hotel per api selvatiche”, dove esse possano nidificare: per questo a Vienna sono state identificate ben 456 specie diverse di api che vivono in un ambiente vegetale cittadino privo di trattamenti chimici nei parchi, nei giardini, nelle aiuole . Un vero record. Vienna nello stesso tempo é però anche campionessa nella produzione di mieli in città, con un miele per ognuno dei 23 quartieri in cui la cittá si divide.
Con decine di apicoltori in attivitá, Vienna cittá da anni risulta nei primi tre posti sul podio mondiale delle cittá più vivibili, per esseri umani e per api di ogni tipo, mellifere e selvatiche.
Ricordiamoci però sempre che sono le api selvatiche e solitarie ad essere in grave pericolo e che per le mellifere, protette da noi umani per il prezioso miele che ci regalano e per la loro incredibile intelligenza da superorganismi, nonostante siano anch’esse in difficoltá per altri vari motivi, non vi sono pericoli di estinzione (come spiega bene il ricercatore Giacomo Moro Mauretto, esperto in biologica evoluzionistica, nel suo canale on line “Entropy for live”).
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