Leggo il cartello Palau e per riflesso condizionato mi viene da canticchiare Palau Meravigliau, che è sciocco e mica vero, ma chi se lo scorda il tormentone di Indietro Tutta. Costeggiata la costa e verificata la deprimente inflazione di costruzioni intorno a Cannigione, al lookout di Palau, la vista spettacolare della baia e della Maddalena, che pure non difetta in cemento, ci ha tolto il fiato. Qui, nel Surfer's Paradise della Gallura, Spiaggia dei Gabbiani, tra chiringhitos e scuole di windsurf, ci sentiamo inspiegabilmente nel nostro elemento.
L' amica in questione disapproverà nel leggere che abbiamo optato per l'esigua, affollata, disordinata spiaggetta, soggiogati dalla comodità dei lettini e dalla vivacità del luogo, piuttosto che cercare, come avrebbe fatto, lei, un'ombrosa caletta dove appendere l'amaca, che abbiamo pure comprato e, finora, mai utilizzato.Ma a noi piace essere guardati con malcelata sorpresa dall'irsuto bagnino che, non fosse per l'altezza, ha un che di vichingo, seppur con l'accento di Pietralata.
Intorno piccoli surfisti crescono, già tosti, già sportivi, già in bikini, come la piccola lolita, che s'impegna alla sbarra a due metri da terra. Precoce, bionda, sfacciata, probabilmente figlia di qualche istruttore, non avrà nemmeno 12 anni, perciò non si può fotografare, ma è una bellezza. La luce argentea, tremula, fa da sfondo perfetto ai kitesurf che si librano in aria, sbatacchiati dalle onde.
Il fotografo è irrequieto, cerca di coglierne il movimento, ma non è cosa facile e non sembra convinto.
Io, da parte mia, vedendo questi corpi abbronzati, tatuati, questi lati B perfetti, questa gioventù esibita
inconsapevolmente, quel flirtare accennato, provo una strana, struggente, nostalgia per una giovinezza lontana
e irripetibile. Sempre che non mi rincarni.
(5 - continua)