Qual è oggi il suo rapporto con Milano?
Un bel rapporto che dura da sempre malgrado alcune incomprensioni superabili come in ogni sano e duraturo matrimonio..
Perché vivere oggi a Milano?
Perchè vivere altrove mi sembrerebbe strano!
Margini di miglioramento…
Ce ne sono sempre, per fortuna. È il sale di una città in evoluzione continua che sa adattarsi a qualsiasi moda, cambiamento, nuova tecnologia, dandoti sempre la sensazione di trovarti in prima fila.
Un luogo, uno solo, che rende Milano speciale?
Se rispondo via Melchiorre Gioia posso sembrare matto, ma io in via Melchiorre Gioia ho trovato tutto quello che mi serviva per imparare un mestiere e per girare dei film. E se l'ho fatto in via Melchiorre Gioia immaginatevi mi fossi spinto sino a Porta Genova!
Spazio agli affetti: un ricordo personale che la lega a questa città?
Il primo ricordo da bambino di tre anni. Il gigante di Piazza Grandi, che, a tre anni, mi sembrava ancora più Gigante. Le mie prime passeggiate infantili le ho dedicate a lui, correvo ad arrampicarmi sul suo piede. Ci sono ripassato da adulto, qualche anno fa, ho provato la tentazione di andarmi a sedere sullo stesso tallone, mi sono avvicinato, ma sono stato bruciato sul tempo da un bambino che, barcollando, si è messo a cavalcioni sul piede e poi mi ha sorriso soddisfatto.
Un piatto della cucina milanese assolutamente da assaggiare?
Sicuramente un buon risotto. Non solo quello giallo alla "milanese" ma anche in tutte le sue infinite varianti che ho scoperto alla Casa Fontana "Ventitrè risotti" in piazza Carbonari, vicino a Melchiorre Gioia...
Sfatiamo una leggenda? Milàn l’è un gran Milàn?
Perchè sfatarla? a me piace anche nella versione accentata diversamente: "Mìlan l'è un gran Mìlan" con ammirazione per la prima squadra nata in città. I vecchi "Casciavit" chiamati così a testimonianza di una squadra proletaria di operai del pallone. Tempi lontani, poi sono arrivate la Domenica sportiva, Sky e DAZN che hanno fatto diventare il pallone un business... e il business con Milano è sempre andato d'accordo... forse troppo! Ecco un'idea che si può sfatare: la nostra non è solo la città degli affari, è anche una città poetica, piena di fantasia e allegria, che a Milano non compaiono solo per Miracolo.
In una parola sola: Milano è…?
Indispensabile... almeno per me !
Maurizio Nichetti
Laureato in architettura, studia mimo e lavora al Piccolo Teatro di Milano. Nel 1974 fonda a Milano la Cooperativa teatrale QuellidiGrock.
Dal 1970 al 1978 lavora come sceneggiatore nello studio di Bruno Bozzetto. Nel 1979 scrive, dirige e interpreta il suo primo film, Ratataplan.
Attivo anche in televisione, conduce diversi programmi (Quovadiz? Pista! Fantasy Party. ) e dirige negli anni più di 150 spot pubblicitari.
Nel 1998 è in giuria al Festival Internazionale del Cinema di Berlino e nel 1999 al Festival di Cannes. Tre Nastri d’argento: 1980: Ratataplan,
1989: Ladri di saponette, 1997: Luna e l'altra, nel 1991 David di Donatello per la miglior sceneggiatura di Volere Volare. Ha vinto il Festival
di Mosca 1989 con Ladri di Saponette e Il Festival dei Festival a Montreal 1990 con Volere Volare, il Festival del cinema Fantastico di Bruxelles
con Luna e l'altra 1997. Dal 2014 è direttore artistico della sede milanese del Centro Sperimentale di Cinematografia e titolare di un laboratorio
di regia presso lo Iulm a Milano.
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