Qual è oggi il suo rapporto con Milano?
È un rapporto più contrastato di un tempo. Un tempo mi sentivo molto orgogliosa di essere milanese, oggi mi sento più sperduta, sento che Milano ha perso quello scarto che percepivo così forte prima, rispetto al resto del mondo. Sembra che in generale anche su Milano gravi una cappa di barbarie e di buio epocale.
Perché vivere oggi a Milano?
Perché è una città che comunque conserva dei luoghi importanti: un tentativo di costruzione che dà una risposta solare alla barbarie dei tempi. Una città che proprio per la sua conformazione geografica, crocevia di incontri e di connessioni dirette con l’Europa, può offrirti appunto degli spaccati di libertà e di ricerca, necessari al miglioramento della qualità della vita.
Margini di miglioramento…
Sempre. Se dovessi pensare che non ce ne sono più, credo che mi sparerei… Per citare i Blues Brothers, “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”, perdona la leggerezza di questa citazione. Ad ogni modo intendo dire che tanto più le sfide si fanno complesse e difficili sotto molti punti di vista (da quelle ecologiche a quelle del sovraffollamento, da quelle del divario e della forbice economica a quelle della negazione della cultura e del dialogo), tanto più feconda e appassionante si fa la sfida per riportare al centro i valori imprescindibili…
Un luogo, uno solo, che rende Milano speciale?
Per la mia storia (osservazione sentimentale da parte mia ma tant’è!), un luogo che ha reso speciale Milano per me è stato il Teatro Ringhiera che non a caso è stato poi chiuso, con un’urgenza che tutt’ora mi è oscura. Comunque. Amo molto di Milano tutti i luoghi dove pulsa la vita e pulsa la libertà delle relazioni e dove pulsa la contraddizione, dove non conta soltanto la logica prettamente economica. Quindi amo i locali, i teatri e i cinema che riescono al loro interno a creare questo tipo di dinamica che sfugge alla logica del consumo. Amo i luoghi dove si lascia spazio all’energia dei rapporti e delle relazioni e del sorprendente, dove veramente si respira un senso pieno di libertà, di cultura. Ce ne sono tanti, paradossalmente molti di questi sono in periferia…
Spazio agli affetti: un ricordo personale che la lega a questa città?
Quando abbiamo fatto il funerale a Fabio Chiesa, che non era un cittadino milanese, veniva da Viareggio. Ebbene Milano, data la particolare circostanza, ha avuto la sensibilità, tramite il suo sindaco, di intitolargli una piazza che da allora ha preso il suo nome: Fabio Chiesa, attore e artista di strada. Questo è un segno per cui amo Milano.
Un piatto della cucina milanese assolutamente da assaggiare?
Non sono una grande esperta di cucina, però direi l’ossobuco…
Sfatiamo una leggenda? Milàn l’è un gran Milàn?
Forse Milano non è un gran Milàn però è el nost Milàn.
In una parola sola: Milano è…?
Sperimentazione.
Serena Sinigaglia
Nata a Milano, si diploma in regia alla Civica Scuola di Arte Drammatica «Paolo Grassi» (ora Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi)
nel 1996. E' fondatrice dell' A.T.I.R. (Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca) e docente del corso di regia presso la NABA
di Milano, insegna recitazione per la scuola del Teatro Stabile di Torino e del Piccolo Teatro di Milano. Per dieci anni dirige
il Teatro Ringhiera di Milano, situato alla periferia sud di Milano, dove “anima” una periferia difficile attraverso un progetto
di rigenerazione urbana e atti significativi di arte partecipata. Da giugno 2021 è direttrice artistica, insieme a Lella Costa,
del Teatro Carcano di Milano. Dirige opere liriche e prosa. Classici e contemporanei. Collabora coi più importanti drammaturghi
italiani nella creazione di testi originali, tra questi Roberto Saviano, Fausto Paravidino, Letizia Russo, Emanuele Aldrovandi.
È stata prodotta ed ospitata nei principali teatri istituzionali e non, tra i quali ricordiamo quelli con cui la collaborazione
è diventata un vero e proprio sodalizio: il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Stabile di Torino, il Grand Theatre de Genève,
la Fenice di Venezia, il Teatro Stabile di Torino, il Teatro Carcano di Milano. Riceve numerosi riconoscimenti tra i quali
«Donnediscena» come migliore regista dell'anno. Nella stagione 2022-2023 dirigerà “The sound inside” per il Teatro Carcano,
“Supplici” di Euripide produzione Atir, “Le nostre anime di notte” con Lella Costa, produzione Carcano.
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