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Queens, quartiere di New York, anno 1980. Gli Stati Uniti stanno per eleggere presidente Ronald Reagan. Paul (Bank Repeta) è un ragazzino che frequenta la prima media in una scuola pubblica. È curioso, irrequieto, insofferente alla regole, creativo. Stringe amicizia con un ragazzo di colore (Jaylin Webb), ripetente, che vive in povertà con la vecchia nonna malata. Con lui condivide alcune esperienze trasgressive, condannate dalla scuola e dalla famiglia.
L’ambito familiare è quello della piccola borghesia di origine ebraica, la madre di Paul (Anne Hathaway) è insegnante di economia domestica mentre il padre (Jeremy Strong) fa l’idraulico. Il nonno (Anthony Hopkins) è il riferimento culturale e morale della famiglia, con lui Paul ha uno splendido rapporto, è l’unico parente da cui accetta critiche e consigli. Tormentata e conflittuale è invece la relazione con il fratello più grande.
Nel suo difficile percorso scolastico, il giovane Paul viene costretto dalla famiglia ad abbandonare la scuola pubblica per essere iscritto in un esclusivo istituto privato il cui mecenate è tale Fred Trump, padre del futuro presidente Donald.
Malgrado il cosmopolitismo di una città come New York, il razzismo è un sentimento molto diffuso contro il quale Paul va a sbattere nel tentativo di essere solidale con il suo amico di colore. Anzi, la sua esuberanza irrealistica e visionaria metterà in seri guai il suo ex compagno di scuola. Nelle scene finali del film sembra che Paul scelga di andare per la sua strada. Ma quale strada?
“Armageddon” rappresenta, nella Bibbia, lo scontro tra il bene e il male che si ripresenta nella banale routine di tutti i giorni e spinge Paul a essere un fuori posto. La famiglia, la scuola e la società gli vanno strette, il suo approccio con il mondo è problematico ancorché resistente.
Gli elementi autobiografici introdotti dal regista James Gray (“Little Odessa”, “Ad Astra”) ci riservano un Paese pieno di conflitti, dove il sogno americano sembra si sia impantanato per sempre. “Armageddon Time- il tempo dell’apocalisse” è un film crepuscolare, riflessivo, in cui prevalgono le ombre e le bizze della vita. Il giovanissimo Bank Repeta (classe 2008) rende bene l’impaccio di un preadolescente alla scoperta di se stesso, su tutti però emerge Anthony Hopkins che padroneggia la materia con assoluta sapienza ed espressività interpretativa.
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