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LA TRACCIA DI ODISSEO /
CAPO MALEA

di ANGELO MASCOLO

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LANDSCAPE AROUND TROY
Il faro di Capo Malea

Un minareto piantato nel punto più estremo del mondo greco. Capo Malea è una visione, una fantasmagoria uscita da una fucina divina. Spuntoni e arbusti; sprazzi di natura che sono riusciti a trovarsi un posto in questo angolo così selvaggio. Il faro è una presenza magica, rituale, messa lì a proteggere il passaggio di marinai e diportisti.
La penisola greca digrada qui nella sua appendice meridionale tanto simile a un canino affondato nelle carni molli di un Mediterraneo che non è più Egeo.

troia
La costa di Capo Malea

A est le isole egee, dove inventori alla stregua di Icaro e folli hanno tentato invano di sfidare gli dei; inseguendo il sole e il suo orizzonte le coste dell’Asia Minore sfumano in una sagoma dolce e complessa. A occidente, invece, dove lo stesso sole è destinato a morire di lì a poco, gli dei pagani resistono gomito a gomito con l’unico Dio cristiano che abita ancora negli antichi monasteri di Sant’Irene e San Giorgio eretti in piena età bizantina. Due divinità che si sono spartite la terra in parti uguali: ognuna con occhi guardinghi su un mare diverso, destinate a non incrociarsi mai.

La via per Capo Malea si dispiega per il mare anche se esso è raggiungibile anche per terra grazie a un percorso di 20 km che parte da un comune dell’entroterra: Malvasia. Un nome capace di sbloccare subito un ricordo: è proprio questo paese infatti ad aver dato il nome ad un pregiatissimo vitigno che i Veneziani importarono nel ‘600 in Europa e da cui si ricava un vino delizioso.

A sud di questa lingua di terra e fede l’Isola di Creta si distacca dal resto della Grecia con l’altezzosità tipica di ogni prima donna. Infine, in questo crocevia di dei e rotte, la piccola Cerigo nota agli antichi con il nome di Citera. La terra che ha dato i natali all’amore e al suo nume tutelare: Afrodite.

mar egeo
Il monastero di Sant'Irene a Capo Malea
afrodite
la dea Afrodite

La leggenda vuole che proprio qui, nel consesso di divinità di ogni tempo, Afrodite nascesse accolta in una conchiglia. Un’altra leggenda, invece, desidera condurre Afrodite fino all’isola d’Ischia a placare i tormenti d’amore per la morte del suo caro Adone.

Ma Capo Malea è soprattutto lo snodo tra la civiltà e l’ignoto. Un paletto che gli antichi Greci avevano fissato tra il mondo conosciuto e l’ignoto. Non è un caso che tutte le rotte antiche passassero di qui seguendo itinerari sicuri e sotto costa. Allontanarsi da Capo Malea equivaleva a morte sicura.

Per questo crea un certo tremore pensare che proprio in questo punto Odisseo, una volta doppiato il capo e sicuro ormai di risalire la penisola in direzione di Itaca, avesse perso per sempre ogni traccia di navigazione. Una tempesta forse nata a largo aveva spazzato vie le navi sospingendole fino alle coste africane.

Tuttavia, per paradossale che possa sembrare, Capo Malea è un monumento alla conoscenza umana e per questo foriero di insegnamenti. Da un lato simbolo dell’appagamento che ogni certezza si porta dietro; ma allo stesso tempo un invito a sondare i fondali dell’ignoto e il buio dal quale viene fuori una luce nuova.

Per questo Capo Malea non può che essere un sinonimo di Odisseo, ovvero dell’uomo indomito e mai sazio, alla ricerca sempre e comunque di una nuova terra da sognare.




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