LA TRACCIA DI ODISSEO /
EOLIE, LE ISOLE DI CALIPSO

Eolie

Una costellazione di roccia e fuoco. È così che appare, dall’alto, l’arcipelago delle Lipari. Un allineamento perfetto in mezzo al Tirreno a sbarrare la strada in direzione della Sicilia. La foschia si mescola con le continue eruzioni che da millenni modellano un paesaggio selvaggio e romantico allo stesso tempo. Isole piccole, schegge di vulcani un tempo enormi, fucine di uomini e solitudini, buen ritiro di artisti o più semplicemente di uomini con la voglia di rimettersi in pari con la vita. Proprio su una di queste isole, seguendo la stella polare del racconto di Armin Wolf nel suo "Ulisse in Italia", sarebbe approdato Ulisse dopo il naufragio nello stretto di Messina. Nel XII libro dell’Odissea l’eroe omerico giunge all’isola di Ogigia dove abita Calipso.

Omero chiama "omphalos del mare" l’isola della ninfa. Ora, se noi cerchiamo a nord dello Stretto un’isola dove collocare un possibile naufragio la scelta può ricadere quasi ed esclusivamente sull’arcipelago delle Lipari. Esse infatti sbarrano l’accesso al Tirreno a chi, come Ulisse, proviene dall’imbocco settentrionale dello Stretto. Secondo un calcolo astronomico condotto su alcuni versi dell’Odissea l’isola di Ogigia dovrebbe trovarsi a sud lungo una latitudine di 40 gradi. Una localizzazione che confermerebbe la candidatura delle Lipari quale dimora di Calipso. Inoltre per il loro numero, e anche per la loro distribuzione, le Lipari offrirebbero a un naufrago tutta una serie di possibilità di trovare terra.

Come si può però interpretare la suggestiva immagine dell’"omphalos del mare" che Omero fornisce per Ogigia? Omphalos in greco significa ombelico e il rimando più immediato è all’omphalos del santuario panellenico di Delfi, una roccia in pietra calcarea dalla sommità ogivale che gli antichi consideravano il centro sacrale e religioso di tutto il mondo.

L'Omphalos di Delfi

Se si cerca ora una somiglianza tra questo oggetto e una delle isole Lipari si resta stupiti dalla forma di Stromboli. La morfologia dell’isola infatti ricorda proprio l’ombelico delfico con la sua vetta a forma di ogiva, senza considerare che il nome greco di Stromboli era Strongyle, ovvero isola rotonda, sferica. Tuttavia Omero ci dice che Ogigia deve trovarsi là dove c’è anche l’ "omphalos del mare", dunque nelle sue vicinanze. Ora l’isola più vicina a Stromboli e alla sua forma di omphalos è Panarea. Al di là della prossimità con Stromboli essa è anche la più verde dell’arcipelago delle Lipari, circostanza particolarmente adatta a calarvi la suggestiva descrizione che Omero fa delle selve e degli uccelli di Ogigia. Anche se non va del tutto esclusa la possibilità che Ogigia possa identificarsi con Lipari, l’isola più grande dell’arcipelago.

Stromboli

Per un momento gli occhi restano incollati su queste isole. Piccole, discrete, perennemente in movimento. Uno strano sentimento mi assale a un certo punto. Perché le Lipari, pezzi di terra che hanno precluso per anni la terra patria ad Odisseo, sono un invito pressante a non sostare mai. A non cullarsi sulle agiatezze o le conquiste. Sono esse stesse uno degli emblemi più forti e significativi di tutta l’Odissea: mettersi in viaggio sempre, sfidando timori e incertezze, debolezze e ansie. Insomma le Lipari sono un canto al coraggio per chi non smette mai di credere che un finale diverso è sempre e comunque possibile.