LOADING....!!!!!




e

MI FANNO MALE
I CAPELLI
AMARCORD MONICA VITTI

di ANDREA ALOI

Monica (Alba Rohrwacher) è una giovane donna col cervello in via di sbiadimento. Dimentica, si smarrisce sulla spiaggia di Sperlonga, perde le coordinate per galleggiare nel mondo dei “normali”. Non la può salvare - a parte echi di sensuali tenerezze - l'amore del marito Edoardo (Filippo Timi), un bennato sulla via della catastrofe economica. Solo il sogno in veglia di una Monica Vitti revenant e per lei presente le concede momenti di pace e consonanze per rispecchiarsi/riconoscersi, ricostruirsi una memoria, una soggettività. “Mi fanno male i capelli” di Roberta Torre (“Tano da morire”, singolare e azzeccato musical antimafia, “Angela” con Donatella Finocchiaro, e poi regista teatrale, scrittrice) è un’opera palpitante e a suo modo perfetta perché risolta. Un film con tanti film dentro, non solo metaforicamente, vista la messe di inserti illuminati dall’ammaliante presenza attoriale di Monica Vitti, un incedere tra le fragilità di menti e di corpi, la devozione amorevole, la “verità” del cinema. Che è sedimento dei ricordi, in chi il cinema lo fa e in chi lo guarda: ciascuno ha la sua memoria cinematografica con la quale arredarsi l’immaginario.



il titolo viene da “Deserto Rosso”, “Mi fanno male i capelli, gli occhi, la gola, la bocca” era la battuta completa della tormentata Giuliana, borghese oppressa da un presente alienato, senza più coordinate plausibili. Una delle tante donne dipinte da Monica Vitti, per Antonioni, Monicelli, Sordi, tormentate, finte deboli, esuberanti, sentimentalmente “irregolari”, ai confini del mutismo e scatenate su un palco di varietà. “Ha avuto la grandissima capacità, inconsapevole forse, di incarnare il femminile in tutte le sue forme” ha detto la regista, qui anche sceneggiatrice, imputando poi a una particolare storia d’amore e accudimento, quella tra il cantante dei Sex Pistols Johnny Rotten e la moglie ormai priva di memoria, lo spunto narrativo del film. Un emblema del punk che diventa affettuoso care giver: almeno sulla carta una storia particolare. Ma c’è comunque un legame solido tra la Monica di Roberta Torre afflitta dalla sindrome di Korsakoff, come sentenzia il neurologo (Elio De Capitani), e una Vitti a sua volta colpita da malattia degenerativa, la demenza a corpi di Lewy, che l’aveva portata a ritirarsi da qualsiasi mondanità, un lungo tramonto con a fianco il compagno e poi marito Roberto Russo.



Alba Rohrwacher, vagante nella villa di Sperlonga, del tutto ignara che un bieco usuraio (Maurizio Lombardi) fintamente amico di Edoardo, dopo la casa di Roma sta per mettere le grinfie sul buon retiro marino, patisce un’amnesia che non le permette di ricordare gli eventi recenti, non riconosce gli amici invitati a cena, al limite confabula, inventa. Cerca tracce del passato nei video delle vacanze e trova in sé la Vitti, si trasfigura in lei, ne imita mani e capelli così potentemente al centro delle inquadrature ne “L’Eclisse”, si cambia d’abito e diventa la Valentina de “La notte” in un gioco di seduzione con Marcello Mastroianni, la rossa, fluttuante e immatura Raffaella di “Amore mio aiutami”. Sono frammenti cinematografici scelti da Torre con un lungo lavoro di ricerca per fondersi, anche attraverso inquadrature e movimenti congruenti, con l’oggi di Monica, che impara le battute dei film, si guarda allo specchio in cui compare la Vitti e si vede in lei. Sono appigli durante la caduta, tracce mnestiche reali o presunte di una donna in frantumi. Alba Rohrwacher, dopo l’Alida Valli di “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo, ha tra le mani un ruolo rischioso e ne esce bene perché non “fa” la Vitti, ma rimane nel personaggio, con tutta la sua fragilità.



S’immagina infine di dover fare la madrina all’inaugurazione della casa-museo di Alberto Sordi su invito dell’attore e indossa per l’occasione l’abito della soubrette Dea Dani in “Polvere di stelle”. La casa di Sperlonga sta per svanire, Edoardo, un Filippo Timi misurato e grave, continua a proteggerla anche dalle sue allucinazioni, quando s’immagina ballare col giovane Michele Placido in “Teresa la ladra” o “sente” che la sua vita è minacciata e diventa Giulia amante clandestina davanti a un leone nell’episodio diretto da De Sica del film “Le coppie”. Irrompono fantasmi, incubi. “Mi fanno male i capelli” non cerca la benevolenza del cinéphile, ma Roberta Torre incastona nel flusso narrativo alcuni gioielli rari, ora a designare turbamento (le scene di mare mosso da “Le tempestaire” di Jean Epstein) ora l’estrema instabilità-fibrillazione dello sguardo (“Quando l’occhio trema” di Paolo Gioli in patente rimando a “Un chien andalou” di Buñuel) per richiamare tutto il potere seduttivo e la favola - qui tormentata - dell’immagine in movimento. A ribadire che più contempliamo meno viviamo (alienazione e società dello spettacolo, Guy Debord insomma).



Sono note d’autore che non inceppano la storia, crudamente esposta, la configurano da un’altra angolatura, la distanziano per farci vedere meglio. E il film vince per questa accuratezza più sentimentale che meramente filologica, immerso in ambienti - i mobili della villa - e lidi anni Sessanta, accompagnato dal lavoro alle musiche del giapponese Shigeru Umebayashi (già con la regista in “Mare nero”), che ha tratto motivi e atmosfere dalle colonne sonore dei film con Monica Vitti e non solo (tra le note finali c’è “Breve amore” cantata da Sordi: “Addio my darling, good bye my love…” ). “La memoria mi insegue e la ritrovo sempre in fondo alla strada che mi aspetta”, aveva confessato l’attrice romana: a qualsiasi vita tocca una certa dose di paradosso.



“Mi fanno male i capelli” dura appena 83 minuti e ha tutto quanto basta per lasciare in bocca un buon sapore. Da sottolineare il lavoro al montaggio di Paola Freddi e la fotografia rétro di Stefano Salemme. Producono Rai Cinema e Stemal Entertainment, nelle sale con 01 Distribution.

Ps. Segnaliamo ai tanti affezionati spettatori vecchi e nuovi dei film con Monica Vitti il libro di Eleonora Marangoni “E siccome lei” (Feltrinelli), tour de force in quarantasette capitoli per altrettanti personaggi interpretati al cinema dalla nostra più amata anti-diva.

Condividi su:






ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI FOGLIEVIAGGI

© Tutti i diritti riservati



Ritorna


Foglieviaggi è un blog aperto che viene aggiornato senza alcuna periodicità e non rappresenta una testata giornalistica. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Le immagini presenti sul sito www.foglieviaggi.cloud provengono da internet, da concessioni private o da utilizzo con licenza Creative Commons.
Le immagini possono essere eliminate se gli autori o i soggetti raffigurati sono contrari alla pubblicazione: inviare la richiesta tramite e-mail a postmaster@foglieviaggi.cloud.
© foglieviaggi ™ — tutti i diritti riservati «all rights reserved»