NILO, BARCHE
E TRAMONTI
GRANDE LUCE
IN EGITTO

Dall'altezza di un satellite, il Nilo è una linea blu che attraversa longitudinalmente l’enorme distesa gialla del deserto e scorre per 6600 km prima di sfociare nel Mediterraneo.

Sono nell'area intorno a Luxor, 700 km a sud del Cairo (la prima tratta, quella fino al Delta, è interdetta ai turisti per motivi di sicurezza; è zona dei Fratelli Musulmani). Dall’alto di un battello osservo le due sponde e resto ammutolita per lo stupore. Un antico detto recita: "L'Egitto è il dono del Nilo"; un dio buono e propizio da cui gli egiziani dipendono dall’inizio dei tempi. Lo abbiamo studiato sui libri di scuola e visto raccontare in film e in documentari. Osservarlo da vicino lascia senza fiato.



La grandezza del fiume, la luce che abbaglia riflessa dal sole e dal deserto, i tramonti infuocati, la natura selvaggia e il paesaggio che muta rendono l'esperienza straordinaria. Il paesaggio è come sospeso, senza tempo; poi però ti riportano alla realtà gli impianti industriali per la fabbricazione di mattoni e di fertilizzanti, il passaggio delle navi da crociera o delle chiatte metalliche, cariche di barre d'acciaio o sacchi di cemento.

Il commercio occupa buona parte delle attività fluviali. Ma viene da chiedersi dove siano le persone. I villaggi sono costruiti lontano dalle rive per proteggerli dalle inondazioni, e gli abitanti compaiono quasi solo al tramonto. Scendono al fiume per lavare le stoviglie, abbeverare gli animali e socializzare. C’è chi saluta dalla riva e chi sembra non accorgersi del passaggio di imbarcazioni e turisti.


(Bufali al pascolo)


La lentezza dell’acqua permette ogni tipo di attività, dai giochi dei bambini seduti sulle tavole da surf - i coccodrillini, le chiamano - all’attacco dei pirati, il corrispettivo degli ambulanti che si agganciano agli scafi per vendere souvenir e prodotti dell'artigianato locale. Sono abilissimi nel mantenere l’equilibrio sulla barca lanciando a bordo di una nave alta cinque piani la busta con la merce e quella per ricevere il denaro. I coccodrilli, quelli veri, non ci sono più. Si sono rifugiati a valle della Grande Diga di Aswan.


(I 'coccodrillini')


Le feluche equipaggiate con una grande vela disegnata con fiori di loto attraversano il fiume, da una sponda all’altra, tagliando la strada alle navi da carico o da trasporto. Sono le immagini più caratteristiche.


(Feluche sul Nilo)


Barcaioli e pescatori formano una società a parte nel mondo del fiume. Si vedono molte barche al tramonto, per lo più con due persone di cui una è un bambino; il mestiere si apprende sin da piccoli.


(Fuoco di foglie secche delle palme)


Non c’è dubbio che sul Nilo si svolga la vita; è un mondo seducente e grandioso. Le zone verdi lungo le rive, bordate da palmeti, piantagioni di banane e file di campi, contrastano con il deserto che si apre vicinissimo. Una linea di separazione netta. È possibile starsene con un piede sulla terra coltivata e l’altro sulla sabbia del deserto; uno spettacolo impressionante per chi ancora non conosce la forza del deserto. La contrapposizione aiuta a capire le caratteristiche contrastanti di questo Paese, nel quale quasi tutta la popolazione si concentra nella Valle del Nilo.


(Le navi alla chiusa di Esna)


Nelle vicinanze delle città più ricche di monumenti, l’industria del turismo è basata sulle crociere, che rendono il fiume una vera e propria autostrada in entrambe le direzioni. Sono iniziate insieme al turismo: le prime risalgono al 1800, l’epoca in cui era questo l’unico modo per visitare il Paese. Le navi vengono ancorate una affianco all’altra, in tripla, quarta e quinta fila, a volte anche di più. Per scendere bisogna attraversarle tutte. Vengono smistate su due corsie, quattro alla volta, in prossimità della chiusa di Esna, una fermata tecnica per gestire il dislivello delle acque provocato dalle antiche cascate, sul modello del Canale di Panama. Del resto, i treni che ci sono non arrivano in Sudan perché i binari hanno scartamenti diversi; in Egitto sono più larghi e anche per questo il Nilo resta la via principale.


(I 'pirati')


Omero lo definì il fiume caduto dal cielo, quello che scorre a nord, perché il nord è in discesa per un processo di subsidenza (lo sprofondamento della crosta terrestre), una sorta di naturale inclinazione del suolo che guida il fiume su un percorso obbligato. Il dislivello di soli 180 metri lo rende navigabile in entrambe le direzioni.


(Un gruppo di pescatori al tramonto)


Al tempo dell’antico Egitto il Nilo divideva il calendario in tre stagioni in base alle inondazioni: Akhet, quella degli straripamenti, Peret della crescita e Shemu, la stagione del raccolto nei periodi di siccità. Si coltiva in autunno, in estate la temperatura raggiunge i 50°. Il sole scalda perfino a dicembre.

Nel 1988 è mancata la piena, non arrivavano le piogge dall’Etiopia; il cambiamento climatico si fa sentire anche qui.

È un fiume di cui non tutto ancora si conosce. Anche le sorgenti sono un mistero; non è ancora chiaro se siano nei grandi laghi equatoriali o nelle montagne dell’Etiopia. Le sorgenti presunte sono state scoperte nel 1937 dal tedesco Burkhart Waldecker, 45 km a est del lago Tanganica, in località Kasumo (2054 metri), dove è stata eretta una piramide con una targa in latino, in memoria di tutti i cercatori delle sorgenti del Nilo.


(La piramide alle sorgenti - foto Flickr di Dave Proffer)


I due affluenti, Il Nilo bianco e il Nilo azzurro, si uniscono in un unico corso d’acqua all’altezza di Khartum, la capitale del Sudan. Da qui il fiume scende, con 5 salti di livello, le Cateratte, di cui 4 sono in Sudan. Gli antichi egiziani le numeravano al contrario, a partire dal Mediterraneo, non seguendo il corso del fiume.

La prima cateratta si trovava ad Aswuan, nel sito della prima diga sul Nilo, e la seconda è stata sommersa dal Lago Nasser. Da qui mancano ancora 1000 km al grande Delta.


(Sponde del Nilo)


Tra immaginazione e realtà, esasperate dal clima di guerra, è recente (15 novembre ‘23) la notizia del Nilo tinto di rosso; una delle dieci piaghe d’Egitto raccontate nelle profezie bibliche. Tra le punizioni mandate da Dio al popolo egiziano, la prima è proprio l’acqua trasformata in sangue dopo il rifiuto da parte del faraone di liberare gli schiavi ebrei. C'è chi ha ipotizzato un collegamento tra l’arrossamento delle acque e la guerra in corso tra Israele e Palestina. In realtà l’acqua ha quel colore per ragioni scientificamente dimostrabili: il fenomeno, visibile anche nelle immagini satellitari, secondo gli esperti è legato a una considerevole fioritura di alghe microscopiche che producono pigmenti rossi. Possono avere cadenza ciclica, in base alle variazioni di luce e temperatura, ma sono anche la conseguenza di un aumento di fosforo e azoto provenienti dalle attività antropiche. Anche in Florida, quasi ogni estate lungo la costa del Golfo, si osserva lo stesso fenomeno, che viene chiamato marea rossa.


(Una immagine satellitare del Nilo rosso)


Tutta la zona del Delta di Alessandria è stata bonificata e coltivata a riso e agrumi. I militari hanno scavato e trivellato fino a trovare i pozzi d’acqua. Ci sono anche coltivazioni di melograni, ulivi e vigneti per la produzione di un vino poco alcolico (c’è chi lo beve, anche i sacerdoti, ma per loro è una pura spremuta di uva).

Nella zona al confine con il Sudan è stata realizzata la bonifica per 60 km all’interno del deserto, grazie alla costruzione di canali di irrigazione, con l’obiettivo di arrivare a mezzo milione di ettari.


(Canali di irrigazione nel deserto)


Il primo scopo è rendersi autonomi nella produzione di grano (la guerra tra Russia e Ucraina ha interrotto le importazioni), l’altro, ancora più ambizioso, quello di creare nuove province per diminuire la densità della popolazione concentrata nella valle del Nilo.


(1. continua)

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