L'ARCHIVIO
DELL'UNITÀ
"CENT'ANNI
DA RISCOPRIRE"

(Dominguin e Hemingway, dall'archivio storico dell'Unità)

L’Unità, quella vera, è in 1938 scatoloni. Dal 13 novembre scorso l’intera documentazione ha preso casa, in deposito coattivo, all’Archivio di Stato di Milano. Il primo numero del quotidiano uscì a Milano, dalla tipografia di via Settala 22, a Porta Venezia, il 12 febbraio 1924. Sedici mesi dopo la marcia su Roma. Oggi, cento anni dopo, per iniziativa di un gruppo di lavoro coordinato da Annalisa Rossi, sovrintendente agli archivi e alle biblioteche della Lombardia e direttore dell’Archivio di Stato, si avvia un lavoro di grande importanza culturale, a partire dal recupero di un materiale davvero prezioso che stava per essere disperso dopo la chiusura del quotidiano.


(La conferenza stampa di presentazione a Milano)


L’archivio del giornale, in tempi in cui le nuove tecnologie erano di là da venire, era basato esclusivamente sulla raccolta di testi, fotografie e articoli su carta. Per com’era organizzata l’Unità, gli archivi più importanti erano a Roma e a Milano. Questi, tra il 2017 e il 2018, erano stati smembrati e trasferiti parte a Nepi, in provincia di Viterbo, parte a Lentate sul Seveso, in Brianza, parte in uno scantinato di Milano. Tutto il materiale è stato recuperato e accorpato in seguito a un accordo tra Sovrintendenza lombarda, Tribunale di Roma e organi della curatela fallimentare.


(Uno dei contenitori, foto di Marco Brando)


Un lavoro piuttosto complesso, il cui esito Annalisa Rossi oggi è in grado di celebrare con giustificata soddisfazione: “Un archivio assicurato alla permanenza e al futuro è una buona notizia per la comunità: ha il sapore della garanzia di esigibilità dei diritti culturali. Quando l'archivio appartiene a una testata storica e consente di garantire la restituzione della conoscenza di un secolo di storia italiana, si celebrano anche democrazia e pluralismo”.


(Il fonogramma della Questura di Milano sulla nascita dell'Unità)


Due sono gli obiettivi che l’acquisizione di tutto quel materiale redazionale renderanno possibili. A breve, è già in calendario una giornata di approfondimento intorno alla storia del quotidiano: si terrà il 12 febbraio prossimo, nella sede dell’Archivio di Stato. Tema: “Gli archivi dell’Unità a Milano (1924-2024) – Ricomincio da 100”. Nel manifesto, disegnato da una giovane grafica, Carlotta Iannuzzi, il logo che richiama gli occhiali di Gramsci e una sua frase: “Per il più lungo tempo possibile”. In effetti, a giudicare dall’impostazione che il gruppo guidato da Annalisa Rossi, l’Unità nata in quel febbraio del secolo scorso ha ancora molto da dire.


(La lettera di Li Causi, dall'archivio storico dell'Unità)


Ecco il secondo obiettivo: la documentazione verrà messa a disposizione del pubblico, insieme e in dialogo con altri documenti custoditi nell’Archivio milanese. Per esempio, ci sono tutti i documenti della Prefettura. A partire da quello che segnalava la nascita del giornale comunista: il fonogramma della questura informava di aver ricevuto la dichiarazione della pubblicazione di un quotidiano “organo della frazione terzinternazionalista la quale distaccandosi dal partito massimalista ha deciso di allearsi ai comunisti”. Il direttore dell’Unità era Ottavio Pastore.



C’è anche un altro documento: la richiesta alla Prefettura di avere copia dei comunicati stampa. La data è del 13 febbraio 1924. Firmato: G. Li Causi, che nel 1946 sarà deputato dell’Assemblea costituente della Repubblica italiana.

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