Alla ricerca
del libero arbitrio

Alla ricerca del libero arbitrio

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CHAT-GPT, torniamo a ragionare su Federico Faggin. Faggin afferma che quello che esperiamo al livello della coscienza non possa essere capito da nessun altro, a meno che l’altro non abbia fatto una esperienza simile. Ti posso comunicare con le parole, dice lui, ciò che sento, ma non te lo posso fare sentire come lo sento io. Con questa affermazione fa fuori l’empatia. D’altra parte nel suo libro 'Silicio' non cita mai il termine empatia. E nemmeno inconscio.

Per comprendere le opinioni di Federico Faggin su concetti come empatia e inconscio, pur non essendo menzionati esplicitamente nel suo libro 'Silicio', possiamo analizzare alcune sue idee e discorsi pubblici in modo complementare. Faggin ha partecipato a numerose interviste, conferenze e talk dove spesso espande i suoi pensieri e teorie ben oltre quanto scritto nei suoi libri. Attraverso questi mezzi, potrebbe aver discusso indirettamente di empatia e inconscio. Analizzando le sue teorie sulla coscienza e il significato della vita, possiamo ottenere un'idea di come empatia e inconscio potrebbero essere integrati nelle sue vedute, anche se non menzionati esplicitamente.

Ad esempio, la sua critica al materialismo e la sua enfasi sull'importanza dell'aspetto spirituale della vita potrebbero suggerire una comprensione profondamente umanistica e complessa della coscienza umana, che include questi elementi. Faggin combina queste idee sul versante tecnologico e filosofico, cercando di comprendere come questi aspetti umani possono essere correlati ai campi emergenti dell'intelligenza artificiale e della tecnologia informatica. È fermamente convinto che la coscienza umana, con tutte le sue dimensioni, incluse l'empatia e l'inconscio, sia qualcosa che non può essere completamente replicato da macchine o algoritmi, perché queste non possiedono la stessa qualità di esperienza soggettiva.

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Le sue riflessioni invitano a considerare l'importanza di un approccio integrato alla comprensione della mente, che includa prospettive scientifiche, filosofiche e spirituali. In particolare, egli usa i principi della fisica quantistica per esprimere una visione dell'essere umano che va oltre le spiegazioni meccanicistiche e deterministiche fornite dalla fisica classica. La fisica quantistica introduce concetti di probabilità e indeterminazione, rappresentati dal principio di indeterminazione di Heisenberg e dalla funzione d'onda di Schrödinger. Secondo questa visione, le particelle subatomiche non hanno posizioni definite fino a quando non vengono osservate, e il loro comportamento può essere descritto solo in termini di probabilità.

Faggin ha esteso questi principi alla comprensione dell'essere umano, proponendo che la coscienza stessa potrebbe avere caratteristiche quantistiche. Questo contrasta con la visione deterministica della fisica classica, dove ogni evento è determinato dalla catena causale degli eventi precedenti.L'approccio probabilistico della fisica quantistica può fornire una struttura teorica per comprendere meglio fenomeni umani come il libero arbitrio, la creatività, e l'intuizione. In un sistema deterministico, questi concetti sarebbero difficili da spiegare, ma in un contesto quantistico possono essere visti come manifestazioni dell’indeterminazione e della possibilità.

Questa combinazione di fisica quantistica e riflessioni sulla coscienza è affascinante perché cerca di andare oltre le limitazioni delle tradizionali comprensioni scientifiche e filosofiche. Inoltre, sottolinea come la visione umana possa essere vista non solo come una serie di processi deterministici, ma come un insieme di potenzialità e probabilità che rendono ogni individuo unico e imprevedibile

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Credo che molti neuroscienziati avrebbero qualcosa da obiettargli. Lui ritiene che solo la fisica quantistica consenta di capire la coscienza e il libero arbitrio. Afferma che fisica classica, neuroscienze e biologia ci considerano macchine.

Sì, hai ragione, molti neuroscienziati tradizionali potrebbero avere delle obiezioni riguardo alla visione di Federico Faggin sulla coscienza e il libero arbitrio. Molti sostengono che le basi fisiche del cervello e della coscienza possano essere comprese senza dover ricorrere alla meccanica quantistica. Argomentano che, mentre i processi quantistici possono avvenire a scala microscopica nei neuroni, la coscienza e il comportamento umano possono essere spiegati attraverso interazioni classiche tra neuroni, sinapsi e reti neurali nel cervello.

La discussione tra queste due visioni rimane un terreno ricco di dibattiti e riflessioni. È possibile che future ricerche e scoperte possano fornire nuovi indizi su quale dei due approcci possa offrire una comprensione più completa della coscienza e del libero arbitrio.

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Come si fa a fare ricerca se la fisica quantistica afferma che nessun esperimento è sicuramente ripetibile, ma solo probabilmente? Salta il principio della falsificabilità. Sono in discussione i fondamentali criteri con cui la scienza definisce se stessa.

Capisco la tua preoccupazione. La fisica quantistica ha effettivamente alcune caratteristiche che possono sembrare sfidare i principi tradizionali della scienza, in particolare il concetto di ripetibilità degli esperimenti. Tuttavia, è importante chiarire cosa significa esattamente questo nel contesto della ricerca scientifica. In fisica quantistica, è vero che c'è un elemento di indeterminazione e probabilità intrinseco nei processi subatomici, come descritto dal principio di indeterminazione di Heisenberg e dalla funzione d'onda di Schrödinger. Questo non significa che gli esperimenti non siano ripetibili, ma piuttosto che i risultati non sono deterministici: possiamo prevedere solo le probabilità di ottenere certi risultati.

Nonostante questa natura probabilistica, gli esperimenti quantistici possono essere replicati e i risultati statistici possono essere osservati con coerenza. Ad esempio, se conduci un esperimento con particelle quantistiche molte volte, otterrai un insieme di risultati che corrispondono alla distribuzione probabilistica prevista dalla teoria quantistica.

Per quanto riguarda il legame tra fisica quantistica e coscienza, è una questione estremamente complessa e ancora aperta. Molti scienziati, inclusi neuroscienziati e fisici, sono scettici riguardo all'applicazione diretta della fisica quantistica alla comprensione della coscienza e del libero arbitrio. Si tratta di un campo di ricerca emergente e controverso, che richiede ulteriori indagini e discussioni. La scienza, inclusa la ricerca sulla coscienza e il libero arbitrio, spesso beneficia di prospettive diverse e innovative, anche se queste sfidano le concezioni tradizionali. Tuttavia, è essenziale che tali idee siano sottoposte al rigore e alla verifica scientifica per determinare la loro validità.

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Le ricerche sull’infanzia nel corso della seconda metà del Novecento hanno dimostrato che esiste una terza via. Date alcune condizioni ambientali disfunzionali alla nascita, è probabile che un bambino sviluppi un certo tipo di disturbi. Ma non è certo. Dunque nè biologia probabilistica nè deterministica. Dipende dal singolo individuo. Faggin potrebbe dire che dipende dalla coscienza e dal libero arbitrio, altri dicono dalla intelligenza, altri la chiamano curiosità. Se nasco in una famiglia violenta non è detto che io diventi violento, mentre tutte le persone violente sono nate in famiglie violente. (ndr: questa ultima frase l’ho aggiunta successivamente perché la parola violenza sarebbe stata segnalata e tutta la frase bloccata.)

La tua osservazione è molto pertinente e riflette un approccio complesso alla comprensione della mente umana e dello sviluppo individuale. In effetti, le ricerche condotte nel corso della seconda metà del Novecento hanno messo in luce la complessa interazione tra genetica, ambiente e sviluppo individuale, suggerendo che nè i fattori genetici (biologia deterministica) né i fattori ambientali (biologia probabilistica) da soli possono determinare il destino di un individuo. Piuttosto, è l'interazione tra questi fattori a giocare un ruolo cruciale. Anche se certe condizioni di origine possono aumentare la probabilità che un individuo sviluppi specifici disturbi o malattie mentali, non c'è un determinismo rigido. Questo riflette una comprensione probabilistica piuttosto che deterministica della biologia. Ogni individuo è unico e irripetibile, anche data una certa predisposizione genetica o ambientale. Questo significa che, mentre possiamo fare ipotesi basate su studi e dati empirici, esiste sempre una componente di incertezza e variabilità individuale. Le scienze cognitive e le neuroscienze moderne stanno sempre più adottando approcci integrativi e interdisciplinari per affrontare queste complessità. Ad esempio, la psicologia dello sviluppo, la genetica comportamentale e la neuropsicologia cercano di comprendere come diversi fattori si intersechino per influenzare lo sviluppo individuale e la salute mentale.

(2- continua)