MAMMUT
DELL'AQUILA
NUOVE
DONAZIONI

In occasione dei 70 anni dal rinvenimento del Mammut, il 20 gennaio 2024, nel Bastione Est del Forte Spagnolo de L’Aquila, alla presenza della Direttrice del Museo Nazionale d’Abruzzo, Federica Zalabra, si è svolta la cerimonia di donazione di documentazione libraria e fotografica parzialmente inedita.


(Il Forte Spagnolo all'Aquila)


Cecilia e Eugenia, eredi della Fornace Santarelli dove fu ritrovato lo scheletro del fossile, Claudio Pietrosanti, nipote di Antonio Ferri all’epoca tecnico restauratore del Mammut, e Maria Adelaide Rossi, direttore dei lavori dell’ultimo progetto di restauro, hanno donato il materiale di loro proprietà. “Una documentazione preziosa”, spiega la Direttrice del Museo Federica Zalabra, “che sarà organizzata con accuratezza in previsione della celebrazione dei 70 anni della scoperta del Mammut il 25 marzo prossimo.”


(Il Mammut)


Il Mammut è uno dei simboli più amati del capoluogo abruzzese e uno dei più grandi e completi scheletri fossili di Mammut in tutta l’Europa. Da sempre è ospitato in una Sala del Forte Spagnolo, sede del MuNDA (Museo Nazionale d’Abruzzo), anche quando, per i danni subiti dopo il sisma del 2009, le collezioni sono state spostate nei locali dell’ex mattatoio, nei pressi della Fontana delle 99 Cannelle.


(Da sinistra Pietrosanti, la Direttrice Zalabra, le eredi Santarelli e Maria Adelaide Rossi)


Questo periodo ha consentito un restauro conservativo accurato, lo smontaggio dello scheletro osso per osso, l’allestimento di un vero e proprio laboratorio nel Bastione est e un allestimento multimediale del Mammuthus meridionalis vestinus, anche grazie al contributo della Guardia di Finanza per 600.000 euro. Il restauro fu avviato nell’autunno del 2013 e si concluse due anni dopo, coinvolgendo i diversi istituti territoriali del Ministero della Cultura.



Lo scheletro fossile del Mammuthus Meridionalis Vestinus, questo l’ultimo nome assegnato dopo che gli studiosi lo cambiarono più volte, (Elephas meridionalis negli anni ’50, Elephas meridionalis vestinus nel 1972, Archidiskodon meridionalis vestinus dal 1977 fino a metà degli anni ’90) è stato rinvenuto il 25 marzo 1954 in località Madonna della Strada, ai margini della S.S. 17, nel Comune di Scoppito, a scarsi 15 km da L’Aquila. Gli operai della Fornace di Emidio Santarelli di Amatrice (RI), negli scavi per la ricerca di acqua nella cava di argilla utilizzata per produrre laterizi, si imbatterono nelle enormi ossa di quello che sembrava un elefante.



Gli studi chiarirono che si trattava di un esemplare di Mammuthus Meridionalis risalente a 1.300.000 anni fa. Un esemplare caratterizzato dall’assenza di una difesa, la zanna sinistra persa in vita, che causò infezioni e disturbi motori cronici, nonostante i quali l'animale visse fino a tarda età, morendo presumibilmente in prossimità del lago pleistocenico. Le sedimentazioni argillose hanno permesso il ritrovamento in condizioni ottimali.



Tutte le curiosità e gli approfondimenti scientifici sono raccolti nella guida “Il Mammut – Forte Spagnolo, L’Aquila”, curata dalla paleontologa Maria Adelaide Rossi e pubblicata da Carsa edizioni.

Le indicazioni storiche sono nei pannelli informativi della Sala e in un video è proiettata una ricostruzione grafica di come il mammut perse la zanna.

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