CLASSICI
CONTRO
OMERO AIUTA
L'ITALIA

(L’Equus Troianus disegnato da Luciano De Nicolo e il busto di Omero, che 'accompagnano' i Classici contro)

Sono passati quasi quindici anni da quando due geniali grecisti di Ca’ Foscari (Università di Venezia), Alberto Camerotto e Filippomaria Pontani, immaginarono che i classici greci e latini potessero uscire disinvoltamente e a testa alta dalle aule scolastiche e universitarie per riempire i teatri del Veneto e aiutare il nostro paese, in molte delle sue componenti, a discutere criticamente dei propri problemi.


(a sinistra Alberto Camerotto, a destra Filippomaria Pontani)

La fortunata etichetta, Classici Contro, che forse richiama gli uomini contro, gli uomini dell’altopiano di Emilio Lussu che Francesco Rosi portò sullo schermo nel 1970, è ormai un patrimonio della cultura italiana, documentato dalla collana omonima per le edizioni Mimesis, che testimonia i contributi che migliaia di ascoltatori hanno sentito dalla viva voce di relatori e relatrici (sarebbe meglio chiamarli relattori e relattrici, perché la performance collettiva è la vera anima dei Classici Contro).


(Il primo volume dei Classici Contro, 2012)

Da allora - fatta salva la parentesi infausta del Covid -, in molte più regioni, a partire da quelle del nord-est fino alla Sicilia, nonché con importanti collegamenti europei - molti volumi della collana sono tradotti in greco moderno -, i Classici Contro si sono presentati sulla scena grazie all’impegno appassionato di docenti e studenti, giornalisti/e, intellettuali, attori e attrici ecc. ecc.

I temi scelti anno per anno, dalla violenza alla bellezza, dalla verità alla guerra, dall’ospitalità all’utopia, dall’Europa al viaggio, dalla Giustizia all’ambiente e all’anthropos, fino a quello attuale, hanno consentito di riempire letteralmente di pubblico alcuni gioiellini architettonici forse poco noti al grande pubblico.


(Un incontro con studenti e docenti all’Accademia Olimpica)

Al termine di ogni stagione, in genere ad aprile, due serate al teatro Olimpico di Vicenza chiudono l’edizione annuale, accompagnate da laboratori e incontri pomeridiani nel meraviglioso Palazzo Leoni Montanari della stessa città.

Grazie ad alcuni illuminati sponsor istituzionali e privati, il progetto di Camerotto e Pontani, sostenuti da un nutrito gruppo di colleghi/e e amici/amiche, va avanti anche quest’anno, dedicato al delicato tema della parrhesia, la libertà di pensiero e di espressione (il poter dire tutto, etimologicamente), un tema che quasi ogni giorno viene affrontato sui mezzi di informazione; un tema del quale gli stessi social (le forme moderne di comunicazione) sono protagonisti nel bene e nel male.


(La locandina dell’edizione 2024)

Ai Classici Contro ho collaborato quasi dall’inizio, avendo avuto quindi la fortuna di portare sulle scene di teatri a me poco noti le parole di molti autori greci e latini, messe a confronto, senza attualizzazioni e senza ammiccamenti (e anche senza timore reverenziale) con le idee controverse che sono il sale (a volte molto, a volte meno amaro) della storia italiana ed europea, se non mondiale.

Ho anche avuto la fortuna di salire più di una volta sul palco dell’Olimpico, cosa che farò anche quest’anno … ma ne scriverò per foglieviaggi a esperienza compiuta.

Ora vorrei proporre una serie di istantanee di questa esperienza, rinviando alla pagina Classici Contro (https://www.unive.it/web/it/2635/home) per la storia e la documentazione completa dell’iniziativa, che può essere anche un’ottima mèta per una gita d’istruzione scolastica ed è sempre aperta a nuove collaborazioni.


(Il teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso)


(Il teatro Masini di Faenza)


(Vittorio Veneto)


(Il Teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento)

I Classici Contro sono accompagnati e protetti, sin dall’inizio, dal cavallo, l’Equus Troianus, disegnato da Luciano De Nicolo, un quadro che si fa apprezzare anche nelle case di relattrici e relattori.

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