UZBEKISTAN
LA LEGGENDA
DELLA CARTA
E DELLA SETA

Domanda: perchè visitare l'Uzbekistan? Risposta: perchè non andarci, potendolo fare, sarebbe un grande peccato.

Comincio con una citazione di Einstein: “Non abbiamo talenti particolari, siamo solo appassionatamente curiosi”. Una ottima ragione che ci sospinge verso mete sconosciute. E più ignote sono più si risveglia il senso del mistero da scoprire. Se l’idea del viaggio è affascinante, il viaggio lo è ancora di più.

La prospettiva di un viaggio in Uzbekistan fa pensare a luoghi suggestivi, e sebbene sia diventato una meta molto frequentata da turisti e viaggiatori riserva sorprese e luoghi segreti ancora da scoprire.


(Shakrisabz, luogo di nascita di Tamerlano)


Il paese racchiude culture millenarie, è la sintesi di civiltà, religioni, lingue e popoli che hanno abitato la terra: potenti khanati, re, imperatori e condottieri, bastano i nomi di Alessandro Magno, Gengis Khan, Tamerlano, gli Arabi e l’Islam che hanno plasmato, in un modo o nell’altro, l’Uzbekistan. Tutti loro, se anche hanno avuto sete di conquista e di dominio, hanno però coltivato l’arte, la filosofia, la scienza, ospitando presso le corti gli artisti e gli intellettuali più famosi dell’epoca. Grazie a questi continui scambi e passaggi di idee, contributi scientifici e artistici, si è sviluppata una civiltà sofisticatissima.

A proposito di scambi di idee, se il commercio è sempre stato fonte inesauribile di sviluppo, è stata proprio la Via della Seta a rappresentare lo snodo fondamentale attraverso quella rete di itinerari commerciali transcontinentali affiancati poi dalle rotte marittime alle quali era collegata.


(Khiva, la cittadella)


Dal II secolo a.c., lungo questi 8000 chilometri di percorsi sono passate le merci, tra le quali la seta principale esportazione cinese, e sono state diffuse arti e religioni, conoscenze scientifiche e tecniche. I capolinea della Via della Seta erano la Cina da un lato e il Mediterraneo dall’altro, ma le vie percorse dalle carovane e i territori attraversati erano infiniti, con i punti fissi dei caravanserragli dove ci si poteva ristorare, dare riposo agli animali e fare provviste. Accadeva che in questi luoghi di sosta la mercanzia venisse scambiata e venduta e che un prodotto agricolo o una ceramica acquistata nella valle di Fergana venisse rivenduto in Iran.


(La Capitale Taskent - Hazrati Imam Mosque)


L’Uzbekistan è stato un incrocio fondamentale, situato a metà percorso, con le sue città fortificate che offrivano merci e riparo. Da questa continua circolazione di cose, informazioni, idee, il paese e tutta l’Asia Centrale hanno tratto un beneficio, favorendo e sviluppando, nello stesso tempo, la propria economia e la conoscenza di arti, scienze e tecnica, perfino di diversi generi musicali e di consuetudini alimentari.


(Bukara, il centro storico)


La diffusione della tecnica cartaria e della produzione della seta hanno avuto inizio qui, in Asia, e raggiungeranno l’Europa solamente nel VI secolo, la seta, e nel IX secolo la carta.

Le città uzbeke come Samarkanda, Bukhara e Khiva hanno rappresentato tappe fondamentali lungo le piste carovaniere e hanno tratto grandi ricchezze da scambi e commerci assai bene impiegate dai vari regnanti nel dotare le città di grandiosi monumenti.


(Karakalpakstan. Fortezze Kysyl-kala e Toprak-kala)


Si tramanda che Tamerlano abbia affermato: “Se qualcuno dubita della nostra potenza, lasciate che veda la nostra architettura”.

Per non essere da meno, anche Ulug Beg, nipote di Tamerlano, re, astronomo e filosofo disse: “le religioni svaniscono, i regni scompaiono, ma il lavoro degli scienziati rimane per l’eternità”.


(Kokand - Juma Mashid, la Moschea)


Nessuna meraviglia che la Via della Seta e i commerci ad essa collegati risentissero delle turbolenze politiche e dei conflitti portati da conquistatori come Gengis Khan e Tamerlano. Le strade carovaniere diventavano pericolose e meno frequentate, si riducevano i commerci portando le città a un progressivo isolamento e declino, salvo successive riprese degli scambi che facevano soffiare nuovo respiro economico.


(Margilan, fabbrica della seta)


Alla fine del Medioevo l’apertura di rotte mercantili e marittime resero quelle della Via della Seta dispendiose e poco convenienti sotto il profilo economico. La stessa scoperta della America finì per spostare l’asse dei commerci dall’Oriente all’Occidente.


(Termez, siti archeologici buddisti)


Tornando alle nostre capitali Uzbeke, è difficile assegnare il pomo d’oro della bellezza alla grandiosa Samarkanda o alla elegante e nobile Bukhara oppure a Khiva racchiusa nelle sue mura color miele.

C'è l'itinerario classico, ma se il tempo non costituisce un problema c’è poi la valle di Fergana con la produzione della seta e della ceramica, la città di Thermez, al confine con l’Afghanistan, lontano dagli itinerari turistici ma che vanta un passato di tutto rispetto a partire dal III secolo a.c., con forti influenze asiatiche e la presenza di mille monaci buddisti che vivevano nei monasteri. Nukus andrebbe visitata per il suo incredibile museo istituito in onore di Igor Savitsky, che offre una vasta collezione di reperti dell’Asia Centrale ma soprattutto custodisce le opere straordinarie di pittori russi degli inizi del Novecento, banditi dal regime sovietico. E poi c’è il lago d’Aral, o quel che ne resta: fra i quattro laghi più grandi al mondo, oggi testimonia una delle più grandi catastrofi ambientali degli ultimi cento anni.

(1. continua)

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