DA CENTORAME
A MASTERCLASS
DIZIONARIO
DEL TENCO

Quest’anno la Rassegna della Canzone d’Autore- premio Tenco, che si svolge al Teatro Ariston di Sanremo, compie 50 anni.

Nel caso a qualcuno venisse la voglia di seguire vivo-live la manifestazione, elenco qui di seguito alcune informazioni e indicazioni di comportamento utili per capire cosa succede e come muoversi in quei giorni di pura follia e puro divertimento.

Aperitivo. Un tempo le conferenze stampa – vedi più avanti – che si tengono alle 12 nella sede del Club Tenco (che si trova nei locali della vecchia stazione FF.SS.) si concludevano, data l’ora, con un sontuoso aperitivo.

Abbiamo dovuto eliminarlo perché il pubblico che accorreva - e accorre - numeroso alla conferenza cominciava a sbafare ancor prima del termine dei lavori e al bravo presentatore non resta lì neanche un pezzetto di sardenaira.

Brigida. A Santa Brigida è dedicata una chiesa – ora sconsacrata – su nella città vecchia di Sanremo, detta la Pigna. Lì verso le 18 si realizzano iniziative musicali di diverso genere, sempre pregevoli, indicate come “Il Vespro alla Pigna”. La salita alla città vecchia, non so quante centinaia di gradini, l’è dura ma spesso, in cima, quelli della “Pigna mon amour” vi offrono un gin tonic.

Conferenza stampa. È il momento in cui presentiamo e facciamo conoscere gli artisti che si esibiranno al sera all’Ariston. Conducono Antonio Silva e Steven Forti. Il Steven è professore di Storia contemporanea presso l’Universitat Autònoma de Barcelona ed è stato ricercatore presso l’Instituto de História Contemporânea dell’Universidade Nova de Lisboa (2014-2022). Insomma, mica paglia. Ogni tanto lo si vede sui TG Rai a parlare della Catalogna e delle nuove destre europee. Se la tira un po’ perché lui vorrebbe presentare il Tenco ma quel canchero del Silva non molla.

Dopo Tenco. Chi conosce quel mondo sa che artisti e tecnici non cenano prima dello spettacolo. Così Amilcare (vedi sotto la voce Rambaldi) pensò, fin dalla prima edizione, di prenotare un ristorante che desse da mangiare a tecnici ed artisti dopo lo spettacolo. All’inizio eravamo una quarantina di persone in un localino di Sanremo, il Pipistrello. Adesso siamo diventati circa trecento e occupiamo tutto il Roof dell’Ariston. Il fatto è che si è diffusa la voce che lì succedono cose: tipo Guccini che canta “Papaveri e papere” accompagnato al pianoforte da Paolo Conte, Ella Bandini alla batteria e Mauro Pagani al violino. C’è gente che telefona per prenotare il posto al dopo Tenco: ciccia, è solo per invito e per addetti ai lavori.

Età. Dice: però il cosiddetto presentatore storico, il Silva, ormai c’ha una bella età. Settantotto anni ed è lì da quarantotto anni. Perché non se ne va fuori dalle balle? Risponde: e chi ha il coraggio di andare a dirglielo?

Francesco Centorame. È la grande novità di questa Rassegna. Se non avete visto la serie “Skam” su Netflix lo avete visto certamente nel ruolo del fidanzato della figlia nel film della Cortellesi “C’è ancora domani”. Ebbene, il giovane attore affiancherà il bravo presentatore. La cosa curiosa è che, nell’anno del cinquantesimo tra i due ci sono esattamente cinquanta anni di differenza.

Giovedì. È la prima delle tre serate all’Ariston. Tradizionalmente dedicato alla consegna delle Targhe Tenco. Non fatemelo ripetere: le Targhe vengono assegnate sulla base di un referendum che coinvolge circa trecento giornalisti musicali e addetti ai lavori. Allora piantatela di menarmela: e perché avete premiato quello lì e non quella là? Rivolgetevi al vostro giornalista di riferimento.

Hotel. Okkio: prenotate per tempo. Perché durante la Rassegna non è così facile trovare una stanza. Anche noi ci abbiamo il nostro pubblico fedele.

Infermeria. Il teatro Ariston è dotato, come credo tutti i teatri dovrebbero essere, di regolare infermeria. Il mitico Bigi, già compagno di vita e di Resistenza di Amilcare Rambaldi (vedi sotto) nonché farmacista di Dolceacqua, ebbe la straordinaria idea di svuotarla dei medicinali e riempirla di Rossese di Dolceacqua. Non stupitevi pertanto se, durante l’intervallo tra prima e seconda parte della Rassegna, vedrete gruppi correre, letteralmente correre, verso il locale di cura dove in realtà si beve, si canta e si realizzano beffe micidiali ai danni del malcapitato di turno. Una volta finti carabinieri arrestarono un poveraccio che rompeva i coglioni a tutti. E il poveraccio si spaventò tanto che per un po’ non si fece più vedere.

Lavoro. Capite che organizzare tutta quella roba di cui stiamo parlando è un lavoro enorme. Quello che forse farete fatica a capire e a credere è che tutti quelli che lavorano alla Tenco lavorano “a gratis”. Famoso l’aneddoto che racconta di Amilcare che, l’anno dopo la prima comparsa del bravo presentatore, lo chiamò per ingaggiarlo di nuovo insubendogli il doppio del compenso dell’anno precedente. Al Silva che si schermiva, dicendo di non aver percepito alcun compenso, l’istrionico Amilcare ricordò che il doppio di zero è sempre zero.

Master Class. Da qualche anno i lavori della rassegna cominciano il mercoledì mattina con un incontro, chiamato pomposamente master class, riservato agli studenti delle scuole di Imperia. Andate a darci un occhio, se vi lasciano entrare: migliaia, sì migliaia, di studenti stanno lì seduti e attenti nelle poltroncine dell’Ariston ad ascoltare alcuni personaggi noti che raccontano loro i grandi cantautori. Per dire: Tullio De Piscopo che racconta Pino Daniele.

Non è più il Tenco di una volta. Quanto mi fa incazzare. Non perché non sia vero ma perché è una cazzata. Voi siete ancora quelli di cinquanta anni fa (piacerebbe neh?). Neanche Santa Romana Chiesa è più quella di cinquanta anni fa. Che volete da me?

Onorari. Sopra vi si è detto che i dirigenti del Tenco lavorano tutti “a gratis”. I primissimi anni anche gli artisti partecipavano senza alcun compenso. Anzi c’era qualcuno che avrebbe pagato per esserci. Pian piano i tempi sono cambiati, soprattutto in conseguenza del crollo delle vendite dei dischi, ma ancora il Tenco continua a distribuire solo dei rimborsi delle spese. Il che permette di realizzare con poche centinaia di euro – che provengono soprattutto da Siae, Comune di Sanremo, Regione Liguria – quello che altri, sullo stesso palco, realizzano con milioni – ohé milioni – di euris.

Premio Tenco. Il vero e proprio premio Tenco è un premio alla carriera che viene attribuito a grandi artisti nazionali e internazionali e a grandi operatori culturali che con il loro lavoro hanno valorizzato la canzone d’autore. L’elenco è da brividi. Lo trovate su “Il Cantautore”, la rivista numero unico che pubblichiamo ogni anno per illustrare il programma della Rassegna. E anche qui, basta polemiche: il premio è assegnato direttamente dai dirigenti del Club Tenco, a loro insindacabile giudizio. Non è una gara, non c’è competizione: c’è solo stima e gratitudine.

Quarantasettesima. Fate bene i conti: prima Rassegna 1974 e adesso siamo nel 2024, farebbero 51 edizioni. Invece questa del ’24 è solo la quarantasettesima. Ve lo spiego subito: tre volte non siamo andati in onda per mancanza di fondi e poi c’è stato il Covid.

Così la piantate di chiedermi come mai.

Rambaldi. Amilcare Rambaldi, floricoltore ed ex partigiano sanremese, già nel ’45 aveva proposto, al comune di Sanremo, l’idea di un Festival della Canzone Italiana, ma l’hanno colta solo nel ’51. Nel 1972 – convinto che bisognasse non dimenticare il messaggio lanciato da Luigi Tenco con il suo drammatico gesto – ha fondato e poi diretto organizzato gestito finanziato di tasca propria per i primi 25 anni circa il Club Tenco. Bisogna saperlo.

Sigla. La Rassegna si apre, da sempre, con il bravo presentatore che, a sipario chiuso, lancia il grido “si alzi il sipario sulla Rassegna della Canzone d’Autore” e, mentre il sipario lentamente si apre, un grande artista canta “Lontano lontano”. Cantare la sigla è diventato un riconoscimento alla carriera. Il momento è solenne, anche perché il nome del siglato viene tenuto segreto fino all’ultimo, e l’emozione fortissima. Ho visto gente, ma di quelli grandi neh, che gli tremavano le mani dietro il sipario. Ma poi cominciano a cantare e vien giù il teatro.

Televisione. La Televisione, e parlo della Rai, non ha mai amato il Tenco. Colpa di un quiproquo iniziale: qualcuno in Rai pensò che la Rassegna fosse il contro Festival, e il pregiudizio è durato a lungo. Mica vero: sono due manifestazioni che propongono contenuti diversi. Uno la canzone d’autore, l’altro la canzone pop. Fatto sta che, per anni, la Rai registrava tutto il Tenco e poi ne mandava qualche raro spezzone a dicembre, a notte fonda. Da un paio d’anni la situazione è migliorata,per cui magari quest’anno vi capiterà di vedere su un canale Rai uno “Speciale Premio Tenco” dedicato alla Rassegna. Comunque non prima di dicembre. E non al posto dei pacchi.

Un festival come questo non esiste in nessun’altra parte del mondo. Hanno dichiarato alla stampa Rickie Lee Jones e Patti Smith a tre anni di distanza l’una dall’altra e senza conoscere la dichiarazione della collega. Ciapa su.

Vita. La vita, amico, è l’arte dell’incontro. Questa espressione, presa dal titolo di un disco di Vinícius de Moraes, è il motto del Club Tenco. E bene esprime e sintetizza lo spirito – un mix di amicizia professionalità goliardia – che vi rovescerà addosso una valanga di emozioni per tutta la durata della rassegna e vi lascerà un carico di ricordi forse per tutta la vita.

Zitti. Si comincia. In alto i calici per i cinquanta anni.

(*Il bravo Presentatore del premio Tenco)

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