Nel 2010 è successo qualcosa che non sarebbe mai dovuto accadere, e che potrebbe costituire non solo un'incrinatura vistosa per la Chiesa Cattolica ma — se andasse tutto per un certo verso — una vera e propria crisi per gran parte del Cristianesimo.
Per carità, nessun Anti-Papa, nessuna entità demoniaca rilasciata dal più profondo degli inferi. E nessun complotto.
Soltanto il desiderio insano, da parte della Teologia Cattolica, di diventare “scientifica”. Laddove le materie umanistiche hanno il loro pregio proprio nel non essere scientifiche, perché devono andare a toccare delle corde e dei concetti che la scienza non saprebbe nemmeno come trattare.
Siccome la “scienza” oggi è ritenuta nelle nostre società di gran valore, al pari dello spettacolo ― ciò che vale di più sono i Premi Nobel e i Premi Oscar ― allora non c’è verso di convincere gli umanisti a non scimmiottare gli scienziati. Insomma, sarebbe stato meglio lasciare tutto in un indeterminato poetico, in un anelito religioso che, in quanto tale, è insindacabile.
La Teologia, poi, basta così tanto a se stessa che è come se fosse pura poesia. È della stessa materia di cui sono fatte le fantasie e non dovrebbe andare a scavare scientificamente nei testi sacri per appurarne la "verità" assoluta.
Ma è più forte di lei.
Dunque, stiamo parlando in particolare della Congregazione dei Paolini. È la parte multimediale del cattolicesimo, controlla radio, televisioni, editoria. E naturalmente le pubblicazioni “scientifiche” del versante teologico.
Non so a chi di loro sia venuta l’idea balzana di effettuare uno studio scientifico approfondito della Bibbia, vale a dire dell’Antico Testamento comparato con i testi sacri ebraici, e con le versioni più antiche della stessa Bibbia, come la Versione dei Settanta (la Bibbia dei Masoreti, alias dei Difensori della Tradizione), ripresa poi nella Bibbia di Leningrado (Codex Leningradensis, del 1008 d.C.).
La comparazione doveva essere "scientifica" (sic!). L’idea conteneva il seguente dispositivo dinamitardo: un confronto interlineare che controllasse non solo le componenti verbali ma perfino le radici e le strutture intime del testo. Perché non soltanto le parole hanno un valore, ma anche dalle loro radici si estraggono essenze di significato.
E comparando il testo sacro occidentale con il testo ebraico — che include anche uno strato di comprensione più sottile e squisitamente numerico — ed altre versioni, ecco che un confronto uno a uno, sintagmatico, avrebbe potuto rivelare significati inusitati, nuovi. E quindi alimentare nuove ricerche per la Teologia, con straordinari spunti di studio ed approfondimenti, alimentandola per i prossimi decenni a venire.
Idea proprio geniale!
Solo che il Diavolo ― oramai lo si è capito ― si nasconde negli interstizi, nelle pieghe oscure del creato, e ci mette sempre il suo zampino. Anche perché gli è stata apparecchiata una tavolata golosissima.
E qui il Diavolo entra in gioco sotto le mentite spoglie di un certo Mauro Biglino. Biglino è un patito di lingue antiche, e fin dal liceo è talmente appassionato al greco, al latino (poi, nel tempo, all’ebraico) che per lui le strutture sintattiche e le grammatiche diventano quasi un gioco da ragazzi.
Non si sa bene perché, ma volendo cimentarsi con questi testi antichi Biglino manda una sua prova di traduzione proprio ad una rivista dei Paolini. Il giovane è dotato, il testo che ha mandato come prova di intertraduzione è brillante, elegante e profondo. E la sua mente racchiude conoscenze di tutte quelle lingue, senza bisogno di effettuare confronti fra esperti parziali.
Può cioè decidere in autonomia quali siano i termini più appropriati e più rigorosi per mettere ordine nel caos dell’intertraduzione che andava a rilento e che si era forse fermata.
Ci sono anche altre aggravanti. Il testo ebraico originale della Bibbia era stato riportato da sempre senza punteggiatura e senza suoni vocalici. Immaginate una lunga catena ininterrotta di circa centoquarantamila consonanti. Niente vocali (che in ebraico sono costituite da puntini). Niente separazioni fra parole. Niente segni di interpunzione.
Ovviamente, a seconda delle vocali che ci mettiamo, le parole significano una cosa o l’altra. I narratori antichi conoscevano già il testo, e le vocali sgorgavano dal loro interno spontanee, così come il significato del racconto.
San Paolo era quello che aveva spinto Pietro a muoversi verso Roma e i pagani, e a sfruttare la vastità dell’Impero Romano, la sua capacità di dominare vaste popolazioni, per diffondere la Buona Novella, facendola diventare un rimedio universale.
I due vennero giustiziati pare nello stesso anno, il 69 d.C., per ordine di Nerone, ma il disegno di Paolo si avverò con l’Imperatore Costantino, circa trecento anni dopo la morte di Cristo.
I Masoreti, secoli dopo (siamo nel X secolo d.C.), recuperarono il testo ebraico originale, lo punteggiarono e vocalizzarono. Su quella base i "70" ne fecero una prima traduzione in greco. Da lì è filtrata sia nel mondo ortodosso che in quello Cattolico occidentale, con le traduzioni in latino, da cui sono derivate le traduzioni italiane attuali. Non sono un esperto della materia, quindi mi perdonerete qualche imprecisione.
Quante versioni abbiamo della Bibbia? Oggi ce ne sono circa 2.000.
Per cui, facendo un po’ di ironia, quando ci sono coloro che proclamano il motto fascista “Dio, Patria e Famiglia” verrebbe subito da chiedere: a quale delle 2000 versioni della Bibbia si riferiscono quando parlano di Dio?
Ma queste sarebbero per i fanatici questioni di lana caprina. Ovviamente il loro Dio è uno solo, sempre "quello". Ma quale? "Quello" lì, dai!.
E qui riprendiamo il filo del racconto.
Mauro Biglino traduce le varie versioni sovrapposte dell’Antico Testamento, i termini concordano, le radici spiegano molte delle scelte di traduzione dei Padri della Chiesa, ma qualcosa ad un certo punto non gli torna.
Per un po’ Biglino nicchia, aggiusta come può le discrepanze, studia e medita, si rivolge ai più famosi rabbini al mondo.
E questo avviene nel corso della traduzione del 18esimo libro.
Gli altri diciassette sono tutti editi in due volumi dalle Edizioni Paoline e attualmente in uso in molte facoltà di teologia.
Mauro Biglino comincia a entrare a contatto con un Antico Testamento che non c’entra nulla con il nostro attuale catechismo, e che mette in crisi l’impianto stesso della religione cattolica.
La Bibbia - si convince - non parla di Dio.
Nel senso che di dei, riportati nella Bibbia, ce ne sono almeno una ventina, con nome e cognome, e Yahweh (in qualunque traslitterazione scriviate il tetragramma del suo nome, YHWH, è sempre lui) non è neanche il più importante di questi venti.
Di più: tutti loro rispondono delle loro azioni a qualcuno che sta più in alto, non un semplice "Elohim" (termine plurale di “El”, "signore", ci ricorda Biglino, quindi non adatto ad indicare un solo dio), ma un super-dio, un certo "Elihon", il più alto in grado di tutti.
Biglino, secondo quanto racconta in una miriade di conferenze che di lì a poco comincerà a tenere in ogni angolo del Belpaese, (riportate su Youtube e altre piattaforme), va dai responsabili delle Edizioni Paoline e li mette di fronte al dato increscioso. Come la mettiamo - cioè - con la nostra religione, se il nostro Dio non è quel fenomeno "unico", “eterno”, “onnipotente” che ci hanno detto che fosse (nessuno di questi attributi divini è peraltro presente nella lingua ebraica, nel senso che mancano del tutto quei concetti, e quindi sono variazioni malevole delle traduzioni successive, stando sempre al nostro intertraduttore)?
Il lavoro di Biglino viene interrotto. La collana si interrompe al libro 17. Il giovane viene licenziato.
La voragine si è aperta.
Ha buon gioco il traduttore medesimo a sostenere che i ministri della Chiesa Cattolica raccontano dal pulpito, al pubblico dei loro fedeli, le storie contenuto in un libro che i fedeli non leggono, che gli stessi ministri non conoscono nella sua lingua originale e che quindi non sono neppure in grado di valutare.
Ora, permettetemi una piccola digressione personale, prima di accedere al finale.
Se ho compreso bene i precetti della Religione Cattolica attuale, essa è basata su alcuni concetti cardine. Il principale è (o dovrebbe essere) l’Amore ― soprattutto l’amore per il prossimo, l’amore per la vita. Il secondo è che i cattolici devono (o dovrebbero) essere essi stessi testimoni del loro Credo, quindi un esempio per tutti i non fedeli della potenza e della forza dell’Amore. È una responsabilità enorme, personale, che comporta immensi sacrifici e il possesso di una forma mentis adeguata, sovente incompatibile con le ideologie mercantili presenti e vincenti. “Vi mando come pecorelle fra i lupi”. Nel mondo vi è circa un miliardo di persone che si dice fedele a questa dottrina, e io sono convinto che anche se tutti i libri che questa religione ritiene sacri fossero falsi, o la loro traduzione fosse completamente sbagliata, la presenza di una tale religione è di fondamentale importanza per la sopravvivenza dell’umanità. Stop.
Torniamo a Biglino, che decide di continuare da solo le pubblicazioni. Non quelle della Bibbia interlineare, bensì pubblicazioni in cui denuncia abusi, storture e malevole alterazioni delle traduzioni che la Chiesa - contesta - ha diffuso nel corso dei secoli.
O meglio, dell’ultimo secolo e mezzo, perché fino all’800 era vietato ai laici possedere copie private della Bibbia. Era un reato. La gente doveva credere per fede, e finirla lì.
I libri di Biglino oggi sono dei best seller, diffusi in decine di Paesi. Pubblica anche per Mondadori. Non faticherete molto ad entrare nelle sue storie.
Che, andando a ritroso, si pongono in parallelo a certi insegnamenti esoterici che pur avevano preso piede nella cultura occidentale e in qualche modo avevano costituito un ponte con la raffinatissima cultura islamica dei suoi maestri più occulti.
Ne abbiamo una traccia in scrittori che, per chi si intende o si appassiona a queste cose, sono notissimi, come René Guénon, o Mircea Eliade. Testi, peraltro, difficilissimi da leggere per chi non conosce i legami fra le tradizioni e le religioni, tra i loro simbolismi e le loro ritualità. Ma per chi le sa interpretare, sono mondi, universi che si dischiudono ed aprono orizzonti sterminati.
La tesi di fondo di Guénon, ad esempio ― che detto di passaggio ad un certo punto ha rinnegato la religione cattolica e si è fatto musulmano ― è che vi sia una sola unica tradizione arcaica. Un solo punto di origine di tutti i racconti, di tutti i miti, di tutti i simboli, e che poi vi sia stata una disseminazione ad Ovest verso Occidente, e a Est verso l’Oriente e oltre, per cui nomi, personaggi, funzioni, simboli si possono ritrovare, mutatis mutandis, in culture e tradizioni fortemente diverse, distanti migliaia di chilometri e apparentemente non comunicanti.
Mauro Biglino va oltre Guénon. Afferma che, se prese letteralmente (“facciamo finta” che sia così) le diverse religioni e tradizioni arcaiche ci parlano di un mondo diverso da quello che ci hanno raccontato le traduzioni moderne, e che il sarcasmo verso certe affermazioni pur contenute in questi testi è una incomprensione totale, un occultamento irridente di quanto potrebbe essere effettivamente accaduto sulla Terra qualche millennio fa, fedelmente riportato in quelli che noi chiamiamo “testi sacri”.
Ad esempio, le età dei primi Patriarchi. L’Antico testamento riporta un accorciamento della loro vita dai primi fino agli ultimi, dagli otto o novecento anni fino a ridursi alle poche decine.
Nessun moderno è disposto a credere che un umano possa protrarre la propria esistenza come Matusalemme ad 840 anni, è semplicemente ridicolo. Come appare ridicolo seguire l’albero genealogico e constatare che le vite di questi nostri progenitori arcaici diventano di seicento, cinquecento, quattrocento fino a raggiungere a malapena i centoanni. A mano a mano che si allontanavano dal favore divino.
Si tratta sicuramente di metafore, pensa il moderno.
Ma se non fosse così?, è il dubbio che suggerisce Viglino. Se non fosse metafora, ma fosse pura cronaca?
Altro esempio: gli angeli per noi sono le creature buone per eccellenza. "Sei un angelo" è sicuramente un bel complimento! Chi, fra loro, era davvero cattivo (?!?) è stato scacciato dal Paradiso ed è caduto nell’Inferno. Ma a rivedere i racconti dell’Antico Testamento, secondo Biglino si può arrivare a concludere che al tempo in cui si facevano vedere gli angeli erano quasi indistinguibili dagli esseri umani. Ciononostante, gli umani li riconoscevano subito e ne avevano paura, cambiavano strada quando li incontravano oppure tiravano dritto a testa bassa. Perché - è questa la tesi - pare fossero esseri violenti e prepotenti. Che andavano matti per i capelli delle nostre donne, soprattutto per le chiome lunghe. Per questo era stato alle donne imposto di coprire i capelli con veli, e anche il volto: nelle assemblee pubbliche o religiose, in presenza degli angeli, si potevano creare disordini perché provavano ad impossessarsi delle donne. Il che dovrebbe chiarificare - secondo queste tesi - anche l’eterna questione dell’esistenza del loro attributo sessuale.
Ancora: fra gli angeli annoveriamo i Cherubini, in uno qualunque dei sette cieli. Ma il termine ebraico e la descrizione originale di questi “cherubini”, "ruach", non riporta - sempre secondo questa rilettura - a niente del genere, bensì a veicoli dotati di un motore a reazione rombante, che si sollevavano in verticale da terra creando un polverone, e che venivano usati dagli angeli o dagli Elohim per spostarsi e talvolta per attaccare (sarebbe il caso di Sodoma e Gomorra, sterminate da quello che viene 'tradotto' come un attacco nucleare in piena regola).
C'è un altro altro argomento che viene riletto in questa prospettiva: così come si fa risalire il concepimento da parte di Maria del suo figlio divino ad una origine non umana, con il corollario della sua verginità (oggi - secondo i sostenitori - spiegabile con l'inseminazione artificiale), in quello stesso modo la madre di Dio sarebbe stata concepita (o selezionata?). Ricorderete che Gioacchino, suo padre, si era ritirato nel deserto, e solo dopo molti mesi un altro angelo lo aveva raggiunto per comunicargli che sua moglie, Anna, era rimasta incinta. E senza alcun tradimento carnale.
Mauro Biglino è quindi diventato un eretico, spina nel fianco della Chiesa Cattolica. E siccome la visione religiosa contribuisce non poco a definire un nostro qualche assetto mentale, e il patrimonio dei valori a cui facciamo riferimento ogni mattino, quando ci svegliamo per iniziare la nostra giornata, e per giustificare a noi stessi le nostre azioni — o le nostre mancanze, o il nostro desiderio di ricevere un aiuto divino per tirarci fuori d’impaccio — l’esito ultimo di questa crisi annunciata non ci lascerà indifferenti.