CROTONE
PERDERSI
E SCOPRIRE
LA BRASILENA

22 luglio.


Stamattina Crotone ci ha offerto un programma più rilassato. Convegno alle 11 e laboratori con i bambini alle 17. Tutta la giornata per godersi il caldo e la totale assenza di vento mentre si sistema la barca in vista della partenza di domani. Cercando un luogo fresco in cui rifugiarmi mi sono infilato al Bar del Pescatore, davanti al Circolo Velico. Non credo sia molto frequentato da visitatori esterni al quartiere, soprattutto non se si presentano con un improbabile cappello da vela – mia unica protezione contro il sole implacabile – e un accento milanese, fortunatamente sporcato da un ambiente casalingo napoletano.

Lo sguardo che mi accoglie raffredda sicuramente più del ventilatore che gira lento sul soffitto, e tanto mi basta. Ormai arreso alla totale assenza di frescura fisica, speravo di poter godere almeno di questa freddezza interpersonale. Mi avvicino al bancone e timidamente ordino una brasilena, una sorta di soda al caffè tipica calabrese di cui avevo sentito parlare la sera prima. Una sorta di lungo caffè freddo in bottiglia di vetro, perfetto per questa mattina. Non l’avessi mai fatto. Di nuovo calore e sorrisi, proprio dagli stessi sconosciuti che mi avevano illuso con i loro sguardi freddi. Saputo che si trattava della mia prima esperienza con la brasilena, hanno cominciato a cantarne gli elogi, specificando dove si poteva trovare – da nessuna parte se non in Calabria e a Torino ogni tanto -, ognuno dei presenti ha dichiarato la dose giornaliera che assume, la disperazione di non trovarla quando ci si allontana da casa. È effettivamente buona, e dal momento che ha conquistato anche una parte dell’equipaggio decido di renderla parte della cambusa della Goletta almeno per un paio di tappe.



Si procede nella giornata facendo la spesa, cercando di tenere a mente le necessità di tutti i naviganti, a parte per la cassa di brasilena che comunque troverà posto a bordo. C’è chi non mangia carne, chi è vegano, e chi invece mangia assolutamente solo carne. Raggiungere il supermercato si rivela un’impresa, così come lo è cercare di reperire piccole oggetti utili alla vita di bordo che mancano. La cosa che più colpisce è il non potersi affidare alla tecnologia per rimediare alle proprie lacune. Crotone la devi conoscere. Le strade segnalate su maps non sono valide: i sensi unici impediscono di seguire il percorso previsto, transenne creano isole pedonali dove sono segnati viali, i negozi sono chiusi, per il caldo o a tempo indeterminato.


Il sito di Goletta verde


Mi chiedo quante “morti da GPS” accadrebbero se fosse una meta fagocitata dal turismo come lo è divenuta Palermo. Morti causate dall’eccessiva fiducia nei confronti degli strumenti che abbiamo sviluppato, a cui lasciamo la responsabilità di guidarci nel mondo e di illustrarcelo per come sono in grado di comprenderlo. Crotone non è tracciabile. Se ti butti e la assaggi incuriosito in un bar è disposta a spiegarti e indicarti la via, ma sembra non sia possibile orientarcisi affidandosi ad altro da lei e da chi la abita.

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