TARANTO
IL SALUTO
DEI CAPODOGLI

23 luglio.


Stamattina la sveglia è stata particolarmente una sfida. Ancora appesantiti dalla pizza di commiato della sera prima, alle 7 eravamo all’opera per preparare la partenza. Chi per caricare l’acqua, buttare la spazzatura e controllare i livelli del motore, e chi invece per preparare i comunicati stampa da inviare prima di entrare nel Golfo di Taranto, dove non avremmo trovato campo tutto il giorno.

C’è chi però si preoccupa di tenere alto il morale, portando cornetti per tutti. La mattinata scorre lenta. Il sole e il caldo calabresi non vogliono lasciarci andare, e gentilmente ci scortano fino all’ultimo. Tutti sorridiamo al pensiero che non saremo raggiungibili per qualche ora. Si sta bene in mezzo al mare, senza nulla intorno. Quattro chiacchiere, si puliscono e si stendono le magliette sudate, si legge, si dorme, tutto incastrato all’interno del perimetro ben delineato sul ponte dalle ombre del tendalino. A pranzo insalata leggera, per non appesantirsi con questo caldo, così dico. Anche non dover accendere i fornelli è un’ottima spiegazione alternativa. Ovviamente finisce la prima bottiglia di brasilena della scorta..



Appena dopo pranzo la prima sorpresa. All’improvviso spariscono le linee che tracciano lo spazio vivibile. Il ponte assume la stessa tonalità di colore nella sua interezza. Finalmente nuvole! Rimaniamo colpiti dal fatto che sono le prime che incontriamo da settimane. Riprendiamo le nostre attività, per la prima volta senza gocciolare. L’entusiasmo non è ancora svanito del tutto quando Alice la portavoce mi tocca la spalla e quasi senza fiato dice “balena, balena”. In silenzio, soffocando la gioia in gola per non interrompere la magia del momento ci alziamo tutti e corriamo a vedere.



Due capidogli sbuffano in lontananza. La pinna dorsale spunta fra le onde, le schiene si incurvano. Dentro stiamo saltando e gioiendo, ma fuori ci tratteniamo per la paura che un rumore troppo forte possa far finire tutto quanto troppo presto. I capodogli sono due, uno più grande e uno più piccino. Dicono che probabilmente sono madre e piccoletto. Il comandante spiega che siamo su un canyon di 2000 metri di profondità. Si capisce che sono capodogli perché lo sbuffo è piccolo e rivolto in avanti, in diagonale. Ascolto tutto quanto ancora completamente rapito dalla scena. Si cerca di immortalare l'episodio, ma sono lontani. Li vediamo che si inarcano e ci salutano con la coda prima di scendere in profondità. I capodogli possono rimanere sott’acqua per 45 minuti circa, chissà che non li rincrociamo.


Il sito di Goletta verde


“Che bella sorpresa eh Vale?”. Scopriamo essere il compleanno dell’addetta stampa della campagna di Goletta. Grandi abbracci, organizziamo un aperitivo con ciò che ci hanno regalato lungo le tappe passate. Affetto e affettati che ci fanno compagnia lungo il viaggio. È bello prendersi cura l’uno degli altri, del posto in cui ci troviamo. E si mangia bene. La sera pasta e lenticchie. La facciamo assaggiare per la prima volta a uno dei vegani, sperando che possa entrare a far parte del suo menù. Pare piaccia, e in cambio mi insegna che nelle lenticchie sta bene il limone, aiuta a estrarre il ferro. Marinai e minatori, festeggiamo il compleanno con pane e nutella come dolce.

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