GOLETTA
CHI PARTE
E CHI RESTA

25 luglio, fra Brindisi e Manfredonia


Stamattina le gambe erano effettivamente molli. Diciamo per la pizzica della sera prima. Qualche volto era più gocciolante del solito, diciamo per il caldo. Qualche abbraccio più stretto, diciamo perché la banchina era lontana e serviva un aiuto in più per scendere dalla Goletta. Le notizie a colazione sono preoccupanti. Palermo brucia, Milano si allaga. Qualcuno che conosco si chiederebbe come sia possibile sbagliare così tanto. Ripenso agli incendi che abbiamo incontrato lungo la costa della Calabria. A intervalli quasi regolari le colonne di fumo si alzavano nel cielo. Un tempo saremmo stati in grado di riconoscerli come segnali di allarme per un pericolo in avvicinamento.

Abbiamo salutato l’equipaggio di Legambiente. A causa del maltempo che incontreremo nei prossimi giorni la Goletta è costretta a partire prima del previsto, e anticiparli per ritrovarli in tempo alla tappa di Termoli. Ma gli eventi a terra non possono fermarsi, e oggi appare ancora più chiaro. A Termoli solo una parte degli attivisti di Legambiente che hanno lavorato a bordo fino a oggi proseguirà il viaggio. Gli altri hanno concluso a Brindisi il loro.

Siamo rimasti in quattro a bordo, i quattro necessari a governare la Goletta. La sensazione iniziale è strana, come quella di un giorno finito prima del previsto, una domenica, un ponte. Prosegue normale, ma c’è qualcosa di fondo che non torna, sotto la pelle qualcosa manca. Eppure il mare è sempre sotto di noi, il cielo sopra, il caldo intorno. Sono le voci amiche che popolano la barca a mancare, i sorrisi, il disordine, tutto ciò che rende la Goletta quello che è davvero.


Il sito di Goletta verde


Il cielo lungo la rotta è grigio, coperto da una foschia densa. Il sole è bianco, nascosto da qualche nuvola. Il mare un grigio scuro, increspato dalle onde. Il vento è bollente, taglia il respiro e brucia le narici. Però abbastanza forte da permetterci di issare la randa di trinchetta. È sempre uno spettacolo riuscire a tirare su le vele, anche se una sola come oggi. Il vento spinge sulla vela, tenendo ben salda la barca sulle onde, anche se perennemente in obliquo rispetto all’orizzonte.

Una volta ammainata ricominciamo a sentire le onde. Il mare è cambiato, le onde sono più forti a mano a mano che la serata avanza, e immagino che qualcuno di quelli scesi a Brindisi potrebbe consolarsi pensando che si sta risparmiando tutto questo movimento. Potrebbero solo rimpiangere il meraviglioso tacchino al curry che ho cucinato per la cena, accompagnato dall’immancabile insalata con pomodori e cetrioli. Un abbraccio sentito a chi è sbarcato, un benvenuto a chi salirà. A tutti, grazie.

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