SAN BENEDETTO
LA PROTESTA
DEL PESCATORE

30 luglio, San Benedetto del Tronto


La sveglia stamattina è stata faticosa. La partenza alle due del mattino, e il turno di guardia che è seguito fino alle quattro, rendono difficile essere presentabili all’ormeggio a Giulianova e alla conferenza stampa che segue subito dopo. Stamattina non c’è tempo per disquisire di biscotti, solo cime e bitte appena svegli.
Di Giulianova vediamo nulla. Ultima tappa dell’Abruzzo, ci fermiamo giusto il tempo di comunicare i dati sulla salute delle acque e fare qualche saluto alla Guardia Costiera e all’Ente Porto. Nel mentre i laboratori per bambini vanno avanti imperterriti.



Risalpiamo per San Benedetto del Tronto intorno all’ora di pranzo. Nella prima tappa marchigiana veniamo accolti dall’accento degli ormeggiatori. Simpatico e caloroso, ma a tratti assolutamente incomprensibile. Guardo ammirato il comandante, che con totale nonchalance si destreggia fra i variegati accenti italiani con cui dialoga in ogni porto in cui si ferma. A San Benedetto non abbiamo attività in programma per la giornata, e ne approfittiamo per rilassarci un pochino. Si pulisce la barca, si butta la spazzatura. Qualcuno azzarda un bagno in spiaggia. Io mi limito a una bevanda fresca al bar e a una doccia decente. Nel porto, poco più avanti della banchina a noi assegnata, una serie di saracinesche abbassate sono decorate con graffiti, disegni, striscioni. Uno in particolare coglie la nostra attenzione, e lo leggiamo ad alta voce: “La piccola pesca non cederà mai”. Non facciamo in tempo a finire di leggere che, dalla saracinesca a fianco abbassata a metà, un signore uscendo ci guarda dicendo solo “e invece ha ceduto”. L’uomo del porto ha parlato.

Nel corso del pomeriggio amici e colleghi vengono a trovarci. Stavolta non si sa se poco affettuosi o solamente con pochi affettati. Personalmente come cambusiere ringrazio questa mancanza di affetto, dal momento che ancora ci sforziamo per trovare modi di smaltire tutto il bene raccolto nelle tappe precedenti. Finita la cena degli avanzi, andiamo a fare un giro per San Benedetto. La città è in attesa dei fuochi artificiali che verranno accesi in onore della Festa della Madonna della Marina. Ce lo ricorda il cameriere del bar in cui ci siamo seduti, dichiarando che comunque lui avrebbe chiuso il locale per andare a godersi i fuochi di mezzanotte. La fortuna vuole che questi fossero particolarmente ben visibili proprio dalla banchina a cui la Goletta è ormeggiata, per grande gioia del comandante che era rimasto a bordo dopo cena proprio per riposare.

Mentre ci destreggiamo nel buio del porto, guidati dai volti illuminati dai cellulari che riprendono i fuochi, lo vediamo da lontano seduto sul ponte che si gode lo spettacolo dei fuochi. Ci accomodiamo al suo fianco e, una volta terminati, lo salutiamo mentre borbotta contro questi spettacoli mentre torna a letto.


Il sito di Goletta verde


Domani mattina ci attenderanno le consuete visite a bordo, le tanto attese lavatrici, e le riparazioni del mio cellulare, che si spera mi permetteranno di allegare nuovamente fotografie a questi racconti. Mi è stato proibito di pensare alla spesa finché non verrà esaurito ciò che è presente in cambusa.

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