OLOFERNE
STORIE DI MARE
E DI GOLETTE

1 agosto, Fano


Stamattina siamo salpati alle 6 e 30 circa da San Benedetto per spostarci a Fano, da un estremo all’altro. La colazione è quindi avvenuta sparsa, ognun per sé. Cominciano le prime azioni dimostrative contro la cambusa. Come ogni mattina, deciso mi fiondo nel pacco delle gocciole perché accompagnino il mio caffè. Ma oggi delle macine sono state posizionate di nascosto nel pacco credendo di potermi cogliere impreparato e tendermi un agguato. Tolti i nuovi arrivati, gli altri membri dell’equipaggio sono tutti sospettati. Non ci si può fidare di nessuno.



La navigata è lunga, e arriviamo a Fano intorno alle 18. Il mare e il vento si sono comportati in maniera inaspettata, costringendo qualcuno a bordo a rinunciare al pranzo per dedicarsi ai crackers e a un po’ di riposo. Solo superato il Conero la situazione è tornata a calmarsi, permettendoci così di fare un agile slalom fra i vari allevamenti ittici e palamiti che rendono il mar Adriatico un vero e proprio percorso a ostacoli. Durante questo zigzaghio si dormicchia sul ponte, si cerca di indovinare cosa si può osservare sulla costa, si legge e ci si morde le mani sentendo i commenti di chi, come fa Salvini a Cervia, ancora non vuole riconoscere, o non è in grado di comprendere, la gravità della situazione in cui ci troviamo. Per pranzo prepariamo un riso scaldato con burro e salvia - proposto dal comandante – per tutti coloro che non si sono arresi alle onde.


Il sito di Goletta verde


Arrivati a Fano, accogliamo i nuovi arrivati. È l’occasione per fare qualche domanda al comandante sulle origini della goletta Oloferne. Sul ponte in compagnia di qualche birra ci stringiamo in cerchio appoggiati su superfici varie ed eventuali intorno al comandante. Seduto sulla poltrona, con un bicchiere di vino bianco e un po’ di formaggio, ci tiene sospesi con il racconto di Oloferne, nata in Sicilia nel 1944 come imbarcazione da trasporto e ora barca di vela solidale per la sua associazione, la Nave di Carta. E poi ancora storie di mare, solidarietà, amici, superstizioni, rituali scaramantici, pietanze prelibate e viaggi da sognare. Finiti i racconti il comandante si ritira a dormire, mentre il resto dell’equipaggio si distribuisce nel preparare la cena, farsi una doccia e organizzare la mattinata di domani. Pasta al pesto e pomodorini è il menù, in attesa del pesce dell’Adriatico che assaggeremo domani.

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