CAORLE
E IL MISTERO
DEL GRANCHIO BLU

8 agosto, Caorle


La fine della campagna si sta avvicinando. Oggi ultima giornata a Caorle, da cui domani salperemo per raggiungere San Giorgio di Nogaro, tappa finale. La stanchezza comincia a farsi sentire, ma è rinvigorente parlare con i caorlotti, nome ufficiale a quanto pare, così entusiasti della Goletta e del lavoro che fa, preparati e incoraggianti. Perfino il comandante, di ritorno dalla lavanderia la mattina presto, porta a bordo curiosi incontrati lungo la strada e che si fermano a fare due chiacchiere.



Mentre si svolge l’attività di pulizia della spiaggia per Legambiente, io e il comandante passiamo la mattinata a fare manutenzione della barca, oramai esausta tanto quanto noi. Immersi nella pancia di Oloferne ci prendiamo cura di lei, cercando di capire come si senta dopo queste lunghe navigazioni. Una razione di olio buono, dei filtri nuovi di zecca, una lavata e qualche carezza la rimettono in sesto, pronta a partire di nuovo col sorriso.



Il pranzo lo manteniamo leggero, in previsione dell’ aperitivo organizzato per la sera in cui avrò modo di assaggiare il tanto chiacchierato granchio blu. Specie infestante arrivata dall’Oceano Atlantico, è una piaga per allevatori di cozze e vongole italiani, in particolare nell’Adriatico. Non ho ancora compreso del tutto la posizione di Legambiente nei confronti di questo animale, e diventa un ottimo argomento di discussione ora che abbiamo raggiunto un accordo sulla diatriba dei biscotti. Va cacciato? Si può ancora fare qualcosa per impedirne la diffusione? Come tuteliamo la fauna autoctona, da cui fra l’altro dipende un gran numero di lavoratori? Li lascio discutere mentre mi viene l’acquolina in bocca.

Nel pomeriggio, mentre si svolgono i laboratori a bordo con un esorbitante numero di bambini, vado a fare quella che probabilmente sarà l’ultima spesa della campagna. Trascinando il carrello pieno di acqua e sacchetti penso che è valsa la pena farlo tante volte per poter discutere intorno a una tavola piena di cibo, spero buono, e sorrisi.


Il sito di Goletta verde


Il resto della giornata si fa un po’ confuso. Sicuramente il granchio è ottimo, sarò contento di fare la mia parte per salvare vongole e cozze se mi verrà richiesto. Devo avere avuto la voce un po’ roca, forse a causa dell’umidità della barca, per cui mi continuano a versarmi questo sciroppo consigliato da un cugino medico di uno dei pescatori che stanno cucinando i granchi. Ipocondriaco come sono non me lo faccio ripetere due volte, osservando che anche il comandante deve avere lo stesso fastidio alla gola perché si affida alle stesse cure. Almeno domani navigheremo entrambi con la gola serena, magari con qualche cerchio alla testa che troverà rimedio in Friuli.

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