9 agosto, San Giorgio di Nogaro
Lo sciroppo di Caorle si è rivelato un toccasana per la gola. Come temevo, un po’ meno per la testa. Buttare la spazzatura e mollare gli ormeggi si rivela un pelo più complicato del solito, ma per fortuna durante la navigazione per San Giorgio di Nogaro non si prevede che la barca incominci a ballare più di quanto io non stia già percependo.
I DATI DI GOLETTA VERDE
All’arrivo oggi non sono previsti programmi, e la giornata trascorre lenta ma serena. È come durante gli ultimi giorni di scuola, quando la solita routine assume dei colori diversi grazie a piccoli cambiamenti, piccole differenze nell’umore di tutti. Le regole dei luoghi in cui si è vissuto tanto a lungo si allentano, i ruoli si stringono meno alle persone e si è tutti un po’ più vicini, complici. L'ultimo briefing sul ponte per le attività della tappa si svolge scherzando, si tirano le fila della campagna e per la prima volta gran parte del tempo è occupata per organizzare i rientri dei golettini.
Domani un ultimo convegno, che forse ci regalerà un po’ di azione. Il tema dell’acciaieria che verrà affrontato è molto sentito dalla comunità locale, e pare che già l’anno scorso gli animi dei friuliani abbiano scatenato una rissa alla fine della conferenza. A seguire ultimo laboratorio per i bambini. Dopo il briefing, ultima spesa. La portavoce di questa tappa decide di cucinare un risotto con funghi e zucchine. Ecco i ruoli che si allentano. Le lascio prendere le redini della cena e l’accompagno a comprare il necessario. Quando rientriamo troviamo la barca un po’ più vuota. I materiali che hanno occupato tanto spazio durante questi mesi stanno venendo scaricati per entrare nel furgoncino che domani tornerà alla sede di Legambiente a Roma. Il capitano è contento di avere un po’ più di ordine a bordo, e questo forse stempera la malinconia della fine campagna.
Facciamo una sorpresa all’equipaggio, e insieme al necessario per il risotto prendiamo anche una vaschetta di gelato. La cena sul ponte è rovinata forse solo dalle nostre voci stonate, sempre per rendere al capitano meno dolorosa la fine di tutto questo. La tensione che ci porta a essere pronti al domani viene rilasciata, permettendoci finalmente di rilassarci e goderci il silenzio e il vuoto del luogo in cui ci troviamo. La distanza da tutto che appena arrivati ci era sembrata una pena, diventa una possibilità per fermarci e starci vicini. Il vuoto che ci circonda viene occupato dalle nostre anime piene.