Ignoranza chic, e i libri di Greison

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Affermare in un salotto che la matematica proprio non la si capisce è quasi chic o, persino, lascia intendere che si hanno cose ben più rilevanti di cui occuparsi. La matematica sembra essere stata espunta dal novero delle “arti liberali” di cui si intende che ogni persona colta debba avere conoscenza. Peggio: la matematica è divenuta il capro espiatorio cui attribuire ogni pigrizia mentale. Con questa particolare considerazione negligente in cui viene tenuta la matematica sul piano culturale, sociale e persino psicologico dobbiamo fare i conti.

Giorgio Parisi ha lanciato un allarme: "Ci sono forti tendenze antiscientifiche nella società attuale, il prestigio della scienza e la fiducia in essa stanno diminuendo velocemente... A volte cattivi divulgatori presentano i risultati della scienza quasi come una superiore stregoneria le cui motivazioni sono comprensibili solo agli iniziati… Perché la scienza si affermi come cultura, bisogna rendere la popolazione consapevole di cos’è la scienza, di come la scienza e la cultura si intreccino l’una con l’altra, sia nel loro sviluppo storico sia nella pratica dei nostri giorni... Non è facile, specialmente per le scienze dure dove la matematica ha un ruolo essenziale; tuttavia, con un certo sforzo si possono ottenere ottimi risultati. Spesso si dice che le scienze dure non sono comprensibili a chi non ha studiato la matematica. Ma lo stesso problema esiste anche con la poesia cinese che è una miscela inseparabile di letteratura e pittura… Come è possibile far apprezzare in italiano la bellezza delle poesie cinesi, così è possibile far comprendere anche la bellezza delle scienze dure a chi non conosce la matematica e non ha fatto studi scientifici. Non è facile, ma è possibile farlo".

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Che la Relatività generale e la Meccanica quantistica, le due nuove fisiche, siano ormai pervasivamente intrecciate nella strumentazione tecnologica in cui siamo immersi è un fatto incontrovertibile. E altrettanto incontrovertibile è il fatto che, pur avendo trasformato dalle fondamenta il mondo, sono tuttora estranee al patrimonio culturale condiviso dell’umanità. Per lo più non abbiamo idea di come e perché funzionino, ci basta che funzionino. Altrettanto evidente è che esse sono visibili solo ad una piccolissima parte del genere umano, pressoché solo ai fisici che ne hanno fatto l’oggetto delle loro ricerche. Noi conviviamo con strumenti di uso comune che, assai spesso a nostra insaputa, contengono in sé una qualche conseguenza o applicazione della fisica quantistica: dalla telefonia mobile agli impianti fotovoltaici ed a tutta la gamma dei moderni strumenti diagnostici usati in medicina. Ed anche se per la nostra esperienza quotidiana gli effetti relativistici sono assolutamente trascurabili, non lo sono affatto per il “navigatore satellitare” installato nei cellulari, nelle auto, oltre che, ovviamente, sulle navi e sugli aerei: per fornire la posizione sulla superficie terrestre con l’accuratezza desiderata, richiede che di quegli effetti si tenga rigorosamente conto. 

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Con la stessa inconsapevolezza conviviamo anche con il mondo digitale che genera ogni giorno più di 300000 Petabytes. L’IA non è la moda del momento, ma è e sarà sempre più il cuore pulsante della transizione digitale. Stiamo vivendo la seconda rivoluzione quantistica, sta cambiando il mondo e avremo presto tra le mani nuovi dispositivi tecnologici che nemmeno immaginiamo, e davanti ad ogni piccolo progresso della pubblica amministrazione c’è ancora qualcuno che scrive un articolo sia cartaceo sia online di protesta perché i poveri anziani sono tagliati fuori. Ma quali poveri anziani?! Un novantenne aveva 50 anni quando sono comparsi i computer. Il problema era ed è ancora la scuola gentiliana, il contrasto tra insegnamenti umanistici e scientifici che inizia fin dalle elementari, dove la matofilia si tramuta in matofobia. (leggi: Simai – Maddmaths!)

Siamo al ventisettesimo posto nella classifica Programme for International Student Assessment 2022 che valuta tre aree: lettura, matematica e scienze. Piccolo esercizio. Leggete questa lista di parole e contate di quante onestamente conoscete il significato: bit, byte, bitrate, cpu, gpu, ram, rom, nfc, iot, ai, dl, blockchain, nft, algoritmo, struttura dati, funzione, debugger. Io confesso che di qualcuna so il significato, ma non a che cosa serva davvero. Bisogna studiare sul serio. Per concludere, un consiglio. Fatelo leggendo i libri di questa signora: Gabriella Greison (Milano, 1976) fisica, scrittrice, giornalista professionista, attrice teatrale. È la stata definita la “Rockstar della Fisica” e porta a teatro gli spettacoli tratti dai suoi libri. Ha pubblicato: "L’incredibile cena dei fisici quantistici", "Sei donne che hanno cambiato il mondo", "Superdonne!", "Hotel Copenaghen", "Einstein e io", "La leggendaria storia di Heisenberg e dei fisici di Farm Hall", "Einstein forever", "Ucciderò il gatto di Schrödinger" .