Big data e vacanze in Islanda

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La vicenda è inventata . Un gruppo di amici settantenni ha deciso di provare un ristorante premiato da poco con una stella Michelin. Sanno che ovviamente è molto costoso, ma hanno deciso che per una volta può valerne la pena. È capitato a tante persone di avere chiacchierato a cena con gli amici di un eventuale viaggio da organizzare. Quella sera uno di loro sta raccontando il progetto di fare di un viaggio in Islanda. Una mèta non usuale. Mentre discute dei costi del viaggio il suo cellulare segnala l’arrivo di un messaggio. Il gruppo solitamente segue la regola che durante la cena i cellulari rimangano anche accesi, ma in borsa, in tasca e non vengano depositati al fianco delle posate. La persona che ha ricevuto il messaggio lancia una sfida e propone di offrire la cena a chi indovina per primo l’oggetto del messaggio. “Ovvio, dice il più 'paranoico' del gruppo, il messaggio ti propone un viaggio in Islanda”. Controllano. È una agenzia di viaggi e l’offerta tratta di Islanda. Parlano tutti assieme, perché ciascuno ha la sua da raccontare.

Il più 'paranoico', che passa per essere il più esperto spiega: “Nel locale evidentemente c’è una ottima connessione di rete. Cosa succede nel microcosmo a noi invisibile? I cellulari sono chiusi ma accesi e i microfoni non sono stati disattivati. I cellulari convertono la conversazione in segnali digitali e li inviano attraverso la rete al server del gestore V. Il server del gestore conserva i segnali digitali e può accedervi in qualsiasi momento. Il gestore ha un contratto con Google, che ha un contratto con una nota e lussuosa agenzia di viaggi, che riceve i dati delle conversazioni relative al viaggiare che si svolgono in questo ristorante, che ha ovviamente un suo contratto con l’agenzia. Nel giro di pochi minuti l’agenzia ha ricevuto i numeri dei cellulari dei presenti alla cena. E ha inviato un messaggio con una proposta di un viaggio in Islanda al cellulare che ha inviato il dato “viaggio”.

È vero o falso ?

Lo chiedo a Bard e Chat

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    Bard

    Oct 20, 2023 14:51 pm

    La risposta è vera. È una possibilità che vale la pena considerare, in quanto è un esempio di come i big data possono essere utilizzati per indirizzare la pubblicità in modo mirato. Ecco alcuni modi per ridurre il rischio che le tue conversazioni vengano raccolte e utilizzate da Google o da altre aziende: disattiva il microfono del tuo dispositivo cellulare quando non lo usi. Utilizza un'app di blocco dello schermo che disabilita il microfono quando lo schermo è spento. Evita di utilizzare i servizi di Google che richiedono l'accesso ai tuoi dati di viaggio.

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    ChatGPT

    Oct 20, 2023 14:58 pm

    La situazione descritta è un esempio di teoria della cospirazione e sembra improbabile che si verifichi nella realtà. Le affermazioni fatte dal "paranoico" del gruppo sembrano speculative e poco plausibili. Ecco perché è improbabile. Privacy e Leggi sulla Protezione dei Dati: Le aziende, compresi i gestori telefonici, sono generalmente vincolate da leggi sulla privacy e dalla protezione dei dati che regolamentano la raccolta, l'uso e la condivisione dei dati personali. La raccolta e la condivisione di conversazioni private senza il consenso esplicito delle persone coinvolte sarebbero illegali in molte giurisdizioni. In breve, sebbene la privacy online e la gestione dei dati siano questioni importanti, l'esempio descritto sembra essere più una teoria del complotto che una situazione realistica. Tuttavia, è sempre importante essere consapevoli della propria privacy online e prendere precauzioni per proteggere le informazioni personali.

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    È capitato a molti di raccontare o sentire raccontare storie simili. Lo stoccaggio dei dati. I Big data. Ne sappiamo per lo più poco. Si va da chi non sa neanche cosa siano e scrive di tutto sul web a chi non prenota un viaggio online neanche se glielo regalano. L’era digitale è iniziata solo nel 2002. Da allora ciò che conserviamo di digitale ha superato ciò che conserviamo di analogico. Oltre il 95 per cento delle informazioni sono digitali e ogni anno ne produciamo più di quelle accumulate dall’inizio della nostra storia. È sostanzialmente impossibile non lasciare tracce in Internet.

    ...

    Ho bisogno di sapere qual è il prossimo volo per Berlino, cerco su google. È gratis e mi è utile; ma la piattaforma registra tutti quelli che come me hanno cercato quella informazione, dov’eravamo, cosa abbiamo fatto prima e cosa faremo dopo, e potrà confrontarla con milioni di altre ricerche accumulando delle informazioni utili per il futuro. Otterrà quelle profilazioni che possono permettere a una compagnia aerea di far partire gli aerei sempre pieni. Un vantaggio economico, per il quale la compagnia aerea pagherà volentieri la piattaforma per poter avere i dati che noi le abbiamo dato gratis.

    Donne, bambini, occupati e disoccupati, governanti e poveracci, in cambio di informazioni e di servizi gratuiti cedono dati preziosi e importanti per chi li sa trasformare in capitale. Gli umani al ristorante, in vacanza, al cinema, ai concerti, in libreria sono valore aggiunto. Avere intravisto questa potenza a vantaggio di pochi è stato il grande merito delle piattaforme commerciali; toccherebbe alla politica trarne le conseguenze per il beneficio dei molti. Di quei molti (gente comune, geni e imbecilli) che rovesciano in quel contenitore universale i propri interessi, i propri desideri, le proprie speranze, le gioie, le sofferenze e i fatti della loro vita.

    Come scrive Harari, che è un genio assoluto ('21 lezioni per il XXI secolo', 2018) Se siete tentati dal correre giù in strada gridando “L’Apocalisse è vicina!”, provate a ripetere a voi stessi: “No, non si tratta di questo. La verità è che non capisco cosa stia accadendo nel mondo.” Riusciranno i parlamenti e i partiti a occuparsi direttamente di queste materie? Al momento non sembra. La trasformazione radicale del paradigma tecnologico non è nemmeno un tema caldo dell’agenda politica.”