Un gioco per la famiglia

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Tantissimi anni fa, forse era il 1996, arrivò nel mio studio una giovane donna. Per telefono mi aveva detto che aveva venti anni e soffriva di attacchi di panico. Un piccolo attacco di panico lo ebbi io vedendola. Era un cartone animato vivente. Taglio dei capelli a caschetto, neri, viso senza espressione, vestita come una ragazzina dei cartoni animati giapponesi degli anni settanta. Bella in un certo senso, ma sembrava bidimensionale. Quello che mi interessa segnalare qui è che nei suoi ricordi lei era sempre stata messa davanti alla televisione, più precisamente in compagnia di Capitano Harlock. “Sempre, mi disse, vuol dire proprio sempre”. Spesso anche sola in casa, perché non c’era alcun pericolo che si spostasse. Cresciuta da Harlock, era diventata come loro.

La televisione fu dagli anni Settanta fino all’inizio degli anni Novanta la causa di discussioni e liti tra genitori, nonni, pediatri, insegnanti e ovviamente bambini e bambine. Un tormentone. Vede troppa tv, vede troppi cartoni, ma se non li vede poi non capisce di cosa parlano gli altri, fa male, si ma se non si esagera fa bene, ci sono genitori che rinunciano alla televisione in casa, altri che la tengono accesa tutto il giorno, meglio di una babysitter, per potere fare i fatti propri. “Cara, ho tutto il pomeriggio a disposizione. Farei un monumento a capitan Harlock”. Disadattati i bambini senza tv in casa, disadattati quelli che avevano solo quella compagnia. Ovviamente a nulla servivano dibattiti e suggerimenti, libri e manuali. “Provate a raccontargli una storia e vedrete come mollano la tv, costruite assieme un gioco…”, era inutile qualunque consiglio. Poi quei bambini sono cresciuti, hanno messo al mondo dei bambini mentre la tecnologia produceva tablet e smartphone. Armi potenti in mano a troppi sconsiderati. “Gli metto davanti al seggiolone il tablet e me lo dimentico. Così posso leggere tranquillo.”

La rivoluzione culturale, sociale, antropologica del '68 ha portato al collasso pedagogia e genitorialità. Il femminismo si è incastrato nel sacrosanto rifiuto della mistica della maternità, senza riuscire a trasformarla in una piacevole avventura. Il padre si è dissolto nell’aria. Sono al ristorante. Nel tavolo a fianco una coppia con figlio cinquenne che ordina gli spaghetti verdi. “Non ci sono”, dice il cameriere al bambino che con voce sempre più rauca e feroce per dieci minuti urla che li vuole verdi. “Non ci sono” ripete paziente il cameriere, “li ho solo rossi”. I genitori assistono silenziosi e passivi. L’urlo si fa sempre più selvaggio, il piccolo quasi non ha più voce. Sono evidentemente clienti abituali, “ce li avete sempre quelli verdi” dice il padre, si, conferma il cameriere, ma spiega che ieri non si erano accorti di avere finito il pesto. Tutti stiamo guardando esterrefatti la scena. Il padre fa un urlo isterico. “Adesso basta”. Guardo con curiosità: cosa farà? Dopo pochi secondi appoggiato al bicchiere del figlio c’è il suo cellulare, al posto delle urla si sente una sparatoria. Il figlio è già ipnotizzato. Prima morale dell’aneddoto: il cameriere non dimenticherà mai più il pesto.

Seconda morale. Se non aggiustiamo per tempo, cioè subito, la competenze genitoriali, le intelligenze artificiali si renderanno conto del potere che potrebbero esercitare sui bamboccioni. È il momento di coinvolgere Bard: Un videogioco per genitori che abbia come contenuto educare un bambino, con premi e penalità, potrebbe coinvolgerli? Giocando si impara.

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    Bard

    Oct 27, 2023 14:51 pm

    Sì, un videogioco per genitori che abbia come contenuto educare un bambino, con premi e penalità, potrebbe coinvolgerli. Il gioco è un'attività naturale per gli esseri umani, e i genitori non fanno eccezione. Sono spesso interessati a imparare nuove cose su come crescere i propri figli, e un videogioco educativo può essere un modo divertente e coinvolgente per farlo. I premi e le penalità possono essere un modo efficace per incoraggiare i genitori a seguire determinate linee guida o a svolgere determinate attività. Quando i genitori fanno qualcosa di giusto, vengono premiati con qualcosa di positivo, come un punteggio o un oggetto virtuale. Quando fanno qualcosa di sbagliato, vengono penalizzati con qualcosa di negativo, come una perdita di punteggio o un ostacolo da superare.

    Tuttavia, è importante che i premi e le penalità siano utilizzati in modo appropriato. I premi dovrebbero essere qualcosa che i genitori considerano davvero un premio, e le penalità dovrebbero essere qualcosa che i genitori considerano davvero una penalità. Se i premi e le penalità non sono abbastanza attraenti o dissuasivi, i genitori potrebbero non essere motivati a seguire le linee guida desiderate.

    Ecco alcuni suggerimenti per progettare un videogioco educativo per genitori che sia coinvolgente. Scegli un tema che sia interessante per i genitori. Il gioco dovrebbe essere basato su qualcosa che i genitori già conoscono e apprezzano. Rendi il gioco stimolante e impegnativo. Il gioco dovrebbe presentare sfide che siano adatte all'età e al livello di esperienza dei genitori. Usa premi e penalità per incoraggiare il comportamento desiderato. I premi e le penalità dovrebbero essere qualcosa che i genitori considerano davvero un premio o una penalità. Il gioco potrebbe essere un simulatore di vita in cui i genitori devono prendere decisioni su come crescere un bambino. Le decisioni giuste potrebbero portare a premi, come un bambino felice e sano, mentre le decisioni sbagliate potrebbero portare a penalità, come un bambino infelice o problematico.

    Il gioco potrebbe essere un quiz o un test in cui i genitori devono dimostrare la loro conoscenza di argomenti relativi alla genitorialità. I genitori che rispondono correttamente alle domande potrebbero ricevere premi, come punti o badge, mentre i genitori che rispondono in modo errato potrebbero ricevere penalità, come la perdita di punti o la necessità di rivedere il materiale. Il gioco potrebbe essere un gioco di ruolo in cui i genitori assumono il ruolo di un genitore che deve affrontare una serie di sfide. I genitori che superano le sfide potrebbero ricevere premi, come la possibilità di avanzare al livello successivo, mentre i genitori che falliscono le sfide potrebbero ricevere penalità, come la necessità di ricominciare il livello.

    Naturalmente, il modo migliore per creare un videogioco educativo per genitori è quello di coinvolgere direttamente i genitori nel processo di progettazione. I genitori possono fornire feedback prezioso su ciò che vorrebbero imparare e su come vorrebbero che il gioco fosse strutturato. Ecco alcuni esempi specifici di come i premi e le penalità potrebbero essere utilizzati in un videogioco educativo per genitori: un genitore che insegna al proprio figlio a condividere potrebbe essere premiato con un punteggio aggiuntivo o con un oggetto virtuale. Un genitore che urla al proprio figlio potrebbe essere penalizzato con la perdita di punteggio o con la necessità di rivedere un video tutorial su come gestire la rabbia. Un genitore che trascorre del tempo di qualità con il proprio figlio potrebbe essere premiato con un livello aggiuntivo o con la possibilità di sbloccare un nuovo contenuto. Un genitore che non si assume la responsabilità delle proprie azioni potrebbe essere penalizzato con un ostacolo da superare o con la necessità di ricominciare il livello.