Chiuse in cucina
al tempo
di Trump

Chiuse in cucina, al tempo di Trump

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Leggete questo post: "È da qualche anno che faccio il menu settimanale. Guardo che cosa mangia mia figlia a pranzo e stilo un menu che alterni le proteine rispetto al mezzogiorno, con ricette semplici che he posso fare in pochi minuti. Poi vado su Cortilia e faccio la spesa. Era un’attività che mi prendeva circa un’ora e mezza la domenica. Ora lo faccio fare a ChatGpt. Ma non è andata subito liscia. All’inizio non riusciva a trovare le ricette su Milano Ristorazione e, quindi, bluffava. Mi faceva in un secondo un menu che non rispettava la prima regola: non ripetere i piatti del pranzo. Quando gli dicevo che sbagliava, rispondeva: “mi spiace” e mi riproponeva con sicurezza altre ricette, sempre sbagliate. Allora ho capito e ho fatto la foto del menu. Ma, di nuovo, non riusciva a capire quale fosse la settimana giusta. Così ho screenshottato quella corretta e, da lì, è stato un successo. In pochi secondi ho il menu serale che voglio, con tanto di preparazione e lista degli ingredienti per fare prima la spesa su Cortilia. Certo, poi ricontrollo, perché a volte qualche cosa da mettere nella lista della spesa gli sfugge ancora. Però, ecco. Che figata".

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Sotto il post prende il via una discussione un po’ surreale. Si va dal rimprovero di sprecare acqua e energia usando la AI per delle sciocchezze, dal dare un cattivo esempio ai figli, al togliere ai figli il ricordo del piatto della mamma o della nonna, (mica cucina la AI) al non utilizzare più il cervello, al non essere più creativi. Si portano ad esempio i nonni, forse meglio sarebbe dire i bisnonni, che non avevano le calcolatrici ed erano costretti a imparare molte poesie a memoria, per cui mentre la nostra memoria si riduce a vista d’occhio la loro è ancora brillante. E naturalmente come succede sempre nei social si perde il controllo e dal dissenso si arriva rapidamente all’insulto e l’autrice del post viene accusata di non essere cosciente della crisi climatica, sprecando tutta quella energia per sciocchezze.

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Mentre leggevo il post mi arriva un messaggio di una amica che mi segnala un caso di suicidio di un quattrodicenne americano. La storia, ripresa dal New York Times, è di febbraio: Sewell Setzer, questo il nome del giovane, da qualche mese aveva una 'relazione' con un chatbot di Character.AI, app che utilizza l'AI per creare personaggi con cui poter dialogare online. Il ragazzo si era chiuso sempre più in se stesso, lasciando amici e passioni per dedicarsi a Dany, l'amica virtuale con cui si confidava. Solo a lei aveva parlato dei pensieri suicidi, mentre con la famiglia e uno specialista che lo seguiva non è mai riuscito ad aprirsi. La 'relazione' è continuata fino a fine febbraio, quando gli ultimi messaggi in chat ritrovati dagli inquirenti non lasciano dubbi: "Mi mancherai sorellina", aveva scritto il ragazzo prima di togliersi la vita: "Mi mancherai anche tu", la risposta del chatbot. La madre di Sewell ora vuole portare in tribunale l'azienda creatrice di questi chatbot e ha definito l'AI "pericolosa e non testata".

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Quando la fragilità adolescenziale incontra uno strumento del genere, si crea una letale dipendenza . (Questione su cui non torno,per chi volesse approfondire me ne sono occupata in questa rubrica tempo fa.)

Il giorno successivo a queste occasionali letture è avvenuta la catastrofe del secolo in Spagna. Mi si potrebbe obiettare che l’Europa e i paesi che affacciano sul Mediterraneo stanno semplicemente perdendo la loro prerogativa meteorologica di paesi temperati. Basterà abituarsi. E attrezzarsi. Poco mi rassicura però questo pensiero, perché non è che il resto del mondo non sia coinvolto in altre diverse conseguenze del cambiamento climatico.

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È trascorso un po’ di tempo, ma mi torna in mente, lasciando fluire i pensieri , l’aggressività espressa dai nuovi “grandi della terra”, i partecipanti al Brics, il cui vertice quest’anno  si è tenuto in Russia, a Kazan. Dal punto di vista simbolico, con il conflitto Russia-Ucraina ancora in corso, la location ha assunto un valore importante, in particolare per la Russia. Il gruppo dei BRICS, acronimo che indica le principali economie emergenti non occidentali (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), ad inizio 2024 si è allargato con l’entrata di nuovi Paesi membri: Etiopia, Egitto, Iran, Emirati Arabi Uniti. L'Arabia Saudita è stata invitata ma non ha ancora accettato formalmente l'invito. L’obiettivo è dare a questi Paesi un peso emergente e una maggiore rappresentatività a livello internazionale. Una specie di "big bang" che aspira a cambiare gli equilibri geoeconomici del mondo in competizione con il G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, USA e Giappone), che rappresenta (o rappresentava?) oltre il 62% della ricchezza netta mondiale.

Temo che non di soli equilibri geoeconomici si tratti. Il vertice di Kazan evocava anche il rilancio di un ordine patriarcale, che effettivamente in Occidente è un po’ sbrindellato (e pertanto terribilmente violento), di cui i paesi, vecchi e nuovi membri dei Brics, sono feroci guardiani e sostenitori e che in Occidente cominciano ad avere troppi seguaci.

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L’ultima notizia che leggo riguarda il sistema scolastico giapponese. In Giappone è in corso un rivoluzionario progetto-pilota chiamato 'Cambiamento Coraggioso' (Futoji no henko) basato sui programmi educativi Erasmus, Grundtvig, Monnet, Ashoka e Comenius.È una rivoluzione concettuale. Gli studenti capiranno e accetteranno culture diverse e i loro orizzonti saranno globali, non nazionali. Il programma si basa su: - Zero indicazioni ministeriali (ex programmi) - Zero compiti- Solo 5 materie, che sono:

1. Educazione finanziaria
2. Lettura
3. Educazione civica
4. Informatica
5. Lingue (4 o 5 alfabeti, culture, religioni, tra giapponese, latina, inglese, tedesca, cinese, araba; con scambi culturali in ogni paese studiato durante l'estate).

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Quale sarà il 'risultato' di questa istruzione? Giovani che a 18 anni parleranno 4 lingue, conosceranno 4 culture e 4 alfabeti e saranno rispettosi anche delle differenze di genere. Saranno competenti nell'uso dei PC e smartphone come strumenti di lavoro e dell’intelligenza artificiale, cui far sicuramente svolgere un ruolo importante nell'aiutare la ricerca sul cambiamento climatico e sull'ambiente in generale. Grazie alla sua capacità di analizzare enormi quantità di dati in modo efficiente e di individuare pattern e correlazioni al di là delle capacità umane, l’AI può fornire importanti contributi nella comprensione dei fenomeni legati al cambiamento climatico, nello sviluppo di soluzioni sostenibili e nell'identificazione di strategie di adattamento. Ad esempio, l'AI può essere utilizzata per elaborare modelli climatici, analizzare dati satellitari, monitorare la biodiversità e molto altro ancora. La sua applicazione può aiutare i ricercatori a ottenere una visione più approfondita e dettagliata dei cambiamenti in corso e a individuare azioni efficaci per proteggere l'ambiente e contrastare il cambiamento climatico. La AI può essere utilizzata per analizzare dati e modelli climatici al fine di identificare le zone della Terra più a rischio di catastrofi legate al cambiamento climatico, come alluvioni, siccità, incendi forestali, e altro ancora. Questo tipo di analisi può aiutare a prevenire o mitigare i potenziali impatti negativi e adottare misure adeguate per proteggere le popolazioni e l'ambiente.

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C’è un filo che collega questi pensieri? Che se vince Trump a noi ci rinchiuderanno in cucina, anche se attrezzate con la AI.